Antonio Ingroia a Casa Catania:| “Coniugare sviluppo e legalità” - Live Sicilia

Antonio Ingroia a Casa Catania:| “Coniugare sviluppo e legalità”

Il leader di Azione civile a Catania, pieno sostegno a Enzo Bianco. Ingroia: “Bisogna voltare pagina, partendo dai comuni che sono l’anima del Paese”. L’ex sindaco: “Non c’è sviluppo senza legalità”. E rilancia la chiusura della campagna elettorale a Librino perché “Catania deve ripartire dalle periferie”.

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CATANIA – Antonio Ingroia a Catania in sostegno di Enzo Bianco. Si respira un clima di ottimismo a Casa Catania, il tenore degli interventi dice lo stesso: Bianco può farcela. “Martedì comincia un’altra storia” esordisce Orazio Licando, “anzi ricomincia dopo tredici anni e mezzo”. Così l’ex deputato del Pdci inizia il suo intervento e subito individua due “buoni segnali”: Le mancate visite catanesi di Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Licandro, nel ribadire il suo sostegno a Bianco, però, precisa “non è un amarcord della città che è stata, ma un progetto di alternativa contro 13 anni di degrado politico, economico, morale e culturale”. Poi è la volta di Antonio Ingroia, leader del neonato movimento “Azione Civile” che, nella città etnea, ha rimpinguato le fila della lista “Sinistra per Catania”. Il binomio vincente per il magistrato è uno: “Sapere coniugare sviluppo e legalità, portando avanti la lotta alle mafie e alla corruzione”. Ingroia motiva la sua scelta in sostegno di Bianco perché legata “al cambiamento e all’innovazione”, poi un paragone “l’equivalente di Marino a Roma, insomma”. Ingroia dà una lettura del voto delle politiche prima, e delle amministrative poi: “i cittadini chiedono il cambiamento”.

Poi dice a chiare lettere che “il Pd che vuole il cambiamento non è quello delle larghe intese”, però tra i democratici ci sono personalità che vanno in direzione contraria e che vengono premiati dalle urne. Poi lancia un’idea, ricucire le spaccature e creare “un polo del costituzionalismo progressivo e progressista”. Tra le spaccature da ricucire, quella con il Presidente della Regione, Rosario Crocetta. La dichiarazione che Ingroia rilascia ai cronisti, prima di approdare a Casa Catania, è eloquente. “Tutti i movimenti neonati, come il Megafono e Azione Civile, devono trovare il modo di incontrarsi dentro una piattaforma più ampia, un polo che aggreghi le forze del cambiamento”.

Dinamiche nazionali a parte, il vero protagonista della serata è Enzo Bianco. Incassato il sostegno di Ingroia, l’ex sindaco bacchetta gli avversari, elogia gli alleati, parla dei fasti della Catania del passato e immagina la città del futuro. In primo luogo, Bianco rivendica, per sé e per Licandro, la medaglia di storici e “fieri oppositori di Raffaele Lombardo. L’ex governatore viene definito: “il regista occulto” ed “minimo comune denominatore delle giunte Stancanelli e Scapagnini”. Bianco denuncia l’operato dei suoi predecessori, definito “un periodo talmente buio de restare o scuru”.

Bianco scherza, ma diventa serio quando narra la Catania della malavita e “della volenza insopportabile”. Poi ricorda la ripresa economica della città targata Etna Valley. Infine uno sguardo al futuro, tre le priorità: “trasparenza, legalità e lavoro”. A partire da due punti del programma da realizzare: il patto per il lavoro e la riqualificazione delle periferie. “Per la prima volta nella storia della città, una chiusura di campagna elettorale non si farà a Piazza Università o a Piazza Teatro Massimo, ma a Librino”. Perché “Catania o riparte da Librino o non sarà mai a posto con la propria coscienza”.


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