Vieni avanti Totino - Live Sicilia

Vieni avanti Totino

Toti Lombardo in campo con la benedizione di papà Raffaele. E' una candidatura discutibile per tanti motivi. Ma i moralisti hanno poco da gridare al lupo. Ecco perché.

La candidatura di Toti Lombardo
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PALERMO– Dunque la colpa della decadenza morale è di Toti Lombardo, sollevato verso l’Ars da un meccanismo inesorabile. Vieni avanti, Totino. E giù un coro di spernacchiamenti. Er Batman magnava le mozzarelle e le mortadelle di Anagni, comprandole a peso d’oro. I compagni girano in Mercedes, tanto paghiamo tu che leggi e io che scrivo. Dappertutto ci sono zii, nipoti, nonni, cugini, fratelli e peripatetiche infilati dal potere, nella penombra del silenzio. E il massimo responsabile dello sfascio chi è? Toti Lombardo, virgulto di cotanto albero, Trota Lombardo. Vieni avanti, Trotino. Non siamo d’accordo. Intendiamoci, una siffatta candidatura non ci piace, però pensiamo che in questo lembo disgraziato d’Europa, nessuno abbia i titoli per scagliare la prima pietra. Perché non ci piace? Non perché Toti sia semplicemente figlio di suo padre Raf. Il nostro giudizio in merito non è cambiato: Raffaele Lombardo è stato uno dei più sciagurati presidenti della Regione a memoria di aula di giustizia. Tuttavia, gli errori dei genitori non ricadono direttamente sull’onorabilità dei rampolli. Vade retro Totino? E perché mai?

E’ vero invece che il bacino elettorale del nuovo Lombardo si baserà in quantità consistente sul consenso maturato dal vecchio con tecniche discutibili. Un’eredità pesante, visto che Lombardo 1 è un politico chiacchierato per frequentazioni non commendevoli, a prescindere dalla legge. Lombardo 2, nella sua esibita voglia di giovanile pulizia, come si comporterà? Prenderà le distanze dalle clientele che affollano di riflesso il suo mondo familiare? Mostrerà il coraggio di dire: no grazie, non giudico papà, però preferirei non essere votato da certe fisionomie che lo sostennero? Avrà l’ardire di mantenere il legame filiale, allontanandosi non da papà Raffaele, ma dall’onorevolissimo Lombardo? Utopia.
Veniamo alle ragioni che rendono rauche le voci di protesta. Il potere siciliano di cui si narrava quando ha qualcuno da piazzare non manovra mai in campo aperto. Trama al buio. Organizza schiere di pugnalatori. Muove leve invisibili pur di aprire qualche portone dorato al cliente di turno. Non c’è schiettezza pubblica nel rapporto che lega il beneficiario al beneficiato. C’è una sotterranea e losca congiura che smentisce le menzogne alate pronunciate ogni giorno “sulla necessità di rinnovamento della classe dirigente”. Raffaele Lombardo conosce bene il sistema. Sa come piazzare i suoi soldati nelle giunture giuste. E se lo scoprono, pazienza. Lui, con rispetto parlando, se ne fotte.

Con suo figlio il governatore dimesso ha usato le regole di un codice d’onore. Gli garantirà salmerie e preferenze. Intanto, però, lo ha sistemato in contesa aperta, a prendersi gli sputi, senza finzioni, né ipocrisie. Non gli ha cercato una cuccia calda in un androne nascosto.
E’ una candidatura nepotista. Da vecchissima politica. Ha il pregio di gridare al vento la sua sostanza. Una dichiarazione non fraintendibile, un manifesto ideologico, un bagliore di quella cruda onestà che consiste nel somigliare a se stessi, buoni o cattivi, senza vergognarsi mai. Sostiene impalpabilmente Raffaele con la scelta di Toti: io voglio perpetuarmi, non solo come occulto burattinaio delle prossime vicende. Voglio la mia carne e il mio sangue nel Palazzo. Lo voglio, per garantire la mia discendenza, per tenere aperta la bottega del potere che va passata di mano in mano, in famiglia, come lo studio di un avvocato o un negozio di pietre preziose. Vieni avanti Totino è la proclamazione di una sorta di sacramento privato del cerchio familiare. E chi è davvero siciliano, purtroppo, non può non riconoscersi. Siamo nel solco della consuetudine generale, senza che, stavolta, la mano che ha fabbricato il sasso si celi. Anzi, qui c’è il coraggio del petto in fuori, contro altre mani che brandiscono le pietre dell’ipocrisia.

Perciò, vieni pure avanti Totino in questo mondo di Batman, puttane e mozzarelle d’alto bordo. Non sarai probabilmente migliore degli altri. Ma sei già, tuo malgrado, più sincero.

 


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