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LiveSicilia.it / Archivio / Ficarra, Picone e la mafia

Ficarra, Picone e la mafia

di Redazione
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“Dopo essere stati amici per la pelle e successivamente perfetti sconosciuti abbiamo deciso di ‘diventare’ parenti, che litigano però”, e così Ficarra e Picone nel nuovo film “La matassa” sono cugini. I comici siciliani e il regista, Giambattista Avellino, hanno presentato a Roma il film in uscita venerdì 13 nelle sale in 500 copie distribuite da Medusa. “La storia ruota intorno a vecchi e nuovi litigi tra parenti – ha spiegato Ficarra – e ci siamo resi conto che ad unire l’Italia è proprio la litigata in famiglia, un tema universale”. Il compito dei due cugini, Gaetano (Ficarra) prepotente e affarista e Paolo (Picone) buono e ingenuo, sarà quello di sbrogliare la “matassa” intrecciata dai rispettivi padri che avevano litigato per questioni di eredità. La riconciliazione tra le due famiglie,
affidata al buon senso dei cugini, dovrà fare i conti con molti imprevisti, tra i quali un incontro con i mafiosi locali,  trasformati in siparietti comici dai due attori. “Come comici nel corso della nostra carriera – ha detto Picone – abbiamo preso in giro tutti e tutto, dai potenti a noi stessi. Questa volta è toccato alla mafia: abbiamo capovolto un po’ di luoghi comuni sul fenomeno: dallo scambio dei pizzini alla rappresentazione di un mafioso un po’ goffo che non riesce a farsi rispettare nemmeno in famiglia. Mettere alla berlina la mafia ci sembrava un modo divertente e creativo per superarla”.

Pubblicato il 4 Marzo 2009, 15:34
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Commenti
  1. GIGI 12 anni fa

    Premetto, che Ficarra e Picone mi sono simpatici, e sicuramente sono pure brave persone. Ma sono palermitani, e a Palermo se si pianta un albero si pensa alla mafia, e in tema di spettacolo é l’ingrediente preferito da mettere in tutte le salse; basta poi saperlo presentare, vende bene, piu’ di tutti. Piu’ del pallone, addirittura!

    Rispondi
  2. ernesto s. 12 anni fa

    GIGI, non entro nel merito della tua valutazione, la coppia di artisti Ficarra e Picone ha lanciato messaggi significativi sulla mafia in Sicilia e sulla necessità di parlarne sempre e in ogni caso persino in chiave ironica, come fanno loro con questo film. Penso a tutti i professionisti dell’antimafia, a tutte le commissioni costituite, alle vicende grottesche che hanno consentito ai Riina e Provenzano una comoda latitanza 30ennale nonostante, quando si vuole, la capacità di un certo tipo di Stato di intercettare tutto e tutti ed utilizzare queste a convenienza. Penso alla vicenda che riguarda il consulente Genchi, per vent’anni indiscusso professionista e sol perchè ha “osato”, costretto a difendersi da personaggi risibili, politici che hanno fatto sacrifici mangiando pane e cicoria per il bene del Popolo!
    Penso che davanti a questa rappresentazione tragicomica dello Stato la licenza artistica dei due attori palermitani sia consentita.

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  3. Mango 12 anni fa

    Non andrò a vedere il film di Ficarra e Picone: io sono leghista (voto Lega Nord) e ricordo che un paio d’anni fà i 2 hanno pesantemente insultato il movimento a cui appartengo. Non incoraggio la presunzione nè la maleducazione. Saluti cordiali.

    Rispondi
  4. harlock 12 anni fa

    Se servisse un motivo ulteriore per andare a VEDERE il film di Ficarra e Picone, eccolo:

    “Non andrò a vedere il film di Ficarra e Picone: io sono leghista (voto Lega Nord) e ricordo che un paio d’anni fà i 2 hanno pesantemente insultato il movimento a cui appartengo. Non incoraggio la presunzione nè la maleducazione. Saluti cordiali.”

