In giro per i seggi di Palermo - Live Sicilia

In giro per i seggi di Palermo

Primarie PD, il reportage
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Ore 7 del mattino, il gazebo di piazza Ruggiero Settimo è ancora chiuso (il presidente del seggio arriverà con dieci minuti di ritardo), eppure c’è già un’elettrice ad attendere di votare. “Una si precipita perché ha cose da fare e qui ancora non c’è nessuno”, si lamenta Eleonora, una signora sulla settantina che non mostra molta voglia di parlare. Inizia così la grande giornata delle primarie del Partito Democratico in uno dei gazebo più centrali tra i 31 allestiti a Palermo, una giornata che servirà a stabilire chi tra Bersani, Franceschini, Marino sarà il prossimo segretario nazionale e chi, al contempo, la spunterà a livello regionale tra Lumia, Lupo e Mattarella.
Avviciniamo uno dei signori che ha fatto la levataccia per esprimere la sua preferenza. “Non mi aspetto niente, non ho molte speranze, sono qui perché dicono che votare è un dovere, anche se a molti non interessa”, ci spiega con una certa rassegnazione. Non tutti sono d’accordo con lui, come Saverio, 65 anni, il quale si dice speranzoso “che da questa elezione possa nascere un partito più coerente, forte e responsabile, che mostri una certa serietà politica in modo da aiutare il Paese a crescere”. Ma tra la gente ad aspettare fuori dal seggio non c’è soltanto il popolo del Pd.  “Può votare anche un non militante di sinistra? Così ci possiamo scegliere l’avversario. Piuttosto che avere Franceschini alla segreteria preferirei Bersani, che stimo”, argomenta Marinella, 47 anni, sollevando una questione d’assoluta attualità. Nei giorni scorsi, infatti, si è parlato a lungo delle possibilità di “inquinamento” del voto da parte di comuni cittadini e politici di centrodestra, con il Pd che ha fatto presente che non possono votare gli iscritti ad altri partiti, invitando gli avversari ad astenersi dal voto.
Il nostro giro della città prosegue passando per il seggio di piazza Indipendenza, dove alle otto e mezzo l’affluenza è già discreta. Chiediamo a un elettore che cosa si aspetta dalle elezioni. “Ca canciunu tutti cosi (che cambino tutte cose, ndr) – risponde Pietro, pensionato -. L’ultima volta ci hanno fregato le alleanze che abbiamo fatto, altrimenti saremmo ancora al governo”. “Io mi aspetto che il nuovo partito faccia qualcosa per le classi più deboli, come per noi pensionati: per esempio ridurre le tasse. Certo, speriamo che non litighino più”, dice Maria, 69 anni. Tra gli elettori c’è anche chi avrebbe preferito la presenza di altri candidati, ma che vota comunque per senso del dovere. “Di tutti e tre gli aspiranti segretari nazionali nessuno è in grado di fare niente. Io sono di sinistra da sempre, ma onestamente sarei stato più felice di votare Beppe Grillo”, confessa con una punta di sarcasmo Domenico, un impiegato trentaduenne, fuori da uno dei gazebi di Corso Calatafimi.
Al seggio in piazza Bellini troviamo a votare anche un immigrato dello Sri Lanka, da 19 anni in Italia. Poco più tardi, alle 10, al gazebo di fronte alla stazione centrale, si presenta un elettore d’eccezione. È Giuseppe Lumia, con la famiglia al completo, che chiede come sta andando il sondaggio di Live Sicilia sulla corsa alla segreteria regionale. Lumia elude con un “no comment” la domanda sulle polemiche della settimana scorsa con Mattarella a proposito del sostegno a Bersani e concentra invece la sua analisi su quello che per lui è il dato più importante, ovvero la risposta dei  cittadini alle primarie. “La partecipazione è una grande risorsa e un partito che investe sulla partecipazione può maturare e fare grandi cose. L’unità che bisogna costruire è un’unità progettuale, del fare, dell’innovazione. Di altre cose, che rischiano di trasformarsi in meri apparati, non abbiamo bisogno”.
Sono quasi le 11 quando arriviamo a piazza Don Bosco, dove al gazebo ci sono più di cinquanta persone in fila in attesa del loro turno. “Vale la pena aspettare per dare il nostro voto, perché è importante che si dia un segnale per fare capire al governo che non tutti sono contenti del suo operato, come vogliono far credere. Noi siamo qui perché non siamo pecore”, afferma Eleonora, un’insegnante di 45 anni. Al gazebo di piazza Don Bosco c’è un altro elettore-candidato, Bernardo Mattarella, che ha le idee chiare sul tipo di partito che verrà fuori al termine delle elezioni: “Un partito che ha recuperato il contatto con la sua base, ossia gli elettori, gli iscritti. Questo fatto ovviamente è solo un punto di partenza e dovrà tramutarsi in una maggiore responsabilità da parte di chi guiderà il Pd”.
Ottima affluenza anche al seggio in via Ammiraglio Rizzo, dove tra gli altri vota Rita Borsellino, sostenitrice delle candidature di Dario Franceschini e Giuseppe Lupo. Secondo la parlamentare europea del Pd, dalle primarie “uscirà un partito vero, forte, con un progetto politico chiaro, un partito in cui si lavorerà tutti insieme valutando le proposte derivanti dalle varie mozioni”.

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