Ridurre i tempi di percorrenza della tratta ferroviaria Palermo-Catania, dagli attuali 300 minuti a 150 in un biennio, per poi ridurli a 100 minuti in circa cinque anni grazie alla realizzazione di una nuova dorsale e alla razionalizzazione
della rete esistente. E’ l’idea lanciata dalla Fondazione Sabir che oggi a Palermo, nel corso del convegno “Dorsale ferroviaria: un sistema di trasporti efficiente per lo sviluppo sostenibile del territorio della Sicilia”, ha consegnato ad esponenti del governo nazionale e regionale l’idea di fattibilita’ del progetto.
Presenti, tra gli altri, il presidente della Fondazione Carmine Capri’, il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti
Giuseppe Maria Reina, il capo della direzione invstimenti Rfi Matteo Triglia, l’assessore regionale ai Trasporti Gianbattista Bufardeci. “La chiave del progetto – ha spiegato Capri’ – e’ quella di essere attuabile subito perche’ la prima fase di lavori consiste nel mettere a regime l’attuale rete Palermo-Catania con una razionalizzazione degli orari e l’eliminazione di alcune fermate intermedie. La seconda fase prevede una spesa di circa 90 milioni di euro, costi di gestione inclusi. La terza e ultima fase e’ quella strategica, con la realizzazione dell’opera infrastrutturale. Il costo stimato per l’ultima fase e’ di circa 2.5 miliardi di euro, reperibili dai fondi 2007-2013. La cosa principale e’ che il nostro progetto prevede anche collegamenti con treni in coincidenza anche per Enna e Caltanissetta, Siracusa,
Ragusa e Trapani”.
Il progetto della Fondazione Sabir e’ alternativo a quello ideato dalle Ferrovie, il cui costo e’ stimato in circa 5 miliardi di euro. Reina ha espresso il proprio apprezzamento per il progetto della Sabir e ha chiesto a Francesco Russo (docente di Trasporti all’Universita’ Mediterranea di Reggio Calabria e autore del progetto) di collaborare con il ministero a titolo gratuito. Riferendosi all’accordo, che prevede la realizzazione, da parte delle Ferrovie, della dorsale Palermo-Catania, ha sottolineato che: “E’ l’approccio a essere sbagliato. Questo accordo di programma, che avversero’, ci porta al Medioevo. Ha un’impostazione che taglia fuori una parte della Sicilia”. A destare maggiore perplessita’ e’, secondo Reina, la mancanza di collegamenti con citta’ interne come Enna e Caltanissetta.
“I collegamenti con queste due citta’ – ha precisato il capo della direzione investimenti di Rfi Matteo Triglia – sono effettuati dall’attuale rete ferroviaria”. Triglia ha pero’ ribadito la propria “disponibilita’ al confronto e al dialogo” in merito all’accordo di programma. Pieno sostegno al progetto della Fondazione Sabir e’ stato espresso anche da Bufardeci. “La Sicilia – ha detto il vicepresidente della Regione – dovrebbe cominciare ad avviare, ed e’ questo il senso dell’iniziativa della Fondazione Sabir, quello che e’ fattibile gia’ oggi con risorse inferiori a quelle di altri progetti e che potrebbe portare, in termini ragionevoli, a un miglioramento del nostro sistema di trasporto ferrato. La dorsale
Catania-Palermo pensata dalla Sabir e’ un progetto alternativo a quello che Rfi cerca di portare avanti con un costo di oltre 4 miliardi di euro, che prevede gallerie che bucano i Nebrodi per piu’ di 40 chilometri ed esclude alcune zone interne della nostra regione”.
Chiunque presenta un progetto alternativo all’attuale rete ferroviaria, risalente quasi al periodo borbonico, può essere ritenuto uno scienziato.
Il problema è l’attuale: si sono sperperate risorse incredibili ma sia la rete ferroviaria che quella stradale non sono affatto apprezzabili.
Il malgoverno della prima repubblica ha alimentato per decenni, con prebende varie, la Società Ponte sullo Stretto, il malgoverno della seconda ripropone e finanzia ma non cantierizza il Ponte: domanda, a chi serve se non abbiamo le reti di collegamento decenti?
Un esempio per tutti. Si parla di raddoppio ferroviario della Fiumefreddo di Sicilia (CT)-Giampileri (ME) da almeno 20 anni ma ad oggi nessuna pietra e stata posta nonostante era previsto l’inizio dei lavori nll’ultimo APQ del 2002 sottoscritto dal Ministro Lunardi e dal Governatore Cuffaro. Desidero chiedere alla politica siciliana che fine hanno fatto i 1970 milioni di euro previsti nel contratto di programma 2000-2005 e 2007 per il completamento del raddoppio “Fiumefreddo di Sicilia-Giampilieri” sulla dorsale jonica Messina-Catania-Siracusa? Ebbene, pare che siano scomparsi nel contratto di programma 2007-2011, proprio come era successo nel 1998 che furono persi 1100 miliardi delle vecchie lire per la mancanza dei progetti e dei pareri dei comuni interessati.Che la politica regionale e nazionale si preoccupi e si interroghi per questa scomparsa di fondi dai CdP.
