Crolli, la mappa del rischio| del centro storico di Palermo - Live Sicilia

Crolli, la mappa del rischio| del centro storico di Palermo

Inziative bipartisan a palazzo delle Aquile
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Favara docet. La tragedia che ha investito la famiglia Bellavia nel comune agrigentino ha fatto riflettere anche gli amministratori del capoluogo siciliano. Così questa mattina, da destra e sinistra, sono partite riflessioni, accuse, proposte sulla questione dell’edilizia fortemente degradata nel centro storico palermitano. Il dibattito sul tema della sicurezza edile si è mosso trasversalmente a partire dalla Mappa del rischio elaborata dall’Ufficio del Centro Storico, che ha censito i circa 1600 edifici non sicuri nei quartieri storici della città.

La mappa degli edifici pericolanti

La mappa degli edifici pericolanti

L’assessore comunale al Centro storico, Maurizio Carta, ha annunciato di avere avviato un programma di interventi programmati, alcuni dei quali già attuati alla fine del 2009 e altri previsti per i primi mesi del 2010. “Lo stanziamento – ha detto Carta – ammonta a 784 mila euro già utilizzabili con il metodo del ‘contratto aperto’ e 393 mila euro recentemente deliberati per i quali si sta procedendo all’individuazione della ditta”. Intanto dal Partito Democratico, il capogruppo in sala delle Lapidi Davide Faraone denuncia: “dalle stime dell’ufficio del centro storico sappiamo che circa 10.000 famiglie, sia extracomunitarie che palermitane, versano in situazioni molto simili a quella di Favara. Dei 371 alloggi popolari costruiti durante le ultime legislature – continua Faraone – soltanto 122 sono stati assegnati a famiglie inserite nelle graduatorie dell’emergenza abitativa. Il resto degli immobili è stato affidato alle forze dell’ordine”. Tra la documentazione che i democratici hanno presentato questa mattina in conferenza stampa, anche una delibera del 2006, inerente i contributi a fondo perduto per il recupero di immobili degradati nel centro storico della città. In quell’occasione fu presentato un emendamento che restringeva il campo d’azione agli edifici indicati nella mappa come “pericolanti urgenti” o “pericolanti”. “Quell’emendamento – ha incalzato Faraone – è stato respinto: eravamo a un anno dalle elezioni e con i contributi a fondo perduto qualcuno ha pensato di allargare il raggio d’azione in vista dell’imminente tornata elettorale. Chi ieri ha respinto quell’emendamento è da ritenersi oggi responsabile politicamente di quanto potrebbe accadere”. Responsabili di ieri, ma anche riferimenti al presente: secondo Faraone, infatti “tutto quello che è stato fatto dall’amministrazione attiva è stato effettuare i sopralluoghi, verificare lo stato di agibilità e, in caso di pericolo, darne comunicazione tramite un avviso affisso davanti l’edificio. Sia chiaro – ha concluso Faraone – che questo li solleva da eventuali responsabilità penali, ma non da quelle politiche”.

Infine un appello, lanciato dal consigliere democratico Rosario Filoramo, membro della commissione urbanistica, agli imprenditori: “non cementificate ulteriormente la città, ma contribuite al recupero di uno dei centri storici più grandi d’Europa”. Questa sera, intanto, in consiglio comunale sarà presentata la delibera d’iniziativa consiliare del Pd, che propone la costituzione di apposite STU (Società di Trasformazione Urbana), allo scopo di recuperare gli immobili del centro storico della città.


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