A Brancaccio una fiaccolata| a 16 anni dalla morte di don Puglisi - Live Sicilia

A Brancaccio una fiaccolata| a 16 anni dalla morte di don Puglisi

In memoria di 3P, il ?prete scomodo?
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“Forse la gente si è resa finalmente conto che in momenti come questi dobbiamo fare vedere quanti siamo”. A parlare è Maurizio Artale, presidente del centro Padre Nostro, fondato da Don Pino Puglisi, nel giorno del ricordo del suo omicidio per mano mafiosa. Quest’anno la manifestazione ha registrato una partecipazione maggiore rispetto agli anni precedenti.

La fiaccolata organizzata in onore del parroco di Brancaccio, quartiere periferico di Palermo, è partita alle 21 da piazzale Anita Garibaldi. A introdurre la manifestazione è stato il parroco don Maurizio Francoforte, secondo il quale “c’è da fare ancora tanto, c’è da portare molta luce in questa zona d’ombra”.

Diverse le personalità politiche e istituzionali presenti, fra cui il presidente del Consiglio comunale Alberto Campagna: “Siamo noi, uomini delle istituzioni, attraverso la nostra partecipazione, a dover lanciare per primi questo segnale, per non dimenticare quello che ha fatto, che ha rappresentato Padre Puglisi in questa città e in una zona di questa città, Brancaccio. Siamo qui per non dimenticare.”

La fiaccolata è stata scandita dalla lettura di passi del Vangelo e dei pensieri di padre Pino Puglisi tratti dal libro di Giuseppe Bellia, docente della facoltà Teologica San Giovanni Evangelista di Sicilia. Grandi e bambini del quartiere hanno assistito all’evento dai loro balconi e davanti alle porte delle loro case.

La fiaccolata è terminata in via San Ciro, dove si trova il centro polivalente sportivo, accanto alla sede del centro Padre Nostro. E’ un bambino a chiuderla, tenendo in mano un cero: “Cosa di più bello ci può essere per una vita che cresce, una speranza? – conclude don Maurizio Francoforte – noi sappiamo dove vogliamo andare. Vogliamo costruire, vogliamo vedere una cività dell’amore, come la chiamava Giovanni Paolo II, una società bella, migliore. E per questo ognuno deve fare qualcosa, e ognuno nel suo ambito, nel suo giardino. Ma nessuno di noi è esente dal realizzare questo mondo migliore”.


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