Lombardo: "Vado avanti | E faccio il Partito del Sud" - Live Sicilia

Lombardo: “Vado avanti | E faccio il Partito del Sud”

17.53. "Noi andiamo avanti sulla strada delle riforme e del risanamento, a cominciare dalla finanziaria, che vareremo in giunta dopo avervi inserito tutto quello che serve". Lo ha affermato il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, a conclusione della riunione della sua giunta, convocata a Catania dopo la pubblicazione della notizia di un'inchiesta di presunti rapporti con la mafia da parte del governatore. Il presidente Lombardo ha ribadito "fiducia assoluta nella magistratura, alla quale - ha aggiunto - ci affidiamo per tutelarci da falsità da pattumiera".
Il GOVERNATORE INDAGATO. LA DIRETTA
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17.53. “Noi andiamo avanti sulla strada delle riforme e del risanamento, a cominciare dalla finanziaria, che vareremo in giunta dopo avervi inserito tutto quello che serve”. Lo ha affermato il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, a conclusione della riunione della sua giunta, convocata a Catania dopo la pubblicazione della notizia di un’inchiesta di presunti rapporti con la mafia da parte del governatore. Il presidente Lombardo ha ribadito “fiducia assoluta nella magistratura, alla quale – ha aggiunto – ci affidiamo per tutelarci da falsità da pattumiera”. Secondo Lombardo, l’attenzione su di lui sarebbe da collegare al fatto di “avere bloccato i termovalorizzatori, che avevano anche un infiltrato di mafia”. “E’ impossibile che io abbia fatto affari con alcuno – ha proseguito – e ricordo a tutti che quando mia moglie ha avviato la realizzazione di un impianto fotovoltaico, che ci avrebbe fatto guadagnare un centinaio di migliaia di euro l’anno, abbiamo ritirato l’autorizzazione per evitare che ci fossero anche soltanto sussurri su affari della presidenza della Regione”. Il presidente Lombardo ha annunciato che “querelerà immediatamente il pentito Maurizio Avola” che lo accusa. “Io non lo conosco – ha confermato – e voglio vederlo in faccia”. “Il Partito del Sud – la conclusione – , oggi più che mai va fatto, e noi andremo avanti…”.

17.44. “E’ opportuno fare lavorare i magistrati con assoluta tranquillità e serenità. I processi non si possono, né si devono celebrare sui giornali. I fatti sono una cosa, gli atti un’altra cosa. Essendo stata sempre garantista, non posso non esserlo anche ora. Abituata, nel mio lavoro a confrontarmi con la verità processuale, nel leale contraddittorio tra accusa e difesa, sono fiduciosa che il presidente Lombardo riuscirà a dimostrare la propria totale estraneità dalle accuse. Per questo motivo esprimo la mia solidarietà al presidente, invitandolo a proseguire, senza rallentamenti, il percorso di riforme avviato, nell’interesse della Sicilia e dei siciliani. Per quanto mi riguarda, anch’io intendo continuare l’attività che ho intrapreso, con l’obiettivo principale della difesa della legalità e della trasparenza amministrativa come ho fatto fino adesso”.
Lo dichiara l’assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, al termine della giunta di governo che ha discusso della vicenda giudiziaria in cui è coinvolto il presidente Raffaele Lombardo. “Mi auguro – continua l’assessore – che la magistratura possa compiere nel più breve tempo possibile e con il massimo rigore tutti gli accertamenti del caso, in modo tale da poter fugare ogni dubbio su qualsiasi rapporto del presidente Lombardo con la criminalità mafiosa. Tuttavia, se nel corso delle indagini dovessero emergere elementi che possano far configurare una qualche responsabilità del presidente Lombardo, non esiterei a considerare chiusa la mia esperienza in questo governo”.

