Effetto Stalker,| ecco lo "step 2" - Live Sicilia

Effetto Stalker,| ecco lo “step 2”

La galleria dell’Arco di Palermo presenta il secondo appuntamento della trilogia espositiva Effetto Stalker, progetto ideato e curato da Helga Marsala. Dopo il primo appuntamento, incentrato sul video e la fotografia – di cui furono protagonisti Andrea Galvani, Margherita Morgantin, Sara Rossi, Eli Stertz -, altri esponenti di rilievo della scena artistica nazionale ed internazionale si confrontano col tema del paesaggio.

Questa volta il linguaggio esplorato dagli artisti è quello della pittura: Franceco De Grandi (IT, 1968), Angelina Gualdoni (USA, 1975), Om Soorya (IND, 1977), Ivan Bazak (USA, 1980), Chow Chun Fai (CN, 1980), presentano dei pezzi inediti, realizzati ad hoc per la mostra.

Il percorso espositivo si snoda attraverso opere che stabiliscono col paesaggio una relazione interiore, evocativa, da cui sono esclusi approcci documentaristici o realistici.
Il paesaggio naturale e/o urbano diventa mindscape o dreamscape, sintetizzato da parole chiave quali attraversamento, passaggio, desiderio, metamorfosi. Ne deriva un’attitudine alterante, lirica, perfino surreale, riconducibile allo sguardo dell’artista e agli stessi luoghi osservati, da cui emanano energie sotterranee.
Il titolo fa riferimento a Stalker, il celebre film di Andrej Tarkovskij che racconta il percorso iniziatico di due uomini condotti da una guida esperta (lo “stalker”) verso un luogo misterioso animato da strane forze cosmiche. Qui si trova una stanza in cui è possibile dare corpo ai propri desideri più profondi. L’intero film si sviluppa come un viaggio suggestivo attraverso un paesaggio straniante, in un susseguirsi di pericoli, trappole, pause oniriche, elucubrazioni filosofiche e visioni deliranti.
Stalker, che non diventa mai il soggetto dei lavori, viene utilizzato come filtro visivo, sorgente di spunti tematici, congegno poetico per attivare visioni, riflessioni. Così, collegandosi in qualche modo alle atmosfere proprie del film, l’operazione di riscrittura del paesaggio avviene lungo un canale emotivo, mentale, emozionale, che connette piano cinematografico e piano pittorico, realtà ed illusione, spazio fisico e luogo mentale.


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