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Piange il Telefono Azzurro

Viaggio nella crisi dell'ente
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“Siamo fuori!”, denunciano i 25 ex lavoratori di Telefono Azzurro, davanti alla sede di via Puglisi a Palermo. Categorica è stata dunque la chiusura da parte dei vertici dell’Associazione S.O.S. Il Telefono Azzurro Onlus ai danni dei 25 Operatori di Risposta Telefonica di Palermo (ORT) che avevano in gran parte rappresentato, dalla sua origine nel 2003 fino al 31 dicembre 2009, il servizio di emergenza infantile 114 del Telefono Azzurro. Nessun rinnovo dei contratti,  Questa, la conclusione all’incontro del 5 gennaio 2010 tra i vertici della Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale Telefono Azzurro (TA) e i rappresentanti sindacali della Cisl. Una fine che macchia, forse, la fedina di quell’ “Ente Morale” (grazie al decreto del 1990 del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga) che, per oltre 20 anni, si è erto a modello di civiltà nazionale, garantendo 24 ore su 24 “la qualità dell’ascolto e dell’intervento con i bambini e gli adolescenti”, per utilizzare le stesse parole del suo Fondatore e Presidente, Ernesto Caffo. Un “Ente Morale” solo in parte dunque, che tutela i diritti dei bambini e degli adolescenti, dimenticando forse quelli dei lavoratori? Quegli stessi lavoratori che, per oltre 2 anni, hanno svolto il loro mestiere con “passione e professionalità”, oggi infatti raccontano di aver dovuto lasciare il campo di battaglia senza alcuna garanzia di informazione o sia pure di sostegno.
“Sapevamo che i nostri contratti sarebbero decaduti il 31 dicembre 2009, insieme alla scadenza dell’intero progetto 114 Emergenza Infanzia (assegnato in gestione al Telefono Azzurro, a partire dal 2003, da parte dei Ministeri Italiani di Comunicazioni, Pari Opportunità e Lavoro, e Politiche Sociali) – racconta Monica (nome “di copertura” come tutti gli altri), uno di quei 25 operatori tagliati fuori dal Telefono Azzurro – O almeno così ci era stato ufficialmente comunicato. Il 28 Dicembre 2009, infatti, a 72 ore dalla decadenza del nostro contratto, visitando casualmente il sito del Ministero delle Pari Opportunità, abbiamo scoperto che  ‘il servizio pubblico 114 Emergenza Infanzia sarà garantito fino ad aprile 2010’  essendo stata sottoscritta la proroga tecnica della convenzione in atto tra il Ministero delle Pari Opportunità e l’Associazione S.O.S. Il Telefono Azzurro Onlus (proroga pubblicata sul sito del Ministero il 23 dicembre e firmata il 17 dicembre 2009 e che prevede fino ad aprile 2010 un contributo di €400.000, un terzo dell’intero contributo di un anno)”. E cosa avrebbero dovuto pensare i 25 professionisti se non che il “pacchetto 114” sarebbe stato prorogato completo del suo prezioso contenuto lavorativo? Illusi. Nella riunione assembleare del 30 dicembre 2009, ai 25 operatori di 114 Emergenza Infanzia (tra cui due giovani mamme da appena 4 mesi) è stato infatti comunicato che, per mancanza di fondi, il decadimento del loro contratto è definitivamente accertato, sebbene il servizio 114 verrà prorogato “garantendo gli stessi livelli di qualità ed efficacia anche attraverso l’impiego di volontari del Servizio Civile”. Arrivederci e grazie.  E a nulla sono valse le controproposte portate avanti dai rappresentanti sindacali della Cisl per l’utilizzo di ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione Guadagni e mobilità), mantenendo però quel contratto lavorativo di 40 ore settimanali che garantirebbe agli ORT una continuità del lavoro e dell’impegno prestato. “A noi sembra che il Telefono Azzurro abbia ragionato non da Onlus, ma da azienda! – esordisce Mimma Calabrò, segretario generale Cisl Sicilia – Cosa sarà dunque dei €400.000 garantiti all’ente, fino ad aprile 2010, dal Ministero delle Pari Opportunità? E che ne è stato del contributo della Regione Siciliana assicurato dal decreto assessoriale del 23 gennaio 2009? E delle generose donazioni del sultano dell’Oman destinate alla sede di Palermo? E ancora del 5 per mille, e delle eredità concesse?”. Uno schiaffo inaspettato. E, in sottofondo, storie di crisi.  C’è il caso di Valentina, capo turno al nono mese di gravidanza, alla quale, in data 30 dicembre 2009, era stata confermata la decadenza del contratto. “Fino a questa mattina ero fuori, perché al nono mese di gravidanza, oggi, soltanto oggi, si sono ravveduti e hanno deciso di riconfermarmi fino ad aprile 2010”,  racconta lei a poche ore dalla conclusione della trattativa sindacale del 5 gennaio 2009. “E’ sempre stato così – racconta Giulia, una ex operatrice del Telefono Azzurro – ho lavorato nella sede di Telefono Azzurro a Palermo, con contratti a progetto della durata di 6 mesi e, puntualmente, nello stesso giorno della scadenza, il contratto veniva rinnovato automaticamente. Fino a ottobre 2008, quando, senza alcuna giustificazione qualitativa, il rinnovo è stato invece negato a me, come ad altri 4 miei colleghi. E lo stesso è successo poi, a maggio 2009, ad altre 2 colleghe. La precarietà è di casa al Telefono Azzurro, questa situazione non mi stupisce affatto!”.  E  i lati oscuri, oggi, sembrano moltiplicarsi di minuto in minuto perché, a trovarsi in una situazione di difficoltà non sembrano essere solo i 25  mandati a casa. “La continuità della qualità e l’efficacia del servizio, ‘garantita’ nel comunicato stampa del Telefono Azzurro del 5 gennaio, non può che essere fittizia – racconta Paola, una degli otto capi turno ancora in servizio al 114 Emergenza Infanzia – Non solo la qualità del servizio, ma il servizio stesso non può essere garantito senza i 25 operatori. Attualmente al 114 stiamo lavorando in una situazione di assoluta follia. Un solo capo turno non può gestire e seguire contemporaneamente sia i volontari del Servizio Civile Nazionale, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, che i casi di bambini e adolescenti con bisogno di assistenza. In questo modo, ogni qualvolta ci sia un caso da seguire, 6 dei 7 computer a nostra disposizione devono essere spenti e le linee scollegate, sempre che non si voglia far gestire casi gravi ai ragazzi  che lavorano con noi soltanto da ottobre 2009 e che hanno ancora bisogno di supporto e formazione. Per noi il servizio 114 ha cessato di esistere lo scorso 31 dicembre 2009, perché la mission non esiste più”.


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