"Non ho visto niente"|Un autobus e mille fantasmi - Live Sicilia

“Non ho visto niente”|Un autobus e mille fantasmi

Dopo l'assalto al mezzo dell'Amat
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“Il Problema di Palermo è il traffico”. No, non è vero. Mettiamo da parte l’antipatica e finta simpatia evitando, almeno per una volta, di accennare quel mezzo sorriso inutile che ci riga amaramente il viso dopo questa frase. Il vero problema di Palermo è un altro, e non è neanche la mafia. Il vero problema di Palermo sono i fantasmi. Spettri che popolano la città assumendo sembianze, forme e colori che molto raramente le persone riescono a cogliere direttamente. Un giorno il fantasma è una montagna di “munnizza”, il giorno dopo sono tre bastonate in testa a un uomo per strada, il giorno appresso il fantasma è vestito in giacca e cravatta, seduto dietro ad una scrivania, e sfoggia un sorriso a cinquantasei denti. Lo spettro è lì, anzi non più. I segni della sua presenza sono ancora tangibili, e qualcuno lo ha anche visto, ma lui è già andato via. Puf, sparito. E’ bastato giusto il tempo di un battito di ciglia che quello spettro si è dileguato sotto la porta, fuori dalla finestra, ha svoltato l’angolo in fondo alla strada.autobus
Così ieri, ad esempio, il fantasma ha preso le sembianze di un autobus dell’Amat con il parabrezza in frantumi. Di un gruppo di teppisti indiavolati. Di due controllori aggrediti semplicemente perchè impegnati a fare il proprio dovere.
Lungo l’asse compreso tra via Oreto, via Belmonte Chiavelli e via Buonriposo ci sono edicole, fruttivendoli, ci sono bar, c’è un vivaio. Ci sono pure i frammenti del parabrezza del mezzo dell’Amat per terra a sottolineare che il fantasma è passato proprio di lì. Eppure nessuno, o quasi, di quanti avrebbero potuto, ne ha avuto la percezione. Fantasmi appunto.
“Ho sentito le sirene della polizia e le auto che sono arrivate di corsa – racconta un edicolante di via Belmonte Chiavelli – l’autobus era ‘malucumminato’, ma non ho visto  chi o com’è che l’hanno ridotto così”.  “C’era questo autobus fermo con i vetri rotti – dice un uomo con un banchetto di arance poco distante dall’edicola -. C’era la polizia, però non so dirle di più. Ma cosa è stato? Un incidente?”. Come un “cucciolo Alfredo avvilito” incassiamo le altre risposte, non dissonanti dalle precedenti, del titolare di un bar e di un rivenditore d’auto: “No, io sinceramente non glielo so dire”. Eppure l’autobus era proprio qui davanti al suo negozio, non l’ha visto? “Sì, l’autobus l’ho visto, lei ha ragione – racconta un altro dopo averci fatto il terzo grado per capire chi siamo -, però non è che so com’è avvenuta la cosa”.
Si va via consapevoli di non riuscire a incontrare stasera qualcuno che abbia quelle “doti paranormali” che gli consentano di entrare in contatto con la realtà e raccontarcela. Sterzando per uscire dal parcheggio, sotto le ruote dell’auto i frammenti di vetro fanno stridere il copertone con un rumore sordo. Allora è naturale un pensiero: forse per sconfiggere il vero problema di Palermo basterebbe semplicemente che qualcuno, almeno una volta, riuscisse a vedere questi benedetti fantasmi.


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