Solo il rispetto delle regole - Live Sicilia

Solo il rispetto delle regole

Palermo 2012. Risposta
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3 min di lettura

Veniamo ai punti salienti della contestazione di Mauro La Mantia sulla nostra campagna circa i manifesti abusivi: “Mi permetto, però, di far notare che per combattere l’abusivismo dei manifesti elettorali servono idee più che proteste “malpanciste”. Facile fare leva sui comprensibili livori generati dalla galoppante antipolitica, chiedendo ai cittadini di segnalare tutti i casi di affissione fuori dagli spazi consentiti. Puzza un po’ di banale demagogia populista. Più difficile pensare a qualche rimedio per evitare questo fenomeno negativo”.

Ci pare che si faccia confusione. Qui non c’entra l’antipolitica, ma la violazione delle regole. Se uno che si candida per il bene comune non è nemmeno capace di comportamenti almeno in linea con le norme di decoro della collettività, figuriamoci quanto sarà credibile come difensore delle aspettative di tutti. Si pensi pure a qualche geniale rimedio. Nel frattempo, noi ci limitiamo a una semplice operazione di pulizia. Invitiamo proprio alla delazione e al rifiuto elettorale di quei politici che si riempiono la bocca di parole e vento, per essere smentiti un minuto dopo dalla prassi. Siccome la distanza tra teoria e pratica è uno dei mali sociali della Sicilia, diamo un nostro piccolo contributo.

Scrive La Mantia: “Questo è il punto nodale della questione. Nella maggior parte dei casi i candidati, sbagliando, decidono di far affiggere i propri manifesti in ogni angolo di Palermo per “pareggiare” la visibilità di altri candidati che grazie a maggiori disponibilità economiche hanno, ad esempio, potuto mettere la propria faccia nei famigerati 6X3”.

Ci sembra di notare un concetto pericoloso sotto la pelle del periodo. E non basta il gerundio “sbagliando” per dissipare il sospetto. Il “concetto pericoloso”? Ritenere che, in fondo, l’arrangiamento sia comprensibile, se non scusabile, per coloro che non hanno risorse. Siamo vicini all’estremismo dell’abolizione dell’iniziativa privata, con una malcelata strizzatina d’occhio a una pratica non commendevole. Sono idee sorprendenti per un uomo di destra – quale Mauro La Mantia è – che dovrebbe ricordare – e sicuramente ricorda, lo testimonia il suo operato – come la legalità, nella forma e nella sostanza, sia un precetto inemendabile. Sempre. Non un vestito buono da indossare in qualche occasione importante.

Scrive ancora La Mantia: “In passato questa testata ha ospitato alcune mie riflessioni, dimostrando di essere aperta al confronto delle posizioni. Mi sono quindi permesso di inviare una nota sulla questione dei manifesti abusivi per sollevare alcuni limiti di questa campagna. Stranamente questa riflessione non è stata pubblicata. Da un po’ di tempo LiveSicilia non accoglie più i miei articoli. Inizialmente pensavo ad una sorta di ostracismo politico, poi ho capito che probabilmente non sono gradite certe posizioni scomode che toccano gli interessi economici del giornale (…) Secondo LiveSicilia soltanto i ricchi hanno diritto ad una campagna elettorale competitiva? Molto facile fare la morale sui manifesti abusivi quando lo stesso giornale ha un rilevante ritorno economico”.

E’ il destino dei giornali liberi. Essere accusati di tutelare posizioni particolari o vantaggi, quando qualcuno ritiene, invece, che il suo tornaconto personale venga danneggiato da idee e proposte. Qui non è questione di ricchi o poveri, ma di educazione civica. Se un politico non lo capisce, almeno i cittadini avranno il diritto di valutare la circostanza come meglio credono. Per agire di conseguenza.


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