I pizzini e le intercettazioni - Live Sicilia

I pizzini e le intercettazioni

Omicidio Bonanno
di
2 min di lettura

“Per quanto riguarda quello che si chiamava come il suo paesano, purtroppo non c’ è stato modo di scegliere altre soluzioni, in quanto se ne andava di testa sua. Tentativi per non arrivare a brutte cose ne sono stati fatti parecchi, anche mettendogli una persona accanto, ma non è servito lo stesso a niente. E a questo punto abbiamo dovuto prendere con D. questa amara decisione”.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti il ‘pizzino’ fa riferimento alla decisione di eliminare Giovanni Bonanno. Il “compaesano cui si fa riferimento, sarebbe un corleonese omonimo della vittima. Mentre “D” altri non sarebbe che il boss Diego Di Trapani che sta scontando una condanna a 13 anni per mafia. Ad avvalorare la tesi dell’accusa ci sono anche le dichiarazioni dei pentiti, come Gaspare Pulizzi che ha condotto gli investigatori fino al luogo di sepoltura del corpo di Bonanno a Villagrazia di Carini, in un terreno adibito a cimitero di mafia. A queste si affiancano altre intecettazioni, captate nel box di Nino Rotolo dove si tenevano i summit di mafia.

La causa della decisione di eliminare Giovanni Bonanno – che ha seguito la stessa sorte del padre Armando, ucciso nel 1988 – starebbe nella ‘cresta’ sul pizzo che il giovane boss avrebbe fatto, danneggiando i familiari dei carcerati. Ne parlano i boss Nino Rotolo, Franco Bonura e Nino Cinà, intercettati dalla squadra mobile di Palermo. “E’ un pazzo scatenato (…) si è fottuto i soldi, ha abbandonato i carcerati”. L’8 settembre del 2005, sempre nella villa di Rotolo, viene già emessa una sorta di sentenza. “Noi siamo sempre fermi al discorso di questo Bonanno è giusto? Che ora è diventato…” – diceva Rotolo con Cinà che lo interrompeva per continuare – “…pesante”. I due allora decisero di investire della questione Diego Di Trapani, l’uomo messo a suo fianco nella reggenza della famiglia di Resuttana, che a sua volta fa sapere di attendere anche lui soldi dal giovane Bonanno. Fino al fatidico: “E’ indisciplinato. La sua lampadina dobbiamo stutarla”.

E nello stesso pizzino riconosciuto da Lo Piccolo, il boss comunicava a Provenzano quali fossero le decisioni prese sulla gestione del territorio dopo l’eliminazione di Bonanno. “Ora caro zio – continuava Lo Piccolo -, la metto a conoscenza che Diego, come le ho già detto in una mia precedente, si trova agli arresti domiciliari. E si sta mettendo in movimento per riprendere a giostrare sia Resuttana che i paesi di loro competenza, che sono Arenella e Acquasanta. In più le faccio sapere e la metto pure a conoscenza che questo tipo di incarico Diego l’ aveva avuto prima del suo ultimo arresto da Nino Mad.: quindi penso che Diego a questo punto può benissimo operare”. Il “Diego” citato nel pizzino altri non sarebbe che il vecchio boss Diego Di Trapani che attulmente sta scontando una condanna a 13 anni per mafia.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI