Fiat, Marchionne su Termini: |"In cassa non c'è un euro" - Live Sicilia

Fiat, Marchionne su Termini: |”In cassa non c’è un euro”

L'ad: "Pronti a discutere col governo"
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“Ho controllato, non c’è nemmeno un euro nelle casse della Fiat”. Così l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, risponde ai sindacati che sostengono che il Lingotto ha incassato 500 milioni con il contratto di programma 2008 per lo stabilimento siciliano di Termini Imerese. “Non abbiamo preso – aggiunge Marchionne – un euro da nessuno. E’ stato ritirato, il governo non lo ha ancora approvato. La comunità europea lo ha fatto, ma non ha pagato niente. Mi dicano dove stanno questi soldi che li andiamo a trovare anche noi”.

“Siamo pronti a discutere con il governo. Ma non si può pensare di difendere tutto e di tenere tutti gli stabilimenti aperti”. Continua Marchionne precisando che le indiscrezioni circolate sul piano per gli stabilimenti italiani “sono in parte veritiere, in parte no”. “Aspettiamo di incontrare il ministro – ha aggiunto – siamo stati piuttosto chiari a giugno nell’incontro con il presidente Berlusconi, c’è poco da aggiungere”. Marchionne ha affermato che “non si può pensare di difendere tutto e di tenere tutti gli stabilimenti aperti, perché questo non è fattibile in un mondo che è cambiato drasticamente”. “Abbiamo un piano industriale intelligente – ha detto – e riusciremo ad aumentare la capacità produttiva del paese, ma non possiamo tornare ad una realtà che non esiste più”.

“Abbiamo in Italia sei stabilimenti – ha proseguito – e produciamo l’equivalente di quello che si realizza in una sola fabbrica in Brasile. Questo non ha nessuna logica industriale, riflette una realtà che non c’è più”. L’ad del Lingotto ha ribadito che c’è “l’impegno della Fiat a risolvere tutti i problemi legati al riallineamento della capacità produttiva. Confermo che siamo disposti a lavorare con il governo e le parti sociali, ma cerchiamo di non illuderci”. “Capisco la posizione degli operai – ha detto Marchionne – sono disposto a lavorare con tutti, ma bisogna confrontarsi sulla realtà industriale e vedere qual’è la soluzione intelligente. La Fiat fa auto, camion, trattori e motori. La politica industriale di sviluppo di questo Paese la fa il governo, non può essere responsabilità della Fiat”.


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