Piano casa, che fatica - Live Sicilia

Piano casa, che fatica

Tutte le trappole all'Ars
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In mezzo alle tante indecisioni che accompagnano l’attività del Parlamento siciliano, c’è anche una certezza: per il Piano casa ci sarà ancora da aspettare. Lo si era capito già, ma nella seduta di ieri è arrivata la conferma. A causa della valanga di emendamenti presentati da tutti i partiti rappresentati a sala d’Ercole, il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, si è infatti convinto dell’opportunità di rinviare a martedì l’inizio della votazione del disegno di legge sul sostegno dell’attività edilizia e la riqualificazione urbanistica. Nel frattempo, la commissione Territorio e ambiente avrà il compito di analizzare i circa 400 (su 600 iniziali) emendamenti giudicati ammissibili dagli uffici di presidenza. La decisione di Cascio è stata motivata dalla necessità di arrivare al momento della votazione con un testo il più snello possibile, con l’accorpamento degli emendamenti simili, per accelerare i lavori di un’aula che da tempo procede a rilento.

Mentre la patata bollente del Piano casa viene rinviata alla settimana prossima, si registra comunque qualche novità sul fronte legislativo, grazie all’approvazione del ddl sul reinserimento lavorativo dei disoccupati over 50, che tra l’altro prevede sgravi contributivi per i datori di lavoro che assumeranno gli ultracinquantenni. “A 50 anni si è troppo vecchi per ritrovare un lavoro e troppo giovani per ottenere la pensione. Questa legge – ha detto il relatore Salvatore Lentini – è un gesto doveroso per permettere a queste persone di tornare a lavorare e riacquistare serenità e dignità”.

Sempre in tema di tutela dei lavoratori, sono stati votati all’unanimità due ordini del giorno: il primo impegna il governo Lombardo a intervenire con urgenza per impedire la chiusura dello stabilimento Keller di Palermo e mantenere i livelli occupazionali; con il secondo, s’impegna l’esecutivo regionale ad avviare al più presto i cantieri di lavoro per disoccupati. Nel corso del dibattito che ha portato all’approvazione dei due ordini del giorno, l’assessore Lino Leanza ha voluto chiarire che la giunta sta già studiando delle misure per evitare la perdita di altri posti di lavoro. “Entro un mese e mezzo presenteremo un piano sull’occupazione per invogliare gli imprenditori, soprattutto siciliani, a investire e dare nuove possibilità ai lavoratori. Abbiamo appena approvato una parte importante del Par Fas (il programma attuativo regionale dei fondi per le aree sottoutilizzate, ndr) che metterà in circolazione risorse per 590 milioni di euro. Il governo – ha concluso Leanza – non aspetterà inerte che chiudano tutte le altre fabbriche e farà il possibile per salvaguardare il diritto al lavoro”.

Sembrava dovesse essere approvato senza problemi anche l’ordine del giorno sul riavvio delle procedure di scioglimento dell’Ente autonomo portuale di Messina, uno dei tanti carrozzoni regionali di cui da più parti si chiede la soppressione, istituito nel 1951 con l’obiettivo, mai realizzato, di gestire una zona franca all’interno del porto della città dello Stretto. Ma Raffaele Lombardo ha chiesto e ottenuto dall’aula di rinviare la votazione del documento alla settimana prossima, in attesa che gli ispettori della Regione presentino i risultati dell’indagine tecnica in corso sull’ente.

Dopo il lungo dibattito e l’infinita serie di distinguo dell’ultima seduta, in cui pareva profilarsi lo scenario di un secondo rinvio in commissione, sta per vedere la luce il ddl sulla disciplina dell’agriturismo. I deputati regionali hanno infatti approvato tutti gli articoli della normativa, lasciando in sospeso soltanto la votazione degli emendamenti aggiuntivi che è stata rimandata alla seduta di oggi pomeriggio. In particolare, un emendamento, presentato dal governo, prevede di stanziare 50 milioni di euro in favore dell’agricoltura, di cui 12.5 per il solo settore agrumicolo, uno dei rami più colpiti dalla crisi e già oggetto di una mozione nella seduta di martedì. Se, come sembra probabile, l’emendamento passerà, il primo effetto sarà il ritiro dal mercato di 5 mila vagoni di arance da impiegare nella produzione di succhi che saranno destinati a fini umanitari (aiutando per esempio la popolazione di Haiti), con conseguenti ricadute positive su tutto il comparto agrumicolo.


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