25 Luglio 2014, 22:18
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PALERMO – Bandi regionali, contributi d’emergenza, beni confiscati che si contano sulle dita di una mano e una lista d’attesa lunghissima. A Palermo la casa resta una chimera, specie per chi non se la può permettere. Basti pensare che ad attendere una casa popolare sono 9.800 famiglie circa, secondo una graduatoria ferma dal 2004, mentre i nuclei che chiedono una sistemazione temporanea in un bene confiscato sono (secondo la graduatoria aggiornata a giugno) sono 1.229.
Negli ultimi dieci anni sono state consegnate in città 280 abitazioni, di cui 204 di via Fileti (risalenti alla precedente epoca Orlando), mentre i beni Erp sono quasi 4.500 di cui 2.500 comunali, quasi mille passati dallo Iacp a Palazzo delle Aquile (ma tutti assegnati o occupati), mentre il resto sono immobili vari ma non sempre utilizzabili. 600 risultano occupati, a volte abusivamente, a volte i legittimi inquilini sono decaduti per morosità. E non è finita qui: le case da poter ristrutturare, e che sono quindi vuote, sono appena 15. Il Comune ha 400 beni confiscati, di cui però un centinaio ospitano uffici pubblici per tagliare gli affitti, un centinaio sono già assegnati per l’emergenza abitativa, una 40ina sono occupati e una parte sono terreni messi a bando. Gli immobili confiscati consegnati al settore Manutenzioni sono 29 e, tranne due, risultano crollati o in attesa di grande manutenzione straordinaria. Negli ultimi tre anni sono stati consegnati dall’Agenzia un magazzino e quattro terreni.
Una situazione assai complessa per la quale si è riunita oggi l’Ugea, l’Unita di gestione emergenza abitativa, con gli assessori Agnese Ciulla, Pippo Gini, Luciano Abbonato, i consiglieri Alberto Mangano e Giusi Scafidi, la Polizia municipale, i dirigenti dell’Urbanistica e del Cantiere municipale, oltre al Sunia, ai rappresentanti degli inquilini, alle associazioni e ai comitati di lotta per la casa.
“Ci rivedremo a fine agosto per affrontare argomenti non generali, come quelli discussi oggi, ma anche specifici come i beni confiscati, fermo restando che l’Ugea continua a lavorare specie sul fronte della progettualità – spiega la Ciulla – in più abbiamo distribuito la nota del presidente nazionale dell’Anci, Piero Fassino, indirizzata al governo sulla normativa che vieta gli allacci e la concessione della residenza agli abusivi. Stiamo lavorando su più fronti”. L’amministrazione comunale ha confermato lo stanziamento nel bilancio pluriennale (quindi per i prossimi tre anni) di un milione di euro per circa 300 famiglie per tamponare l’emergenza, mentre Palazzo delle Aquile nei prossimi giorni parteciperà a due bandi: uno regionale per alloggi agli immigrati e uno per il fondo Unrra (risalente alla ricostruzione post bellica), circa 700mila euro per enti pubblici e privati impegnati in progetti per senza dimora, aiuti alimentari e lotta alla tossicodipendenza. Il Comune confida anche negli 850mila euro per morosità non colpevole stanziati per tutta la Sicilia, mentre il solo Pon Metro ne prevede tre milioni.
“A fronte di grandi emergenze, non possiamo risolvere i problemi di tutti allo stesso tempo – continua la Ciulla – dobbiamo verificare tutte le strade: dall’autorecupero al contributo, passando per gli interventi sul patrimonio immobiliare comunale. In questo momento la disponibilità immediata è molto limitata, troviamo immobili in condizioni disastrate e li stiamo ristrutturando. Sono preoccupata perché la nuova Programmazione europea finanzierà la gestione, non la ristrutturazione, che avremmo già dovuto fare. Il 4 agosto incontreremo le associazioni, circa un centinaio, che hanno ricevuto un bene confiscato per proporre scambi o trovare soluzioni. Ci stiamo gemellando con Milano organizzando anche un festival dei beni confiscati per capire come utilizzarli al meglio”.
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25 Luglio 2014, 22:18