Ucciso un allevatore| Salvo il figlio 13enne - Live Sicilia

Ucciso un allevatore| Salvo il figlio 13enne

Omicidio nel Catanese
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Forse un conflitto per ragioni di pascolo dietro l’omicidio di Franceco Nolfo, l’allevatore di 30 anni freddato ieri sera mentre rientrava a casa nelle campagne di Vizzini.

E’ questa la pista su cui stanno cercando di fare luce i carabinieri della compagnia di Palagonia, accorsi sul luogo dell’agguato avvenuto poco prima delle 21, sotto gli occhi pietrificati del figlio tredicenne della vittima, rimasto illeso. “Ho visto solo un’ombra e ho sentito gli spari”, avrebbe detto il ragazzino agli inquirenti, comprensibilmente scosso.
Difficile, del resto, aspettarsi di più. L’assassino ha atteso che si facesse buio per cogliere alla sprovvista Nolfo. L’ha atteso davanti al suo casolare di campagna, in contrada Falso Corrotto, una zona di campagna a pochi chilometri dal centro di Vizzini, dove la vittima viveva assieme alla madre. Ha visto la sua auto, un’Alfa 156, imboccare la strada d’accesso al casolare  e, al momento giusto, ha fatto fuoco con un fucile calibro 12 caricato a pallettoni. Le pallottole hanno centrato Nolfo in diverse parti del corpo. Per lui non c’è stato scampo. E’ rimasto illeso, invece, il figlio tredicenne.  Ieri sera era sotto choc e, ancora incredulo, è stato affidato alla mamma, da cui Nolfo era separato da qualche tempo.
Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri della compagnia di Palagonia, che per prima cosa hanno scavato nel passato della vittima. Nel 2002 l’allevatore era rimasto coinvolto nell’operazione “Perseo” per associazione mafiosa ed estorsione. Poi era finito in carcere per spaccio di droga ed era tornato in libertà da due anni grazie all’indulto. Ma per gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore di Caltagirone Domenico Canosa, questi trascorsi potrebbero non nascondere il movente dell’agguato. Negli ultimi anni Nolfo sembrava aver messo la testa a posto. Le modalità dell’omicidio e, soprattutto, l’arma utilizzata per compierlo, un fucile calibro 12, farebbero pensare a contrasti nati nell’ambiente lavorativo.

di Clelia Coppone


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