La tanto attesa boccata d’ossigeno per l’agricoltura siciliana è arrivata. L’Ars ha infatti approvato all’unanimità la legge sulla disciplina dell’agriturismo, la quale contiene un emendamento governativo che prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro a sostegno del settore messo in ginocchio dalla crisi economica. Un quarto di questi fondi, pari a 12.5 milioni, andranno a finanziare il comparto agrumicolo, con la conseguenza che nelle prossime settimane verranno ritirati 5 mila vagoni di arance da impiegare nella produzione di succhi, un fatto che consentirà allo stesso tempo di rilanciare il mercato e di aiutare popolazioni in difficoltà come quella di Haiti. A inizio seduta sembrava che la misura a favore del settore agricolo potesse essere oggetto di una revisione, visti i dubbi sollevati dagli uffici di presidenza, secondo cui l’emendamento sarebbe a rischio impugnativa da parte del commissario dello Stato. L’intervento di Titti Bufardeci ha però aiutato a sbloccare lo stallo e a votare la norma, perché l’assessore ha garantito che l’emendamento ha ottenuto l’avallo tecnico del ragioniere generale Enzo Emanuele e di Rosaria Barresi, dirigente generale degli interventi strutturali in agricoltura.
Agricoltura, una boccata d’aria
da cinquanta milioni

Bel modo di risolvere la crisi del comparto agrumicolo. Si utilizza danaro pubblico per ritirare la produzione invenduta di arance (circa 5 mila vagoni) fare succhi e inviarli ad Haiti.
Come sempre prevale la logica assistenzialistica a quella di sviluppo.
Perché, invece di ritirare dal commercio le arance siciliane, le migliori per qualità, non si ritirano tutte quelle provenienti da paesi terzi (Spagna, Turchia, Egitto, Marocco e persino Argentina, Uruguay e Sud Africa)?
Le nostre sono certificate DOC e IPG, quelle che vengono dall’estero cosa hanno?
Titti avrebbe fatto meglio ad eliminare la concorrenza sleale che viene da questi paesi, ritirando le arance importate e favorendo la vendita delle nsotre.
Come fanno le arance che vengono dal Sud Africa a costare meno di quelle siciliane? Si coltivano da sole? Viaggiano gratis per 15 KM? Contengono pesticidi da noi vietati e non più utilizzati?
Le domande che dovrebe porsi un amministratore serio dovrebbero essere queste; ma si sa, elargendo contributi a pioggia è più facile avere un ritorno di voti. Se ti adoperi per sviluppare veramente una regione, un po’ meno. Ammesso che loro (i politici) sappiano cosa sia lo sviluppo dell’isola!