Primarie sì, ma di coalizione | E il Pdl apre al Nuovo polo - Live Sicilia

Primarie sì, ma di coalizione | E il Pdl apre al Nuovo polo

Castiglione conferma la linea del Pdle, prima di entrare in direzione regionale, Innocenzo Leontini torna sulla questione inerente la sfiducia al governo Lombardo: "Dobbiamo accelerare", ha detto il capogruppo. E Giulio Tantillo annuncia: "Se ci saranno le primarie, io sarò certamente canddiato" (nella foto un momento della riunione).

La direzione regionale del Pdl
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Primarie di coalizione e soprattutto apertura al Nuovo polo. Il Pdl si ritrova dopo il disastro delle amministrative palermitane, che hanno inquinato le “acque azzurre” del partito con veleni e scorie. Oggi, però, il clima è diverso da allora. Anche durante il dibattito in direzione, a porte chiuse, ma dal quale trapelano notizie di interventi pacati, tesi più alla ricomposizione che alla rottura.

Uno, in particolare, quello di Francesco Cascio, che ha iniziato il suo intervento proprio partendo dal tasto rovente delle elezioni comunali. E sottolineando come “le divisioni con Scoma siano un lontano ricordo” e spiegando che nei giorni della scelta di Costa, lui fosse “pronto a candidarmi, – ha detto – avevo già una lista civica di 50 nomi, il comitato elettorale e i manifesti”.

Ma quella, ormai, è acqua passata. In molti, nel Pdl, non ne vogliono più sentir parlare, nonostante la presenza del nuovo co-co-co(ordinatore) Dore Misuraca. Un palermitano, tra il catanese Castiglione e il messinese Nania, scelto proprio per puntellare il partito nel capoluogo.

Insomma, il Pdl riparte, o prova a ripartire dalla “pacificazione” messa nero su bianco da Castiglione e Leontini. Il “ribelle”, quest’ultimo, che sembra invece aver convinto gli altri della necessità di “allargare”, “includere”, decidere direttamente sul territorio.

Così, se già nei giorni scorsi il partito intero aveva finito per “plaudere” alla nuova aggregazione moderata creata da una parte del Pdl insieme al Cantiere popolare, oggi l’idea di “allargamento” del partito si spinge persino oltre. Verso, addirittura, i terreni che furono del “grande ribaltonista”, del governatore sul quale pende una mozione di sfiducia da mesi “opportunamente” (considerate le urgenze del bilancio, ovviamente) tenuta nel cassetto.

E l’apertura al “Nuovo polo”, ormai, è non è più soltanto “auspicabile”. “Non possiamo non guardare – ha detto Castiglione in direzione – a tutto ciò che si muove all’interno del mondo dei moderati”. Le preclusioni, se esistono, sono semmai nei confronti di una persona. “Una volta che Lombardo si sarà dimesso – ha spiegato Leontini – si aprirà un mondo”.

E in quel mondo, il Pdl si sta lanciando per ricostituire una forte concentrazione moderata. “Più ampia possibile – ha proseguito Castiglione – per questo faremo le primarie, e saranno primarie di coalizione”.

Primarie che hanno già un “concorrente”: “Appena sarà ufficiale la scelta delle primarie – ha detto infatti Giulio Tantillo – riempirò la Sicilia di manifesti, da Messina a Trapani. Perché io mi candido di sicuro”. Anche se, secondo gli altri big del partito, ancora “non è ora di pensare ai nomi”, “bisognerà pensare a un programma”, si dovrà “delineare meglio il quadro delle alleanze”.

A dire il vero, un nome quella coalizione ce l’ha, e da tempo. Si tratta del rettore Roberto Lagalla, che potrebbe rappresentare proprio la personalità in grado di unire una coalizione “più ampia possibile”. Un nome, quello di Lagalla, però, tenuto un attimo in freezer, sia per la scelta di virare sulle primarie, sia per i segni lasciati dal caso-Costa.

E a intrecciarsi con le possibilità di creare questa coalizione larga, c’è sempre la vicenda della mozione di sfiducia a Raffaele Lombardo. Una mozione che sta prendendo polvere, però, e che non è così scontato che venga votata in Aula. Nonostante le rassicurazioni di Innocenzo Leontini: “Io sono per accelerare – ha detto Leontini – e per presentarla prima possibile. Pretendo comunque – ha precisato il capogruppo – che intanto si discuta la nostra mozione ferma all’Ars da mesi. Se poi, come sembra, Pd e Udc ne presenteranno una propria, si proverà a lavorare a un testo unico, con una sfiducia “tecnica”, che esprima solo le finalità dell’atto. Poi ciascuno spiegherà le proprie motivazioni. Di certo – ha aggiunto – non voterò una mozione del Pd che si riferisce agli ultimi 28 giorni di governo. Noi vogliamo riferirci agli ultimi quattro anni, al governo del ribaltone. E dobbiamo fare presto. Il presidente Cascio – ha concluso – pensa sia meglio votarla in caso di mancate dimissioni di Lombardo? Io la penso diversamente”.

Dal canto suo, sul tema, Cascio ha precisato: “Non sono io a decidere quando calendarizzare la mozione. Mi atterrò, come ho sempre fatto – ha aggiunto – alle decisioni che verranno prese nella conferenza dei capigruppo. Continuo a pensare comunque che sia meglio fissarla per una data immediatamente successiva a quella fissata da Lombardo per le sue dimissioni”. Insomma, per fortuna, anche nel Pdl della pace, dell’apertura, dell’inclusione e dei co.co.co., c’è ancora spazio per “pensarla diversamente”.

 

 


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