E sul blog il genero di Totò si difese - Live Sicilia

E sul blog il genero di Totò si difese

E sul blog Rosalio andò in onda “Casa Riina”. Non una fiction tipo “Casa Saddam”, non una ricostruzione. Tony Ciavarello, genero di Totò e marito di Maria Concetta, ha indubbiamente avuto un bel coraggio. Lui e sua moglie sono indagati per una non chiarita storia di cui, in effetti, non si è capito quasi niente? Bene. Rintuzzare bisogna. A petto in fuori. Rispondere punto per punto sul web, in uno dei luoghi virtuali più frequentati  Palermo, La discussione, ovviamente, si è allargata e non poteva essere diversamente. E il signor genero si è trovato dentro uno sciame di domande che riguardavano sopratutto le malefatte del signor suocero. Qualche esempio. Tony a Cetti: “Ma mi dica che fastidio le do se vivo e lavoro a Palermo? Le ho mai fatto del male personalmente? Io sono nato e cresciuto in Sicilia e ci vivo… mi dica Signora, perchè Antonino Ciavarello non ha diritto a vivere onestamente con un lavoro dignitoso alla luce del sole? Se ho fatto una società estera le ho già spiegato il motivo.. ora mi dica lei perchè mai non avrei diritto a vivere nella terra dove sono nato e cresciuto”. Cetti: “Egregio signor Ciavarello, non ho mai affermato che deve emigrare, ho soltanto messo in luce una sua lamentela sulla burocrazia italiana. E da quella non comprendevo la necessità di aprire una succursale nella città di Palermo. Poi, sono stata sempre dell’idea che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli o, nel suo caso, sui parenti prossimi. Ma sono anche dell’avviso che questi figli/parenti, che cercano il riscatto, che vogliono farsi accettare per le loro capacità e doti, debbano necessariamente prendere le distanze da ciò che agli occhi di tutti li condanna e non conviverci”. Tony torna alla carica: “Io sono Antonino Ciaravello e non il figlio il genero o chicchessia…”. Gery Palazzotto obietta: “Signor Ciavarello, non pensa che – indagini a parte – la sua società potrebbe avere qualche beneficio in termini d’immagine se lei e sua moglie assumeste posizioni più chiare nei confronti del mafioso Totò Riina?”. La risposta: “Signor Palazzotto, che posizione vuole che prenda? Lei parla del padre di mia moglie, cosa posso fare per renderla felice e per aquistare immagine io e la mia società che già era in fase di chisura?”. Palazzotto: “Se vuole posso darle qualche suggerimento”. Tony: “Non giudicatemi per chi sono ma per quel che sono! Dovreste prima conoscermi e poi giudicarmi”. Un botta e risposta con l’inviato di Repubblica, Francesco Viviano. Ancora Gery Palazzotto: “Solitamente una persona si giudica per quel che è, almeno dalle mie parti. Lei, signor Ciavarello, ha senza dubbio un ruolo scomodo, perché è imparentato con un criminale che ha azzannato questa terra. Se lei vuole davvero scrollarsi dalle spalle quest’eredità pesante, deve segnare un netto distacco da certe logiche. E’ un pegno da pagare. Provi a pronunciare la parola mafia, provi a dirci che ne pensa, provi a mettersi al nostro livello, provi a non risentirsi”. Cetti: “Signor Ciavarello, che cosa è la mafia? cosa è Totò Riina?”. Risposta: “Perchè lo chiede a me? per me la Mafia è ogni tipo di violenza fisica e psichica e ogni tipo di abuso nei confronti di altre persone, ed anche io sono una vittima, sta a vedere poi chi sono i veri mafiosi, se sono solo quelli come Totò Riina o ce ne sono nascosti dietro mentite spoglie di persone per bene e magari di politicanti e gente potente, la mafia sta sempre al potere, le azioni mafiose avvengono ogni giorno sempre e solo da chi sta a potere, i potenti sono i mafiosi”.

 


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