Ruby, Arcidonna chiederà | la costituzione di parte civile - Live Sicilia

Ruby, Arcidonna chiederà | la costituzione di parte civile

L'iniziativa da Palermo
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“I reati contestati a Berlusconi ledono la dignità delle donne”: è per questo che Arcidonna chiederà di costituirsi parte civile nel processo al premier Silvio Berlusconi, per concussione e favoreggiamento alla prostituzione minorile, che inizierà il 6 aprile. La prossima settimana, quindi, la presidente dell’associazione, Valeria Ajovalasit, sarà a Milano con il pool di avvocati che lavora sulla costituzione di parte civile: Nino Caleca, Roberto Mangano, Roberta Flaccovio, Marcello Montalbano e Monica Gambirasio. Lo ha annunciato la stessa Ajovalasit in una conferenza stampa a Palermo, sede della storica associazione nazionale. “In questo procedimento penale – ha spiegato – sono persone offese non soltanto le donne vittime dei reati contestati al premier, ma tutte le donne che l’associazione per statuto rappresenta. Lo sfruttamento, anche consapevole, del loro corpo é una violazione dei diritti non soltanto della singola donna, ma di tutte le donne”.

Arcidonna ha deciso questa azione consapevole di “promuovere anche un’azione politica – ha puntualizzato – ma non trasformeremo questo caso in uno show. E’ sicuramente una sovraesposizione dell’associazione, ma lo dobbiamo fare, perché convinte che le donne sono ‘cresciute'”. La costituzione di parte civile punterà anche sul riconoscimento, già avvenuto a livello europeo, di Arcidonna per la tutela dei diritti delle donne. “Se il tribunale deciderà di accogliere la nostra istanza – ha spiegato l’avvocato Caleca – sarà una decisione storica. Abbiamo il 50 per cento di possibilità, forse un po’ di più. In ogni caso, questa è solo la prima volta che Arcidonna fa un’azione di questo tipo in un processo penale, ma non sarà l’ultima. Abbiamo intenzione di ripetere quest’azione in altri procedimenti, dove ce ne fossero i presupposti”. Nel 2004, ha ricordato Ajovalasit, Arcidonna si costituì parte civile quando si discusse in Sicilia la modifica dello Statuto siciliano. “L’articolo 3 – ha detto – sulla presenza delle donne nell’Ars. Il punto violava le donne, perché non venivano riconosciuti i giusti diritti di rappresentanza femminile nel parlamento siciliano. Poi la modifica non passò, ma comunque venne riconosciuta sotto il profilo del merito la nostra istanza”.


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