"Ho un agrumeto da governare | E non mi ricandido a nulla" - Live Sicilia

“Ho un agrumeto da governare | E non mi ricandido a nulla”

Il presidente Lombardo, ospite in una trasmissione radiofonica, parla a tutto campo: "Non mi ricandido - dice - ho un agumeto da gestire".

Lombardo a tutto campo
di
3 min di lettura

Confermo che non mi ricandido a nulla. Ho espresso questa volontà ferma”. Così il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, ospite di “24 Mattino” su Radio 24. Lombardo ha parlato del suo futuro in vista delle regionali di ottobre: “Non è detto che non dia una mano alla causa politica nella quale credo ma non mi candido. Che farò? Sono appassionato di agricoltura, ho un agrumeto, è complicato governarlo e cercare di pareggiare i conti entro la fine dell’anno. Mi inventerò un lavoro, sono ancora capace di intendere e volere”. Lombardo ha parlato della imputazione coatta per concorso esterno alla mafia da parte della procura di Catania e ha risposto così alla domanda se non abbia timori di finire come il suo predecessore Cuffaro in carcere: “Non faccio scongiuri, ci mancherebbe altro. Se sarò ritenuto responsabile dovrò pagare. Guai se non fosse così, come tutti gli altri cittadini. Mi affido alla magistratura, non commento la decisione del giudice, la subisco. Sono molto più che consapevole della mia assoluta contrarietà a questa storia e lo dimostrerò nelle aule di giustizia che ora frequento perché credo che il migliore difensore di se stesso sia l’imputato. Comunque ho sempre detto, anche prima dell’imputazione coatta, che mi sarei dimesso perché il rinvio a giudizio o addirittura un’eventuale condanna non dovrà toccare il presidente della Regione bensì il cittadino Raffaele Lombardo”.

Lombardo poi ha replicato alla notizia pubblicata dal Corriere della sera, secondo cui le elezioni anticipate in Sicilia farebbero saltare la riforma dello Statuto che prevede dalla prossima legislatura il taglio da 90 a 70 dei parlamentari siciliani: “Accusano me non so se per malizia o ignoranza – ha detto -. La riforma può saltare come può non saltare. Dipende dal Parlamento nazionale. L’Assemblea regionale siciliana ha votato la riduzione dei parlamentari. Questa riduzione, trattandosi di modifica dello Statuto, ora è competenza del parlamento che deve votare le modifiche in doppia lettura, a distanza di tre mesi. Dal dicembre scorso la Camera e il Senato avrebbero potuto votare, non lo hanno fatto. Lo ha fatto il Senato in prima lettura, la Camera niente. E’ responsabilità loro. E sa perché non l’hanno fatto? Per non essere richiamati alle loro responsabilità. Perché magari tagliano i parlamentari in Sicilia e poi loro non si tagliano un solo deputato o senatore”.

Il governatore siciliano ha anche respinto le accuse dopo le recenti polemiche per un bando regionale per assumere ‘camminatori’ per spostare documenti in Regione: “E’ una grande menzogna – ha detto Lombardo -, è uno dei tanti bandi e interpelli all’interno dei dipendenti regionali. Questi ‘camminatori’, che poi sono anche addetti a traslochi, sono interni all’organico regionale. Faranno un lavoro diverso, magari con un aumento di 50 o100 euro di stipendio. Sono individuazioni di profili professionali che ieri non servivano e oggi sì. Se si intendessero per ‘camminatori’ coloro i quali si muovono per depositare una lettera, visto che internet si usa anche dalle nostre parti, sbaglieremmo. Ma si tratta di soggetti che devono fisicamente muoversi per spostare oggetti che non possono camminare via internet”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI