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Fondi Ue, si cambia | Arriva Sviluppo Italia Sicilia

Regione, firmata la convenzione
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Il trasferimento era stato formalizzato lo scorso aprile. Ma solo adesso Sviluppo Italia Sicilia (Sis) è formalmente diventato il braccio operativo della Regione siciliana. Qualche giorno fa, infatti, la giunta ha approvato la convenzione che permetterà di affidare commesse alla società “in house”. Parola di Michele Cimino, assessore regionale al bilancio. Che spiega: “Ci avvarremo di Sviluppo Italia Sicilia per scopi istituzionali e stiamo già lavorando per definire i successivi passaggi”.
Il primo appuntamento sarà con i bandi per l’imprenditoria femminile, giovanile e la costituzione di nuove imprese. Ma non solo. La società, guidata da Vincenzo Paradiso e acquisita al 100% dalla Regione per 11 milioni di euro, continuerà infatti ad occuparsi di attrazione di investimenti, sia esteri che nazionali, di creazione e sviluppo d’impresa e supporterà la pubblica amministrazione per tutto ciò che riguarda lo sviluppo del territorio. Sis manterrà anche la proprietà dell’incubatore di imprese di Catania e gestirà gli incubatori in costruzione a Termini Imerese, Messina e Ravanusa.
Un passaggio, quello in giunta, che sblocca di fatto una situazione di stallo che andava avanti ormai da un anno e che, a fine gennaio, aveva messo i sindacati sul piede di guerra: “La mancanza di commesse da parte del socio unico – avevano denunciato – ha causato grosse perdite nel bilancio 2008 e finirà col mettere a rischio anche gli stipendi degli 82 dipendenti della società”. “Sviluppo Italia Sicilia – avevano aggiunto – è ferma al palo anche per il mancato rinnovo dei vertici societari scaduti da diversi mesi e, per il cui rinnovo, non sembra ancora profilarsi alcun accordo all’interno della maggioranza regionale. Manca all’appello la nomina dei componenti sia del comitato di gestione che del comitato di sorveglianza”. Ma anche su questo punto la Regione ha le idee chiare: “In questo momento – dice Cimino – c’è un amministratore unico e per noi va bene così”. L’ultima parola sarà comunque detta in occasione dell’assemblea dei soci, convocata per fine mese. In quell’occasione, infatti, il socio unico dovrà ufficialmente decidere se seguire le norme indicate dall’ex ministro Bersani o lasciare Paradiso timoniere unico.


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