Il Partito del Sud conviene a Bossi - Live Sicilia

Il Partito del Sud conviene a Bossi

Di Vittorio Feltri (tratto da "Libero" del 30 luglio 2009) Non c'è verso di fermare la costituzione del Partito del Sud. Quelli che lo vogliono a tutti i costi non demordono, e avranno i loro buoni o cattivi motivi per non desistere neanche davanti alla prova evidente dell'insensatezza dell'iniziativa. So che l'argomento non è dei più appassionanti; nonostante ce lo abbiamo sviscerato in ogni suo aspetto con interventi di segno opposto, per cui non varrebbe nemmeno la pena continuare a proporlo. Sennonché ieri è successa una cosa meritevole di segnalazione
SCELTI PER VOI
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Di Vittorio Feltri (tratto da “Libero” del 30 luglio 2009)

Non c’è verso di fermare la costituzione del Partito del Sud. Quelli che lo vogliono a tutti i costi non demordono, e avranno i loro buoni o cattivi motivi per non desistere neanche davanti alla prova evidente dell’insensatezza dell’iniziativa. So che l’argomento non è dei più appassionanti; nonostante ce lo abbiamo sviscerato in ogni suo aspetto con interventi di segno opposto, per cui non varrebbe nemmeno la pena continuare a proporlo. Sennonché ieri è successa una cosa meritevole di segnalazione. Inaspettatamente la Lega Nord si è fatta sentire sul tema dicendo, per bocca di alcuni suoi esponenti, che in fondo la nascita di un nuovo movimento localistico, sia pure trasversale (dalla maggioranza all’opposizione), è da salutare con favore.
Sulle prime confessiamo di essere rimasti basiti davanti a simile affermazione: come, i polentoni per definizione sostengono gli odiati terroni in un’impresa destinata a rafforzare chi chiede di aumentare i finanziamenti al Mezzogiorno? Ma riflettendo abbiamo capito che i bossiani dal loro punto di vista non hanno torto. Infatti dall’inasprimento della polemica Nord-Sud essi, sotto il profilo lettoraiistico, possono solo guadagnare, come dimostra l’esperienza.
Non dobbiamo mai dimenticare che il successo del Carroccio (negli anni Ottanta e Novanta) fu alimentato in prevalenza dal sentimento antimeridionalista al quale non era stata data forma organizzativa prima che il Bossi andasse nelle valli a raccogliere consensi sul proprio progetto. Quale progetto? Sintetizzo rammentando lo slogan nordista di quei tempi: ciascuno sia padrone in casa sua. Che voleva dire: ne abbiamo piene le scatole di insegnanti, magistrati, impiegati pubblici in genere provenienti dal Sud; basta con questo tipo di colonizzazione. C’era dell’altro, ma è sufficiente questo a spiegare l’adesione in massa della gente più semplice (e non solo) al neonato gruppo politico, l’unico che avesse avuto il coraggio di interpretare umori popolari disillusi e di sfruttarli in chiave rivendicativa. Infine, non si trascuri che la crescita leghista si è sempre registrata con l’inasprirsi delle polemiche sulle questioni terra-terra dibattute, magari scherzosamente, nelle osterie, nei bar, negli uffici, nelle famiglie. Ecco. Qui si comprende perché oggi alcuni dirigenti leghisti vedono nel Partito del Sud una opportunità per incrementare il loro patrimonio di voti, per altro già cospicuo. Un eventuale scontro prossimo venturo tra i fondamentalismi nordici e sudisti – in parte cominciato, anche se per il momento a livello soltanto mediatico – creerebbe il clima adatto al fine di coagulare suffragi intorno ai due movimenti in contrasto.
Conseguenze? Queste ve le lasciamo immaginare. Una certezza: se il Partito del Sud va a genio alla Lega è perché Bossi ha fiutato l’affare. E se l’affare lo farà lui, non sarà un affare per i suoi avversari.

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