Tenuto conto che la TAV è prevista sino a Napoli e che dal 14 dicembre è stata fatta partire in pompa magna, mi chiedo e vorrei chiedere ai politici siciliani ed alla politica italiana quali sono le priorità e gli interventi a breve e a lungo termine, per riportare su le sorti di un trasporto pubblico sempre più dimenticato.
Considerato che le nostre ferrovie risalgono al 1800 e che percorrere 200 km (Palermo-Catania) occorre impiegare almeno 6 ore e la stessa cosa per percorrerne 100 Km (Messina-Catania) circa 2 ore. Nel panorama ferroviario nazionale la regione Sicilia si trova all’8° posto, dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania, per la lunghezza complessiva dei binari, ed al 5° posto per le linee ferroviarie in esercizio dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, mentre è al 16° posto con 169 km. (12%) di linea a doppio binario su 1378 km. a seguire Sardegna, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta. (dati sulle linee rilevati dal sito di Rete Ferroviaria Italiana aggiornato a gennaio 2009). I siciliani, anch’essi cittadini italiani sono costretti a subire da troppo tempo le conseguenze di questi ritardi infrastrutturali ed è compito dei nostri rappresentanti politici siciliani (comunali, provinciali, regionali e nazionali) rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico, così come recita l’art. 3 della Costituzione Italiana. Non vorremmo che le infrastrutture di cui i Siciliani e la Sicilia si aspettano da quarant’anni, viaggiassero solo sui binari delle varie campagne elettorali.
Giosuè Malaponti
Coordinatore Comitato Pendolari Sicilia
Mio caro amico Giosuè, e mi sia consentito il tono amichevole, non chieda tante spiegazioni a quella classe politica siciliana spesso distratta da altre pastette. Recentemente, costoro, tra i quali certamente il responsabile della Provincia di Palermo, si “sono sacrificati” in un viaggio dimostrativo in treno da Catania a Palermo per dimostrare ed acclamare, qualora esistessero ancora elementi di non conoscenza specie ai pendolari, il tempo di percorrenza oraria di tale collegamento.
Ora, dopo tanto sacrificio, conceda loro il necessario tempo per riprendersi dall’immane fatica.
I pendolari?
E chi se ne frega, tanto fanno parte dell’arte variabile, oggi ci sono e domani?
Che il nostro sistema ferroviario è antiquato, obsoleto e soprattutto non è in alcun modo compatibile con lo sviluppo della Sicilia, questa è l’affermazione dell’Assessore Regionale ai trasporti, On.Bufardeci, che mi lascia molto perplesso. Desidero, sottoporre alla politica regionale, ed in modo particolare all’assessore regionale ai trasporti, che, se il nostro sistema ferroviario è antiquato, lo è proprio alla scarsa attenzione che la politica regionale ha dedicato al trasporto ed alle infrastrutture ferroviarie siciliane. Vedi i vari progetti del raddoppio Messina-Catania-Siracusa andati persi. Nel 1998 sono stati persi per la progettazione 1100 miliardi delle vecchie lire. Nell’ottobre 2001 con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma Quadro tra Regione Siciliana (Cuffaro) e Ministero dei Trasporti (Lunardi), venivano finanziati 1970 milioni di euro per il raddoppio della dorsale ionica Messina-Catania-Siracusa per il tratto Fiumefreddo-Giampilieri. Anche questi andati persi o perlomeno scomparsi dai contratti di programma, ma fino al 2007 c’erano! Adesso, si vuole cavalcare a tutti i costi, la velocizzazione della Catania-Palermo e mi chiedo, con quali soldi? Saranno forse i 2 miliardi di euro che erano previsti e scomparsi per il raddoppio della Fiumefreddo-Giampilieri o forse questi sono stati spostati per il Ponte? E’ inammissibile quanto sta accadendo in Sicilia, si perdono finanziamenti da parte dello Stato, si ritornano fondi non spesi all’Europa, si inventano nuovi progetti, lasciando perdere i vecchi che erano già finanziati. L’esigenza di dotare la Regione Siciliana di uno strumento pianificatorio del settore, era stata avvertita dall’Amministrazione regionale già dalla metà degli anni ottanta, quando con legge regionale n. 68 del 14 Giugno 1983 venne sancito che la Regione siciliana avrebbe dovuto dotarsi di un proprio Piano Regionale dei Trasporti. Ricordo all’assessore Bufardeci che la Giunta di Governo regionale ha approvato (delibera n. 322/2002 e delibera n.375/2002 previo parere favorevole della IV Commissione legislativa dell’Assemblea Regionale Siciliana e adottato con D.A. n.237 del 16 dicembre 2002) il nuovo Piano Direttore dei Trasporti ed i quattro Piani Attuativi aereo, marittimo, stradale e ferroviario (adottato dall’Assessore Granata il 17.11.2004 con suo Decreto n. 163/Gab. e approvato dalla Giunta di Governo regionale delibera n. 367/2004 con il parere favorevole della IV Commissione parlamentare dell’ARS del 15.09.2004), e che sino ad oggi non hanno prodotto nulla o quasi nulla per il miglioramento delle infrastrutture viarie e ferroviarie e per l’incentivazione del trasporto pubblico locale. Non è possibile che, l’assessore regionale ai trasporti, punti l’indice nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana che, comunque, ha le sue responsabilità, quando la politica siciliana in materia di trasporto ed infrastrutture non ha prodotto nulla in questi ultimi trent’anni, per diminuire il gap infrastrutturale fra nord e sud. La politica, riconosca il proprio mea culpa, cerchi di recuperare i fondi perduti e si adoperi al completamento urgente delle due dorsali: – Ionica (Messina-Catania-Siracusa) – Tirrenica (Messina-Palermo) e successivamente alla progettazione della Catania-Palermo, che non è una priorità, viste le due incompiute e a proseguire nella progettazione a medio e lungo termine dello sviluppo socio-economico siciliano.
