I fondi regionali per il commercio | bloccati dalla burocrazia - Live Sicilia

I fondi regionali per il commercio | bloccati dalla burocrazia

Su "S" in edicola da giovedì 23
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Alla Regione esiste un fondo per aiutare le piccole e medie imprese in difficoltà. Ma fra ricorsi e burocrazia i finanziamenti sono bloccati. Alle difficoltà del Fondo per il commercio “S”, il magazine che guarda dentro la cronaca, dedica un’inchiesta che sarà pubblicata sul prossimo numero, in edicola da giovedì 23 dicembre: nonostante la Regione abbia stanziato 50 milioni, infatti, da febbraio i contributi sono stati bloccati dalla guerra a colpi di carta bollata nella quale è caduto il comitato di gestione, bocciato dal Tar e sostituito a febbraio da un commissario, Salvatore Lanzetta, il cui mandato però è scaduto cinque mesi fa.

Alla Regione allargano le braccia: “Ancora non sappiamo se sarà nominato un nuovo commissario ad acta o se intanto verrà ricostituito il comitato – dichiara a ‘S’ Leonardo Pipitone, dirigente del dipartimento delle Attività produttive -. L’organo verrà costituito a seguito di un decreto regionale. I criteri di nomina delle associazioni di categoria sono al vaglio dell’assessorato e si andrà avanti, nella speranza che il futuro atto non venga nuovamente impugnato”. Nel frattempo Confcommercio va all’attacco: “In un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo – spiega il coordinatore regionale, Marino Julo Cosentino – il fondo per il commercio sarebbe una boccata di ossigeno per le aziende. È di vitale importanza fare qualcosa al più presto”.

Le facilitazioni riservate alle imprese consistono in aiuti agli investimenti attraverso finanziamenti agevolati fino all’importo di 258 mila euro; contributi in conto interessi sui mutui contratti con gli istituti di credito, per importi che vanno dai 100 mila ai 516 mila euro; contributi a fondo perduto agli esercizi di vicinato e alle pmi commerciali che operano in zone rurali o aree urbane degradate; operazioni di leasing agevolato e contributi in conto interessi per il ripianamento di debiti. Una marcia in più per l’economia. Ma che al momento è prevista solo sulla carta.


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