    Poi, è davvero strano che un elettore della Lega nord legga un sito di una regione in cui la lega nord è assente… puzza di Troll (non sai che significa? non è un mio problema, fattelo spiegare da borghezio)

    Rispondi
  5. GIGI 12 anni fa

    Ernesto, il cancro mafia é mondialmente conosciuto, e noi lo conosciamo a memoria da quasi due secoli, non penso che i messaggi, i concerti, le fiaccolate siano in qualche modo efficaci. Mentre la gente ride al cinema della derisione dei due comici palermitani quelli oggi in periodo di crisi finanziaria sono coloro che posseggono le maggiori liquidità e possibilità di investimenti, e magari sono i primi a ridere. Stiamo arrivando alla legalizzazione della mafia, come diceva un autore di testi -De Gregori- esattamente 20 anni fa. Ora si rischia persino la banalizzazione, e non sto provocando! Il concetto che la mafia sia usata come materia per la creazione artistica lo trovo inammissimile. Servita in tutte le salse. Posso capire e condividere i messaggi divulgati nei comizi in piazza, nelle scuole, etc. come, d’altronde fanno certe associazioni a Palermo.

    Rispondi
  6. harlock 12 anni fa

    pazzesco, si sputano sentenze PRIMA che il film sia uscito nelle sale…
    minXXia, non credevo che i Palermitani fossero tutti così “imparati”…

    Rispondi
  7. GIGI 12 anni fa

    Non lo so se siamo tutti “imparati” ma sicuramente ho capito che tu hai qualche difficolta a interpretare quello che é scritto, altrimenti avresti capito che non si giudica la bravura -già ampiamente dimostrata- dei due attori, né la qualità del film, ma si parla di questo:
    “Questa volta è toccato alla mafia: abbiamo capovolto un po’ di luoghi comuni sul fenomeno: dallo scambio dei pizzini alla rappresentazione di un mafioso un po’ goffo che non riesce a farsi rispettare nemmeno in famiglia. Mettere alla berlina la mafia ci sembrava un modo divertente e creativo per superarla”

    Rispondi
  8. GIGI 12 anni fa

    sottolineo “divertente e creativo per superarla”…probabilmente i giornalisti hanno capito male.

    Rispondi
  9. ernesto s. 12 anni fa

    Calma, parlare del Male non è negativo, l’indifferenza sì, la mancanza di volontà anche. L’assurdo, secondo la mia modesta visione, è anche costituita da chi come mango pensa di essere stato insultato dalla licenza artistica dei due attori. Sarà anche vero ma rimane il fatto che il “suo” leader politico ha sempre inneggiato a Roma ladrona, facendo anche sberleffi dell’Inno nazionale, percui, presumo che questo tipo di morale valga per quello che è.
    GIGI introduce la visione attuale del fenomeno: si parlava di trasformazione anni fà, l’economia è il reale ambito in cui si muovono capitali e possibilità, un personaggio come falcone ne indicò il percorso e sappiamo tutti come andò a finire.
    Rimane il fatto che qualsiasi modo di illustrarne sempre l’esistenza può anche sollecitare dibattiti e questo non è un fatto negativo, lo rappresenta la presenza consolidata di emissari in sedi istituzionali, e questo, purtroppo, è un altro discorso!

    Rispondi
  10. GIGI 12 anni fa

    Ernesto, tu stesso affermi che laddove si dovrebbe combattere la mafia ci sono carenze e peggio…e tu pensi che andando a ridere dei mafiosi al cinema si risolve il problema a livello itituzionale e politico? Io non ho scritto “indifferenza”, al contrario, ma di divulgazione e educazione civica nelle sedi opportune, a cominciare dalle scuole, e con mezzi efficaci, e magari riflettendo sui sistemi politici e elettorali. Insomma, educazione civica, informazione seria, scelte coerenti soprattutto in sede elettorale.
    Tra l’altro io esprimo solo il mio fastidio e non pretendo di detenere verità. Ho espresso fastidio per un’abitudine ormai consolidata: oltre le fiaccolate e performances pseudo-artistiche contro la mafia ormai sta attecchendo l’idea che la mafia é materia per la creazione artistica. Io penso che si ottiene l’effetto contrario: si banalizza, e si da vita a tutta una serie di eventi contro la mafia -teatro, cinema, concerti, si piantano alberi etc.- che piu’ che creazioni dell’ingegno artistico sono l’espressione di una società, piu’ o meno inconsciamente, traumatizzata e, paradossalmente, non si contribuisce a formare una società “normale”. Perché non si svolgono le suddette attività per quello che sono realmente -l’arte solo come espressione artistica, la natura per quello che vale- contribuendo in questo modo alla normalità sociale? Piuttosto che utilizzare eventi dell’espressione artistica e sociale per perpetuare il traumatismo da mafia? Magari la lotta politica e contro i mali della società si farebbe meglio in una società “normale”.

    Rispondi

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