Regione, la lunga via dei rospi - Live Sicilia

Regione, la lunga via dei rospi

Il dottor Sottile
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Neanche il prestigiatore piu’ raffinato avrebbe potuto sfiorare i successi che Raffaele Lombardo ha messo a segno con la formazione del suo terzo governo: dopo avere conquistato a maggio l’immenso potere che era stato per sette anni nelle mani di Toto’ Cuffaro, a dicembre ha sentito il bisogno di portare nella piccola casa fatata dell’Mpa anche quei quattro sgabelli che, forse per una errata congiunzione astrale, erano rimasti nelle mani di Algelino Alfano e di Renato Schifani. E c’e’ riuscito. Bel colpo, chapeau.
Non solo. Nemmeno il piu’ avvolgente incantatore di serpenti avrebbe ottenuto da un avversario politico tutto quello che il Presidente della Regione ha ottenuto dal Pd siciliano. Il segretario Lupo e il capogruppo Cracolici gli hanno consentito di ricostruire una maggioranza senza chiedere in cambio, almeno formalmente, ne’ incarichi di governo ne’ posti di sottogoverno. E quando il mago venuto da Catania ha ritenuto di imporre ai nuovi arrivati il sigillo del proprio comando, i due hanno persino baciato il rospo sul quale fino a un mese fa avevano sputacchiato senza pudore e senza riserve: hanno accettato cioe’ il rientro in giunta di quel Gaetano Armao nei confronti del quale Cracolici in persona aveva sottoscritto una mozione di sfiducia per conflitto di interesse. Certo, il motivo che ha spinto Lombardo a riconfermare nell’incarico un assessore al quale aveva appena ritirato tutte le deleghe, resta un mistero ancora tutto da chiarire. E restano da capire anche le ragioni che hanno convinto Cracolici a dimenticare di colpo persino il fatto che Armao, di fronte a una serie di contestazioni fatte pubblicamente, aveva addirittura risposto con una minaccia di querela. Ma, a parte gli interrogativi, vale comunque il risultato: l’incantatore Lombardo e’ riuscito a ipnotizzare un partito che, con l’elezione di Lupo alla segreteria non solo sembrava refrattario a ogni inciucio, ma prometteva anche di marciare verso una linea unitaria. Dopo meno di un mese i fatti ribaltano le previsioni: l’inciucio si e’ fatto e il partito e’ cosi’ spaccato che sembra quasi il riflesso speculare del Pdl. Per il Governatore un’altra medaglia.
Ma non e’ finita. Con l’arruolamento del Pd e dei suoi ventinove deputati, sbiadisce per contrappunto il ruolo del Pdl-Sicilia.
Certo, il ribelle Micciche’ puo’ sempre fare le bizze o minacciare un clamoroso abbandono. Ma a quel punto Lombardo – che ormai maneggia le alleanze con la stessa scioltezza con cui il prestigiatore maneggia le carte da gioco – sarebbe anche capace di chiedere l’appoggio esterno a Cuffaro. Si dira’: ma Cracolici e Lupo bacerebbero anche quel rospo? E perche’ no: hanno baciato Armao, hanno baciato Marcello Dell’Utri, padre putativo e gran consigliere di Micciche’, perche’ non dovrebbero baciare Toto’ “vasa vasa”? Coi rospi si sa dove si comincia e non si sa dove si finisce.


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