Giosuè Malaponti
Coordinatore
COMITATO PENDOLARI
Palermo-Catania, non è e non deve essere una una priorità. E’ inammissibile pensare alla realizzazione del nuovo tracciato ferroviario Catania-Palermo, quando da anni si aspetta il completamento delle due dorsali “Ionica (Messina-Catania-Siracusa) e Tirrenica (Messina-Palermo)” più importanti della Sicilia. Non può la Politica siciliana, pensare ad un’altra cattedrale nel deserto, dopo tutti questi anni di silenzio in materia di trasporti ed infrastrutture. Occorre puntare i piedi per ottenere i miliardi che servono per completare le due dorsali e subito dopo pensare alla progettazione della tratta Catania-Palermo, che nell’attesa può essere velocizzata con i paventati 20 milioni di euro.
Giosuè Malaponti
Coordinatore
COMITATO PENDOLARI
Tranquillo Giosuè, quello che non è stato fatto dai governi nazionali da 150anni ad oggi verrà realizzato dal governo regionale. Come? Con il federalismo, d’un colpo, con un tocco di bacchetta magica!
Richiesta incontro Comitati Pendolari relativo al “Contratto di Servizio”.-
Quale coordinatore dei pendolari della fascia ionica Messina-Catania-Siracusa, ho il piacere di rappresentare l’importanza strategica del trasporto pubblico ferroviario in una regione come la Sicilia e la necessità di portare avanti politiche sempre più incisive per favorirne lo sviluppo.
Il Contratto di Servizio, che la Regione Siciliana sta per la prima volta realizzando deve essere e diventare uno strumento importante e valido perché pone, finalmente, le basi per un trasporto ferroviario che dovrà tenere conto della mobilità sostenibile e delle esigenze di quelle fasce di utenti che hanno fatto del trasporto ferroviario il mezzo per i propri spostamenti.
E’ giusto, a mio avviso, che si pongano le basi per la realizzazione di uno strumento efficiente ed efficace nella prospettiva di essere tenuti in considerazione come utenza pendolare, e perché no, poter collaborare per concorrere ed individuare dei percorsi che, partendo dalle necessità dei vari territori, si traducano in azioni concrete e di sostegno alla mobilità dei cittadini, perseguendo quanto più possibile obiettivi di integrazione di più modi di trasporto.
Desidero mettere in rilievo come gli utenti del trasporto ferroviario, si basino sull’orario di trasporto per effettuare scelte non solo di viaggio, ma di vita, arrivando ad organizzare i ritmi del lavoro in base all’offerta di trasporto ferroviario, quindi è necessario che tale orario venga rispettato con il massimo rigore, e che inoltre tutte le variazioni stagionali ed annuali vengano concordate in modo da evitare eccessivi sconvolgimenti all’utenza.
La mia richiesta, nella qualità di rappresentante dell’utenza del servizio ferroviario, è quella di rendere partecipi i Comitati dei pendolari siciliani, iscritti nella Carta dei Servizi di Trenitalia, alla valutazione dell’offerta presentata da Trenitalia, in considerazione del fatto che in questi ultimi anni abbiamo collaborato con la Direzione regionale di Trenitalia che ha nella propria “Mission” la centralità del “Cliente” nell’attività ferroviaria e di voler considerare la possibilità di inserire un nostro rappresentante nella Consulta regionale dei trasporti.
Oggi, alla luce del “Contratto di Servizio” che si sta per realizzare, ritengo utile che il Dipartimento regionale dei Trasporti, si avvalga della collaborazione dei vari Comitati Pendolari, iscritti nella Carta dei Servizi di Trenitalia, attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico, per la realizzazione di un servizio di trasporto pubblico ferroviario più a misura dell’utenza.
Giosue Malaponti
Comitato Pendolari Me-Ct-Sr