Il presepe vivente |a Caltabellotta| con una mostra - Live Sicilia

Il presepe vivente |a Caltabellotta| con una mostra

La Natività come segno di pace nei secoli. Il presepe vivente di Caltabellotta come ogni anno ritorna tra i vicoli e le piazze nascoste del borgo medievale dell’Agrigentino.

Partendo dalla tradizione del XII secolo e da san Francesco d’Assisi, si raccoglie un filo rosso che parte dalla grotta di Greccio – dove il presepe nacque nel 1223 – e arriva al XX secolo, alle parole di Madre Teresa di Calcutta e Martin Luther King. Alla gente di Caltabellotta è affidato dunque un messaggio di pace che travalica i secoli e arriva fino a noi, affondando le sue radici nell’isola simbolo di coesistenza pacifica tra i popoli.
Inserito nel progetto comunitario di “Palcoscenico Totale”, anche quest’ anno ripercorre la formula che lo lega allo spettacolo.Il 19 dicembre nell’appena restaurata Casa della Signoria – poi destinata ad attività museale – si inaugura la mostra “Di presepe in presepe”, curata da Rossella Leone, che raccoglie figurine personaggi artigianali dell’800, foto di Melo Minnella,

Il 26, 27 e 28 dicembre, poi il 4, 5 e 6 gennaio, a fianco delle scene tradizionali che conducono alla grotta della Natività, saranno organizzati – ogni giorno alle 17,30 e alle 21,30 – dei recital e performance drammatizzate che avranno come protagonisti attori conosciuti, da Edoardo Siravo a Fabio Mazzari (dalla soap “Vivere”), dai musicisti Massimo D’Anna e Massimo Laguardia a Daniele De Lisi, Chiara Violante, Giusi Cataldo, Danila Laguardia, dalla giovane Diana D’Angelo a Dario Frasca, Fabrizio Tritico con il gruppo di zampognari, a Taisho il focoliere fino agli artisti da strada. Leggeranno ed interpreteranno testi scelti da Antonino La Tona sul tema della pace: da San Francesco d’Assisi a Umberto Saba, a Li Tien Min, Jorge Carrera Andrade, Leopold Senghor, madre Teresa di Calcutta, Giovanni Pascoli, Guido Gozzano, papa Giovanni XXIII, Luigi Pirandello, Martin Luther King, Pablo Neruda, Gianni Rodari. La regia è di Antonio Raffaele Addamo.


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