Qualche mese, o forse alcune settimane per studiare, conoscere e imparare la storia. La realizzazione di un bel pannello. Un ricordo per i posteri che chi viene dopo però non potrà apprezzare perché quei lavori sono finiti fra i rifiuti. Accade a Palermo, a piazza Sett’Angeli dove si trova il Convitto nazionale Giovanni Falcone, e dove questa mattina alcuni bidelli hanno buttato oltre all’immondizia ordinaria, anche tre pannelli di ex studenti. ‘Progetto Comenius ’97 II A, Vittorio Emanule II’. Questa è la scritta che compare sul retro di uno dei plastici buttati per strada. Unidici anni di distanza che separano quel lavoro e il suo autore dai nostri giorni, una memoria della storia che questa mattina ha trovato posto tra i rifiuti della città. Ad accorgersi di quanto avvenuto è stata la signora Marilita Borgese che per caso si trovava a passare di lì e ha notato alcuni bidelli dell’istituto che gettavano i lavori dei ragazzi. Quando ha chiesto spiegazioni, racconta la signora, le hanno risposto “questa ormai è preistoria”. Poi però infastiditi dalle foto e dalle domande i bidelli sono tornati dentro e non hanno più parlato. Certo non si può pretendere che le scuole conservino tutti i lavori dei propri studenti che si sonso succeduti negli anni, ma non ci si può nemmeno aspettare che vengano buttati nell’immondizia con in bella vista i nomi di chi li ha fatti.
In tarda mattinata poi, i pannelli sono stati spostati dal cassonetto e poggiati sul muro laterale della cattedrale. “Li ho visti e li ho messi qui – racconta un posteggiatore della zona – questi sono dei lavori belli, delle cose di valore. È un peccato buttarli così, tra i rifiuti. Mi dispiaceva e così li ho messi da parte”. Come dire, non sempre la sensibilità per la cultura sta rinchiusa tra le mura di un edificio scolastico.
“Quella roba ormai è preistoria”
Tra i rifiuti i plastici degli studenti

Io non difendo i posteggiatori abusivi, ma nemmeno li condanno a priori, come invece fa tutti i giorni certa intellighenzia di siti internet palermitani, per i quali la loro ossessione ricorrente sono i posteggiatori, appunto. In una città dove é piu’ semplice trovare le poche cose non abusive siano esse materiali, intellettuali, teoriche, e ai termini di legge e delle regole civilizzate. Probabilmente, chi si lamenta ogni giorno dei posteggiatori in una città come Palermo almeno una volta avrà beneficiato di qualche forma di abusivismo? Ora si scopre il posteggiatore abusivo sensibile all’arte e alla storia e rispettoso del lavoro altrui. Chissà se i bidelli insensibili hanno ottenuto -al posto dell’attuale posteggiatore- quel posto di lavoro per meriti indiscutibili. E chissà quanta gente sensibile e valida, ma poco agguerrita o sfortunata (perché non é destinato a trovare l’aggancio giusto o perché gli rimane la dignità di non fare il lecchino) c’é tra posteggiatori e precari di ogni sorta, mentre gente scarsa di qualità riesce a emergere nel mercimonio della politica clientelare.
Tornando all’intellighenzia palermitana dei siti: questi non hanno capito che non ci sono alternative, che se troppi “disperati” non facessero i posteggiatori probabilmente loro che si lamentano ossessivamente si ritroverebbe le loro case piene di “ladri per necessità”. O si é capaci di creare lavoro reale o si aiutano i piu’ deboli, lamentarsi per abitudine e senza riflettere seriamente ai problemi é solo perdita di tempo o roba per… psicanalisti (“dimmi perché ti lamenti”…Boh…”).
mi scuso per il quasi OT