13 marzo 1995, una ferita aperta| Il ricordo del violento nubifragio - Live Sicilia

13 marzo 1995, una ferita aperta| Il ricordo del violento nubifragio

Furono tre le vittime di quel maledetto lunedì.

GIARRE. E’ l’11 settembre giarrese. Una di quelle date che non puoi dimenticare. Il 13 marzo 1995, esattamente 22 anni fa, la comunità locale venne sconvolta da un nubifragio di enormi proporzioni, qualcosa di mai visto. Le strade in poche ore si trasformarono in torrenti. Un muro d’acqua che trascinò via con sé tutto: asfalto, auto, rifiuti e corpi. Furono tre le vittime di quel maledetto lunedì. Il più giovane, Giuseppe Sapienza, aveva solo 18 anni. L’auto sulla quale viaggiava con il padre, Mario, venne trascinata dentro una voragine, finendo in un canale della rete fognaria. Per entrambi non ci fu scampo A perdere la vita anche Francesca Zappalà, docente dell’Istituto alberghiero “G. Falcone” di Giarre.

“Non mi trovavo in città quel giorno, ero a Palermo per lavoro – ricorda il sindaco Angelo D’Anna – Ma fin dalle prime ore seppi che qualcosa di anomalo stava avvenendo. Chiamai immediatamente i miei familiari e venni a sapere che era avvenuto qualcosa di veramente tragico. Qualcosa che rimarrà nei nostri ricordi ma che deve servire soprattutto come spunto e stimolo. A nome di tutta l’amministrazione comunale – prosegue – vogliamo rinnovare il cordoglio ai famigliari delle vittime, la docente Francesca Zappalà, Mario Sapienza, impiegato comunale, e il figlio Giuseppe”.

Una ricorrenza che deve servire da monito affinché si riduca il rischio idrogeologico, ancora attuale. “Ho richiesto nei mesi scorsi di aggiornare i piani di protezione civile e di effettuare le verifiche drastiche sugli edifici pubblici – spiega ancora il primo cittadino – perché ritengo che necessita agire in un’ottica di realizzazione degli interventi in fase preventiva, attraverso interventi di manutenzione efficaci per attenuare il rischio in caso di eventi meteorologici particolarmente violenti e  far sì che non solo Giarre – conclude – ma tutto il nostro territorio ionico etneo, non debba rivivere un altro 13 marzo”.


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