17.36.  L’assessore regionale per la Salute Massimo Russo, già magistrato antimafia, – recita un comunicato – al termine della Giunta di Governo ha preso posizione sulla vicenda giudiziaria che riguarda il presidente della Regione Raffaele Lombardo. “Da magistrato, e adesso da amministratore, sono abituato a guardare i fatti. E i fatti dicono che ci troviamo di fronte a una fuga di notizie relativa ad a un rapporto di polizia giudiziaria sul quale la magistratura dovrà fare le opportune verifiche: tutto ciò non puo’ in alcun modo costituire affermazione di responsabilità. Anche qualche mese fa si era parlato di un’indagine antimafia riguardante Lombardo e sappiamo bene com’è finita. Mi auguro ovviamente che la magistratura, nella quale ripongo piena fiducia, compia con il massimo rigore e nei tempi più rapidi possibili tutti gli accertamenti necessari per verificare la fondatezza delle accuse. Certo fa riflettere, e non poco, che lo stesso Procuratore della Repubblica di Catania, Vincenzo D’Agata, dica oggi apertamente che la fuga di notizie abbia una matrice politica. (…) E’ chiaro che se verranno alla luce fatti concreti che accerteranno la responsabilità del presidente Lombardo sarà lui il primo a prendere le consequenziali determinazioni politiche. E ovviamente considererei conclusa questa mia esperienza. Ma allo stato i fatti sono altri. In questo momento delicato vorrei lanciare un messaggio di fiducia ai tanti siciliani che credono con convinzione nella svolta: continueremo a lavorare al processo di rinnovamento già intrapreso nell’esclusivo interesse di questa terra che deve affrancarsi da certe logiche del passato”.

17.23. La Procura di Palermo sta valutando se trasmettere ai colleghi catanesi, che indagano per concorso in associazione mafiosa il governatore siciliano Raffaele Lombardo, gli atti del procedimento a carico dell’architetto Giuseppe Liga, arrestato nei giorni scorsi e ritenuto l’erede dei boss Lo Piccolo alla guida del mandamento mafioso di Tommaso Natale. Dall’inchiesta palermitana erano emersi contatti tra l’architetto e Lombardo. In particolare gli inquirenti avevano documentato che il 2 giugno scorso Liga, che era a capo del Movimento Cristiano Lavoratori, si era recato a Palazzo d’Orleans, sede del governo regionale. Dalle intercettazioni delle conversazioni tra Liga e l’assessore comunale catanese Marco Belluardo è emerso che Liga “aveva garantito al presidente Lombardo un sostegno elettorale alle europee”. Inoltre, i rapporti tra Liga e Lombardo sono venuti fuori da una telefonata intercettata il 19 giugno 2009 tra l’architetto e Carlo Costalli, rappresentante legale di Mcl, nel corso della quale l’indagato ha ribadito di avere la necessità di parlare riservatamente col governatore. Il presidente della Regione ha replicato di avere incontrato Liga solo in sede pubblica.

16.50. E’ cominciata a Catania la riunione della giunta regionale. Con il governatore Raffaele Lombardo ci sono tutti gli assessori. La riunione, che si svolge nel palazzo dell’Esa che ospita la sede etnea della Presidente della Regione, è a porte chiuse. All’ordine del giorno ci sono comunicazioni da parte del presidente della Regione.

16.27. “Il presidente della Regione ha convocato la giunta in via straordinaria, siamo certi che avrà la stessa attenzione nei confronti del parlamento regionale: lo invitiamo a riferire in aula circa la notizia dell’indagine nei suoi confronti”. Lo dicono Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd e Antonello Cracolici, presidente del gruppo parlamentare del Pd all’Ars, dopo a notizia riguardante un’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti del presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo.

16.12. “L’onorevole Fausto Fagone, appreso dalla stampa del proprio coinvolgimento in una presunta indagine della Procura di Catania, si dichiara assolutamente estraneo ai fatti prospettati nell’articolo pubblicato da Repubblica e ritiene verosimile un errore di persona”. Lo affermano in un comunicato i legali di Fagone, gli avvocati Giuseppe Marletta e Luigi Cuscuna.

14.42. “Attendiamo con serenità le decisioni della magistratura. La cautela in casi come questo è sempre d’obbligo”. Così il capogruppo del Pdl-Sicilia all’Ars, Giulia Adamo, commenta l’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, per concorso esterno in associazione mafiosa. “Ai siciliani diciamo – aggiunge Adamo – che da parte del Pdl-Sicilia c’é la ferma volontà di proseguire il processo riformatore della nostra isola che ci vede protagonisti tanto all’Assemblea regionale, quanto nella giunta di governo. Il percorso compiuto finora è stato molto coraggioso e positivo; tanto c’é ancora da fare, con il medesimo entusiasmo, determinazione e convinzione – conclude – riponendo nel presidente Lombardo la fiducia di sempre”.

