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LiveSicilia.it / Cronaca / Ricatti, paura, pochi soldi Le storie sommerse del lavoro

Ricatti, paura, pochi soldi
Le storie sommerse del lavoro

Le scuole private e la Formazione
di Antonella Lombardi
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Lettere di dimissioni firmate in bianco al momento dell’assunzione, stipendi non pagati, contratti con importi irrisori e la moneta più forte usata a volte come un ricatto: il punteggio in graduatoria. Le storie sommerse dei ragazzi che in Sicilia insegnano nelle scuole private o si occupano di formazione professionale hanno i contorni di un vero e proprio sfruttamento. Ne sanno qualcosa Angelo, Fabio, Michela. I nomi sono tutti di fantasia, poiché i protagonisti delle storie preferiscono restare anonimi ed essere meno ricattabili. Come Giuseppe, 18 ore di insegnamento la settimana in un istituto privato dell’Agrigentino che da gennaio non riceve un euro, perché la Regione (e vale per gli altri casi) non manda i soldi con puntualità. O ancora Michela, la cui assunzione per una collaborazione da “2 euro e 50 l’ora per insegnare in un istituto serale” – racconta – doveva necessariamente essere accompagnata “da una mia firma su una lettera di dimissioni in bianco – dice – la flessibilità richiesta a noi oggi è questa”. “Con i blocchi del ministro Gelmini in molti hanno scelto le scuole private – spiega Fabio, insegnante all’istituto ‘Miliziano’ di Palermo – io sono fortunato perché mi pagano 10 euro lorde l’ora anche se da più di 3 mesi non vengo retribuito, ma rispetto ai miei colleghi costretti a pagarsi i contributi è già qualcosa”. In alcune scuole, infatti, l’unica forma di retribuzione sono i punteggi della graduatoria: “Diverse scuole dell’Agrigentino fanno così – racconta Fabio – io sono stato contattato dalla sede licatese dell’istituto Pirandello che mi ha chiaramente detto che non avrebbe mai potuto pagarmi, ma lo stesso accade ai miei colleghi ad Agrigento e Canicatti. Dovrebbe essere proibito alle scuole private di dare punteggi per le graduatorie, è una forma di ricatto”. Angelo invece lavora a Catania, all’istituto professionale salesiano “Sacro cuore di barriera” dove insegna disegno tecnico e laboratorio”. La sua scuola fa formazione a ragazzi con una situazione familiare molto difficile alle spalle e che hanno 14 -15 anni. “Un dato in controtendenza con la maggior parte dei corsi di formazione, spesso rivolti a maggiorenni disoccupati”, racconta Angelo, assunto a tempo pieno per 36 ore.  “Io e i miei colleghi non siamo pagati dall’ottobre 2008  – dice, ma dopo gli ultimi scontri alla giunta regionale sulla formazione, qualcosa si è mosso: “il 17 aprile c’è stata una riunione durante la quale c’è stato comunicato che avremmo avuto le mensilità arretrate fino al marzo scorso”. Ma a prescindere dall’arrivo dei fondi Angelo spera una sola cosa per il futuro: “che cessino le logiche clientelari per accedere ai finanziamenti. In pochi anni abbiamo assistito a una proliferazione di corsi professionali dai nomi più fantasiosi – dice – dall’esperto in ricostruzione unghie al capo pizzaiolo, all’operatore domotico (?). Nell’80% dei casi questi corsi hanno avuto classi da 3-5 persone o assenza totale di iscritti, eppure a me risulta abbiano comunque ricevuto finanziamenti”. Risulta anche alla terza sezione del tribunale di Palermo che proprio pochi giorni fa ha condannato 11 persone per una mega truffa milionaria sui corsi di formazione “fantasma”. E ora anche la Corte dei Conti indaga

Pubblicato il 21 Aprile 2009, 16:50
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Commenti
  1. Dom Carlo 12 anni fa

    SOLO IN SICILIA E’ DE-FORMAZIONE PROFESSIONALE LEGALIZZATA

    Credo che nella FORMAZIONE PROFESSIONALE tutti hanno sbagliato questa volta, perchè non sono stati capaci di spartire una torta che è sempre più piccola dandone una giusta fetta a ciascuno, ma tutto a me e niente a te! o tutto ai miei amici e niente agli “amici” magari del mio stesso partito!
    Bella politica del BENE COMUNE!

    Così ancora oggi i corsi non sono iniziati i ragazzi tra cui gente di 30 o 40 anni aspettano di fare un percorso formativo con la speranza di trovare un lavoro, la dispersione scolastica è aumentata ……….

    e la torta ancora intera non si sa come si deve spartire.

    Rispondi
  2. xxxx 12 anni fa

    Perché non si parla dello sfruttamento nel mondo del giornalismo dove un giornalista professionista viene pagato da 2,50 a 5 euro a pezzo??

    Rispondi
  3. Roberto Puglisi 12 anni fa

    Aspettiamo solo un coraggioso che si esponga con nome e cognome. Vuole essere lei? Saluti.

    Rispondi
  4. Gianluigi 12 anni fa

    Esempio :
    Una scuola privata paritaria dell’infanzia con due sezioni ha circa 50 alunni e 4 insegnanti turnanti. 1 Coordinatore che può essere una delle insegnanti. 1 direttrice che in genere è la proprietaria della scuola. 1 cuoca.
    I 50 alunni pagano una retta mensile di circa 100 euro (nella provincia di Napoli almeno è così) compreso la refezione.
    Mi dite la scuola come fa a pagare le maestre, la cuoca, gli alimenti, le tasse, le bollette per le utenze, la manutenzione della scuola, gli acquisti di materiale didattico, materiale ed attrezzature quando usurate….come fa?
    Lo Stato dovrebbe equiparare veramente la struttura pubblica a quella paritaria e dare non 500 euro/annuo ad alunno (quest’anno però non si è visto ancora un euro) ma almeno la metà di quanto costa alla struttura pubblica. Allora sì che le insegnanti vengono pagate come da contratto e non stanno lì solo per il “punteggio”, che poi oggi il punteggio non interessa più a nessuno.
    Allora facciamo fallire tutte le scuole private così la scuola pubblica si ritroverà con spese moltiplicate per 5.

    Rispondi
  5. vincenzo 12 anni fa

    Sono un dipendente,di una società,finanziata totalmente dalla regione.Lo schifo e l’amarezza che in questi ultimi anni ho provato, hanno superato tutte le preoccupazione che potevano mettere a repentaglio il Mio posto di lavoro.L’altro giorno stanco di continuare a subire angherie e sopprusi riservate a tutte quelle persone che non accettano compromessi, visto che le loro mire, erano portate a farmi sbagliare, per trovare la giusta causa , al licenziamento,ho trovato il coraggio,di denunziare il tutto.So perfettamento a cosa vado incontro,ma sono altrettanto,convinto che non si puo’ vivere una vita fatta di ricatti e minacce, nell’arco di un paio di anni hanno rovinato la Mia vita,e quella di una societa’di circa 1200 persone,portando un bilancio positivo a una perdita complessiva,nel biennio di circa 4.000.000 di euro.E per fare tutto cio,non hanno pensato su due secondi,non posso dire di piu per evitare eventuali fughe di notizie che potrebbero favorire,condizione di copertura politica necessaria per nascondere il tutto.Spero con tutto il cuore di potervi raccontare, la fine di questa storia.

    Rispondi

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