"Disastro ambientale" |il comune di Noto denuncia l'Eni - Live Sicilia

“Disastro ambientale” |il comune di Noto denuncia l’Eni

Un falla nell'oleodotto mette a rischio l'agricoltura
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Il comune di Noto rende noto di aver presentato un esposto alla procura della Repubblica di Siracusa la società Eni Mediterranea Idrocarburi per disastro ambientale. In particolare si fa riferimento a quanto causato nella contrada Tagameli, in territorio di Noto, a seguito della rottura di un tubo dell’oleodotto che trasporta greggio da Ragusa agli stabilimenti Eni di Priolo.

Nella nota inviata alla procura della Repubblica dal comandante della polizia municipale di Noto si legge, in dettaglio cronologico, la successione degli eventi che vanno dalla individuazione del danno il 17 gennaio scorso, a seguito della segnalazione di un agricoltore del posto, alle varie operazioni che si sono succedute da quel momento. Il primo intervento, ad opera di una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Palazzolo Acreide, ha potuto appurare che il danno è stato presumibilmente causato da un cedimento della struttura dell’oleodotto. Poi è intervenuta una squadra di tecnici dell’Eni di Ragusa, avvisati tramite la Protezione civile di Siracusa, e una dei vigili del fuoco di Siracusa che ha ha intercettato e bloccato la fuoriuscita di greggio, e quindi nell’inizio delle operazioni per la bonifica del sito, ad opera dei vigili del fuoco, con la sistemazione di sacchi assorbenti ed altro materiale.

Ieri, per gli accertamenti di competenza, è intervenuto sul posto il personale dell’Arpa di Siracusa. Personale del comando della polizia municipale ha effettuato una ricognizione lungo il torrente interessato, attraverso il Vallone Ciurca fino al ponte sul fiume Tellaro, accertando la presenza di greggio depositato sulle piante e sulle rocce vicino al torrente (a circa 300 metri dal punto di rottura era presente ancora abbondante liquido lungo l’alveo del torrente).

Nella nota inviata ai giudici viene, infine, precisato che nella zona interessata dal disastro vige il vincolo idrogeologico ed il vincolo fluviale, inoltre sono presenti sorgenti e precisamente una a valle (a circa 1,3 chilometri dal punto di sversamento) e due a monte (a circa 800 metri dalla falla dell’oleodotto). Le contrade coinvolte sono interessate alla produzione dell’Olio di Oliva degli Iblei DOP ed inoltre ivi insistono parecchie aziende agro-zootecniche con la produzione di latte e carne.


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