14.40. “Replico a questa pattumiera di notizia di oggi, dicendo molto chiaramente che si tratta di notizie paradossali fino ad essere ridicole. La matrice della loro diffusione, ne sono convinto anch’io, è politica”. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, sull’inchiesta per mafia alla Procura di Catania. “Non ho mai avuto a che fare o trattato, neppure indirettamente, con uomini della mafia – aggiunge il governatore – tanto meno con questo signor Aiello o l’altro, Avola, che mi attribuiva le visite in una bar, alla guida di un’automobile che non ho mai guidato che non saprei descrivere. Dico ancora che non solo io non ho fatto nessun affare con i boss, ma che io non faccio affari. Da mille euro o da un miliardo di euro. Con nessuno, si tratti di boss o imprenditori limpidissimi: alla Regione gli affari sono banditi, per quanto riguarda me e per quanto riguarda il mio ruolo”. “Piuttosto – aggiunge Lombardo – rivendico di aver, insieme all’intera giunta, concretamente combattuto la mafia ed i suoi affari: dall’energia sino ai termovalorizzatori, dove la mafia é infilata fino ai capelli. Sono io – conclude Lombardo – a rivolgermi alla magistratura a cui, ovviamente, offro tutta la mia disponibilità. Mi rivolgo alla magistratura e non ad altri, non evoco né complotti né congiure: perché annuncio che querelerò e mi costituirò parte civile contro chiunque osi, pentito, collaboratore o confidente, dichiarare il contrario”.

14.37. La convocazione della giunta regionale siciliana per questo pomeriggio alle 15, da quanto si apprende, reca un solo punto all’ordine del giorno: “comunicazioni del presidente”

Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e suo fratello, Angelo, parlamentare nazionale del Movimento per l’autonomia sono indagati dalla Procura della Repubblica di Catania per concorso esterno all’associazione mafiosa. Secondo l’accusa avrebbero avuto contatti con Vincenzo Aiello, arrestato l’8 ottobre del 2009 da carabinieri, e indicato come uno dei boss vicini al capo mafia ergastolano Benedetto Santapaola. La notizia, riportata dal quotidiano La Repubblica, ha trovato conferme in ambienti giudiziari qualificati. Nell’inchiesta è indagato anche il parlamentare regionale dell’Udc Fausto Fagone. Agli atti dell’indagine ci sarebbero intercettazioni telefoniche e ambientali dei carabinieri del Ros e le dichiarazioni di un pentito.

Le indagini dei carabinieri del Ros, durate anni, e gli atti relativi erano stati secretati dai magistrati titolari dell’inchiesta, il procuratore Vincenzo D’Agata, e i sostituti della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Gennaro, Agata Santonocito e Antonino Fanara. Secondo l’accusa il governatore, che avrebbe ottenuto appoggio elettorale dal clan, non avrebbe avuto contatti telefonici ma si serviva di un ‘corriere’ per parlare con Vincenzo Aiello, ritenuto vicino a Eugenio Galea, a sua volta indicato come una delle persone di maggior fiducia, nel settore economico, del capomafia Benedetto Santapaola. Durante l’attività investigativa militari dell’Arma del Ros avrebbero anche messo delle ‘cimici’ nell’automobile dell’autista del fratello di Lombardo, per intercettare dialoghi all’interno della vettura, ma sarebbero state scoperte e distrutte. In una telefonata, ascoltata dal Ros, Vincenzo Aiello si sarebbe lamentato con l’interlocutore della decisione di Raffaele Lombardo di scegliere come assessori dei magistrati.

Il presidente Lombardo ha convocato la giunta per oggi pomeriggio. Secondo indiscrezioni, il presidente incontrerà prima singolarmente gli assessori, a Catania. Il governatore potrebbe, in teoria, autosospendersi.


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