Lo stupro di Mondello | L'accusa? "Inverosimile" - Live Sicilia

Lo stupro di Mondello | L’accusa? “Inverosimile”

Nessun segno di violenza esterna sul corpo delle ragazze e racconto inverosimile delle vittime. Ecco perché il Riesame ha scarcerato il magazziniere e il salumiere accusati di abusi sessuali.

LE MOTIVAZIONI
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PALERMO – “Appare del tutto inverosimile che immediatamente dopo uno stupro la vittima telefoni proprio all’autore del reato – piuttosto che ad un parente, ad un amico o alle forze dell’ordine – per chiedere qualsiasi tipo di aiuto”. Così scrivono i giudici del Riesame nella motivazione che manda in frantumi, almeno per il momento, una pesante accusa di violenza sessuale.

Una telefonata, dunque, mina la credibilità delle due amiche ventenni, una siciliana e l’altra tedesca, che denunciarono di avere subito violenze sulla spiaggia di Mondello. Ai poliziotti raccontarono di quei due ragazzi conosciuti in discoteca. Di un’allegra serata con qualche bicchiere di troppo diventata presto un incubo. Dell’aggressione e degli abusi subiti in spiaggia. E di quella telefonata ora richiamata dai giudici. Subito dopo le violenze, una delle due vittime cercò, infatti, di contattare uno dei presunti aggressori al telefono che le aveva dato prima.

Il 26 settembre scorso il Tribunale del riesame ha scarcerato, dopo venticinque giorni di cella, Maurizio Mortillaro, magazziniere di 32 anni, e Antonino Mangano, salumiere di 35. Il collegio presieduto da Maria Elena Gamberini – Emilio Alparone relatore – giunge a conclusioni opposte a quelle di chi aveva chiesto e convalidato l’arresto. “Si tratta di circostanze che rendono necessario – si legge nella motivazione – un ulteriore approfondimento investigativo e che allo stato, impongono l’annullamento della misura cautelare per carenza di gravi indizi di colpevolezza”.

Di quali “circostanze” si tratti lo spiegano gli stessi giudici del Riesame: “Va rivelato che (a parte il ritrovamento di un profilattico all’interno della vagina, oltre all’abbondante presenza di sabbia, elementi di per sé non incompatibili con la consumazione di atti e rapporti sessuali consenzienti) non è stata accertata la presenza di alcun segno di violenza esterna sul corpo delle ragazze”. Il riferimento è al referto dei medici del Policlinico che visitarono la ragazza siciliana, rilevando la “assenza di escoriazioni ed ecchimosi agli arti superiori e inferiori al dorso”. Escoriazioni che furono, invece, trovate sull’amica tedesca oltre a un piccolo taglio al labbro. Su questo punto il Riesame scrive: “Non è allo stato emersa la natura e la causa del piccolo ematoma e delle aree escoriate”.

In questa fase processuale hanno avuto ragione gli avvocati Rocco Chinnici e Giacomo Greco. I legali della difesa hanno sostenuto che i rapporti erano consenzienti. Che i due uomini erano andati via abbandonando in spiaggia le ragazze solo perché avevano chiesto loro dei soldi in cambio dei rapporti sessuali. E poi, il richiamo alla telefonata. Quella telefonata che ha reso “del tutto inverosimile” agli occhi dei giudici il racconto delle due ragazze.


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