"Una mamma in carriera" - Live Sicilia

“Una mamma in carriera”

Icona “doc” della Sicilia, l’unica col “marchio” certificato dalla Regione Siciliana che le ha affidato il compito di rappresentarci nel mondo, Maria Grazia Cucinotta ci parla delle donne e della loro festa

Ha sfilato sul palco di Miss Italia, ed è stata valletta di “Indietro tutta” al fianco di Renzo Arbore. Protagonista di film, fiction, calendari e videoclip, era lei l’ingenua Beatrice che conquistava “il postino” Troisi. E poi è stata Letizia, la ragazza della porta accanto, che toglieva il sonno a Leonardo Pieraccioni ne “I laureati”. Maria Grazia Cucinotta ha esplorato il sesso femminile in tutte le sue sfaccettature impersonando i ruoli più diversi: da Susana, una conturbante giornalista dell’horror spagnolo “El dia de la Bestia”, alla “cigar girl” di James Bond in “007- Il mondo non basta”; e prestato la voce alla tata Francesca nei “Simpson” e all’amichetta di “Felix” il coniglietto. Attrice e produttrice. Figlia, moglie e madre. Ma soprattutto donna.

Icona “doc” della Sicilia, l’unica col “marchio” certificato dalla Regione Siciliana che le ha affidato il compito di rappresentarci nel mondo, chi, meglio di Maria Grazia Cucinotta può parlare delle donne e della loro festa?

– “Essere considerata un’icona siciliana la vivo come una grande responsabilità perché non sei solo un personaggio, rappresenti un territorio, un popolo, una cultura e speri di essere all’altezza della situazione”.

Che significato ha per lei la festa della donna?

– “Sinceramente non credo molto nella festa della donna, porto avanti l’idea che la nostra festa è ogni giorno. Siamo le uniche che possiamo fare gli stessi lavori degli uomini, farli pure meglio, e indossando dei tacchi a spillo”.

Cosa ne pensa dei casi di violenza e stupro che ogni ora si consumano nel nostro Paese?
– “Sono senza alcun tipo di pietà sull’argomento: darei l’ergastolo a tutti quelli che abusano delle donne”.

Cosa ne pensa della donna di oggi?
– “Purtroppo la donna di oggi, costretta dal lavoro, deve fare grandi rinunce. Troppo spesso le donne in carriera sacrificano la propria femminilità. Non ritengo sia giusto trovarsi ancora ad un bivio e dover fare una scelta”.

Pensa di aver rinunciato a una parte di lei e della sua femminilità per la carriera?
– “Io no, perché sono riuscita a mantenere entrambe le cose, ma con grandi sacrifici. Penso che andrebbe fatta una campagna per adeguare le strutture lavorative alle esigenze di una mamma. Non è giusto, ad esempio, che gli asili nido siano lontani dai posti di lavoro. La possibilità di una madre di poter vedere e controllare i propri figli dovrebbe essere un diritto. Non ha senso dare la maternità sino a 12 mesi se poi si nega la possibilità di continuare a stare accanto ai propri figli nell’età infantile”.

Lei è andata via dalla Sicilia tanti anni fa, crede di aver perso qualche aspetto della donna siciliana? E cosa invece non perderà mai?

– “Ho perso l’ansia ereditata da mia madre – risponde ridendo (n.d.r.)-, quella del pensiero di dover tornare a casa per preparare la cena. Io non ho mai fatto le corse per far trovare la cena a tavola a mio marito. Entrambi siamo persone che lavorano, lui non ha mai preteso di avere il posto a tavola con il piatto caldo ad aspettarlo, anche perchè quando non lavoro sono una mamma al cento per cento: mi piace impastare la pizza, fare la pasta fresca, ma non sono obbligata a farlo tutti i giorni, anche se confesso che mi piacerebbe”.

Non le mancherebbe troppo il lavoro?
– “Probabilmente sì. Così è un disequilibrio: ci sono giorni in cui sono sempre a casa e altri in cui gli impegni mi obbligano ad assentarmi per lunghi periodi”.

La donna siciliana si differenzia dalle altre? È cambiata? Com’è oggi?

– “Da sempre, in Sicilia, sono le donne che gestiscono tutto. Purtroppo qui c’è meno lavoro di conseguenza la donna è legata di più alla casa, ma anche quando è in carriera non si dimentica mai della famiglia. La siciliana è la vera mamma”.

Lei ha una bambina alla quale è legatissima, preferisce che sia una femmina?
– “Secondo me i figli non hanno sesso, li ami incondizionatamente, ma è vero che con una bimba hai più complicità, rivedi te stessa, le tue fasi di crescita, ripercorri i tuoi stessi passi. La osservo come gioca, come si muove, come si veste, persino come vezzeggia allo specchio. Mi ruba già i trucchi”.

In Sicilia il gentil sesso ha raggiunto la maggioranza negli uffici pubblici e l’imprenditoria rosa è in crescita, come commenta questi risultati?
– “Trovo sia un fattore molto positivo e non posso che esserne orgogliosa. Proprio qualche giorno fa mi hanno proposto un copione ambientato in Sicilia dove le protagoniste sono un gruppo di donne in carriera. È un progetto che spero di portare avanti”.

Invece, nel suo prossimo film i panni di quale donna vestirà?
– “In ‘Black Flowers’, che uscirà in Spagna, sarò una spia che fa da pedina, ma che è anche un’arrampicatrice sociale e ad un certo punto del racconto ritrova un suo vecchio amore”.

E in futuro che tipo di donna le piacerebbe interpretare?
– “Qualsiasi. Perché le donne sono esseri molto divertenti, una e mille insieme. Dipende da come decidi di vestirti al mattino”.

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