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Arnone, muro contro muro col Pd

Polemica aperta sullo storico ambientalista
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E’ un muro contro muro, quello fra Giuseppe Arnone, consigliere comunale ad Agrigento e i vertici del Pd. Ad Arnone non va bene l’esclusione dall’anagrafe del partito ed è certo che la situazione rientrerà entro breve tempo. Dal canto loro, gli uomini del Pd sostengono che sia tutto in regola con le decisioni prese. Per capire meglio la vicenda si deve fare un passo indietro, al luglio scorso quando Giuseppe Arnone, in linea con le tempistiche previste dal partito, fa regolare iscrizione e, come da prassi, gli viene consegnata la tessera. Passano pochi giorni, però, e ad Arnone arriva l’invito a riconsegnare la tessera del Pd. Arnone non accetta, pensa a una congiura contro di lui, innescata da alcuni esponenti del partito. La decisione di espulsione arriva dalla Commissione nazionale di garanzia del Pd. La motivazione risale al rinnovo del consiglio provinciale di Agrigento. Arnone non può iscriversi perchè, nel 2008, ha corso alle provinciali, ad Agrigento, come candidato premier di una lista autonoma e quindi in contrapposizione al candidato del Pd, Giandomenico Vivacqua. La vicenda la ricostruisce Enzo Napoli, coordinatore regionale per il congresso, nonchè responsabile regionale dell’organizzazione del partito. Insieme ad Arnone, e per i medesimi motivi – come ci fa sapere sempre Enzo Napoli – sono stati esclusi dagli iscritti anche altri tre agrigentini: Renato Bruno, Domenico Falzone e Taibi, che, alle consultazioni provinciali, concorsero per altrettante liste autonome. “Questo dimostra che non c’è alcun accanimento ad personam. Il regolamento del partito è ferreo, sottolinea Napoli. C’è una circolare, del 21 luglio scorso, firmata dal vicario nazionale della commissione garanzia, Luigi Berlinguer che dice chiaramente: non possono essere registrati all’anagrafe persone che hanno promosso e/o fatto parte di partiti, movimenti e liste, che hanno ingenerato una pubblica rottura con il partito stesso. Il caso Arnone è evidente che rientri in questi estremi”.
Proprio sulla circolare del 21 luglio fa il muso duro Arnone: “Questo documento è stato firmato dopo le consultazioni provinciali del 2008, replica, quindi non può avere alcuna validità. Sono un avvocato e conosco bene i provvedimenti e la loro applicabilità, che non può essere retroattiva. Mi preme sottolineare che io, nel 2008, se è vero che ho corso da solo, come candidato alla presidenza della provincia, è altrettanto vero che ero sostenuto da una serie di deputati nazionali e che io stesso, in quella circostanza, invitavo gli elettori a votare, al consiglio provinciale, per il Pd. Ritengo che in tutto ciò ci sia una manovra politica, che rinvigorisce una serie di dissapori con l’onorevole Angelo Capodicasa. Ma io sono ottimista, non solo sarò parte del partito, ma ad ottobre prossimo correrò, sempre per il Pd, alle elezioni per il rinnovo della Costituente nazionale. Vi anticipo, inoltre, che doma ni parteciperò a Palermo alla riunione del coordinamento del partito, che sostiene la candidatura di Franceschini a segretario del Pd. Vi anticipo anche che molto presto dedicherò un intero libro a Capodicasa”. Capodicasa in merito alla vicenda si limita a dire: “Sono tutte sciocchezze. Condivido la linea del mio partito e non ho intenzione alcuna di replicare”. M.P.

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