"Mangano ad Arcore | per proteggere Berlusconi" - Live Sicilia

“Mangano ad Arcore | per proteggere Berlusconi”

LA REQUISITORIA AL PROCESSO DELL'UTRI
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“Cosa nostra ha assunto ufficialmente la protezione di Berlusconi”. Usando le parole dei pentiti Di Carlo e Galliano, il pg Nino Gatto, illustra alla corte come il reale ruolo di Vittorio Mangano non fosse mai stato quello di stalliere della villa di Arcore del presidente del consiglio, ma di persona chiamata a proteggere la famiglia del premier in un periodo (siamo in pieni anni ’70) in cui impreversavano nel Milanese i sequestri di persona ai danni degli imprenditori. E’ il primo tassello della requisitoria nel processo d’appello a Marcello Dell’Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e condannato in primo grado a 9 anni. Secondo l’accusa il senatore del Pdl è stato l’intermediario attraverso il quale Mangano è giunto ad Arcore.

“E’ stato necessario spostarsi all’estremo sud, nonostante le maestranze della Brianza e della Padania, per trovare uno che sapeva poco o nulla di coltivazioni? Bastava vedere i precedenti di Mangano, interessi di tutt’altra natura” attacca Gatto che cita i testi sentiti in giudizio a proposito. Fra questi anche un giardiniere di origine ispanica che, in una testimonianza, parlava di Mangano come di un “dirigente”.

E il pm butta giù duro: “Mangano e famiglia sedevano allo stesso tavolo con Berlusconi. E non è una millanteria, lo dimostra la cena di San Silvestro del 1984, come è pacificamente emerso” a cui avrebbe partecipato anche un reale. “Mangano era tanto uomo di fiducia – continua l’accusa – da accompagnare i bambini a scuola e addirittura la moglie di Berlusconi. Per proteggerli. Ma a quali pericoli Mangano poteva da solo far fronte?” facendo intendere che fosse la sua caratura di uomo d’onore la garanzia di protezione.

La tesi dell’accusa è che Mangano fosse stato scelto per le sue qualità personali, note a Dell’Utri sin dal momento in cui l’ha conosciuto (in una partita di calcio del Bacigalupo), è che fosse stato assunto per essere “ostentato”, per dargli “massima visibilità” per avere una protezione nell’ambiente dei sequestri del Milanese.

La requisitoria del pubblico ministero proseguirà per altre tre udienze, poi sarà la volta delle arringhe della difesa rappresentata da Nino Mormino, Angelo Alessio Sammarco e, come colleggio integrativo, da Pino Di Peri e Pietro Federico.


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