Miccoli cannoniere modesto| “La squadra non dipende da me” - Live Sicilia

Miccoli cannoniere modesto| “La squadra non dipende da me”

Verso Palermo-Fiorentina
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Nei piedi del genietto pugliese ci sono tante delle fortune del Palermo. Nelle parole di Fabrizio Miccoli – che sta benissimo dopo la sostituzione precauzionale di Catania – un attaccamento matto alla maglia e al gioco del pallone. Avrebbe giocato il derby con una gamba sola e fino a notte inoltrata, se fosse dipeso da lui. Che conferma la versione del dopo-partita fornita da Ballardini, a proposito del suo cambio a inizio ripresa. La reazione scomposta era verso lo staff sanitario.

“A fine primo tempo avevo confermato di sentirmi bene e che al massimo avrei chiesto io al tecnico di sostituirmi. Quando sono stato richiamato in panchina ho pensato che il dottor Matracia (medico sociale rosanero, ndr) avesse consigliato la sostituzione. Ero un po’ nervoso con lui e me la sono presa. Ma sono grato al nostro medico per quello che fa e ha fatto per me, la mia reazione era solo figlia delle tensioni del momento”.
Il numero 10 rosanero ha chiuso in un cassetto le delusioni del derby e vuole la riscossa, a breve giro di posta, domenica sera al Barbera contro la Fiorentina, una delle sue ex squadre. “Siamo delusi per il risultato del derby – spiega – ma lo abbiamo archiviato e pensiamo ai viola. Una delle cose più belle è stata l’acrobazia di Edinson, che è stato bravissimo come il portiere del Catania che gli ha parato il tiro”. L’anno scorso Miccoli segnò contro la Fiorentina, fu travolto da un diluvio di fischi e perse una scommessa piuttosto onerosa con i compagni di squadra. “Non credo alla moda di non esultare dopo un gol da ex. Gioco per il Palermo e se segnassi la mia esultanza sarebbe garantita. La scorsa volta ci sono rimasto male quando mi hanno fischiato a Firenze. Non intendevo mancare di rispetto a nessuno. Oltretutto ho perso una scommessa e ho dovuto regalare magliette e cinture per circa novemila euro…”. Al suo passato in viola non riserva veleno né rimpianti. “Quando ho giocato a Firenze sono stato molto bene, anche se ci salvammo all’ultima giornata e dopo aver cambiato tre tecnici. Credo di aver giocato una buona stagione e mi sono trovato bene anche col pubblico. Se c’è stata qualche incomprensione con la società è perché non mi hanno spiegato il motivo per cui non mi riconfermarono. Rispetto alla squadra in cui ho giocato io sono rimasti Pazzini, Donadel e Dainelli. Pur non essendo rimasto in contatto con loro, li saluterò affettuosamente. Con la Fiorentina sarà certamente una gara piena di spettacolo, dalla quale speriamo di ottenere punti importanti”.
L’autostima e il consenso di allenatore e spogliatoio attorno il suo nome sono uno dei segreti del suo rendimento. Cinque reti in sei presenze sono un avvio col botto per il pugliese, che non ha intenzione di fermarsi. Anche per coltivare un remoto sogno azzurro. “L’allenatore ed i compagni mi fanno sentire importante – ammette Miccoli – e questo mi fa un grandissimo piacere. Questo non significa che la squadra dipenda da me, anzi tutti riescono a esprimersi come vogliono. Se sogno la maglia azzurra? Lippi ha puntato su un gruppo e ogni tanto inserisce qualche giovane. Sarebbe stupendo rientrare nel giro, ma è molto difficile. Intanto ho l’obiettivo di superare il mio record di dodici gol stagionali (ottenuto proprio a Firenze, ndr). Solo con un intero campionato a livelli incredibili qualcosa forse potrebbe cambiare…”.


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