Lippi, ma dove vai | se Fabrizio non ce l'hai? - Live Sicilia

Lippi, ma dove vai | se Fabrizio non ce l’hai?

Gentile Marcello Lippi Il Bar dello Sport, di solito, non scrive lettere. Per lei faremo un'eccezione. No, mica perché ha vinto un campionato del mondo, superando in altezza, larghezza e longitudiine quello che Gene Gnocchi definì in un libro "Il culo di Sacchi".
Il Bar dello sport
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Gentile Marcello Lippi

Il Bar dello Sport, di solito, non scrive lettere, chiuse o aperte. Per lei faremo un’eccezione. No, mica perché ha vinto un campionato del mondo, superando in altezza, larghezza e longitudiine quello che Gene Gnocchi definì in un libro “Il culo di Sacchi”. Le scriviamo perché lei non ha chiamato per il prossimo stage azzurro il rosanero Fabrizio Miccoli, detto Miccolinho, detto il Romario del Salento. Sirigu e Cassani sì (bella forza). Però Balzaretti, putacaso, no. E nemmeno il fuoriclasse del Palermo, gioia dei nostri occhi.
L’ultima circostanza soprattutto ci ispira due domande. Forse che lei non ha considerato Miccoli perché già lo conosce e intende mischiare le carte, non scoprendole in anticipo? Se fosse, tanto di cappello.
Tuttavia, sospettiamo che lei non abbia scritto il nome di Miccoli tra coloro che la seguiranno in Sudafrica con la segreta idea di escluderlo e di non scriverlo mai.
Sor Marcello, ma perché vi disegnano tutti così, voi commissari tecnici intendiamo? Baggio fu “epurato” dal Trap in Corea. Cassano ha avuto con la Nazionale un rapporto intermittente. I “panda”, i giocatori di talento, soffrono sovente per l’ostilità del designatore azzurro di turno. Ve lo insegnano a Coverciano? Lo imparate da qualche libro scellerato questo rancore per la magia? Non convocare questo Miccoli, nemmeno volerlo vedere in azione, è un crimine contro la bellezza. Punto. Cosa teme, Lippi? Che non sia all’altezza? O forse, sor Marcello, ha paura che Fabrizio nostro sia tanto all’altezza da scalpellare le sue granitiche certezze, riducendole all’osso al cospetto della pubblica opinione pallonara? Propendiamo per la seconda delle due ipotesi. Semplicemente, non si vogliono trame non programmate. Non si accetta ciò che non è previsto. Non chiamare Miccoli è un gesto da travet dei sogni: sarebbe come annullare la scoperta dell’America, perché Colombo voleva andare altrove. Che diavolo c’entra l’America… Un calcio alle sorprese, perfino mirabili, e così sia.
E che c’entra Miccoli – indoviniamo il suo pensiero tra le volute di fumo – con la sua Nazionale di vecchie maschere, con i suoi fidi, con i guerrieri che fecero l’impresa in Germania?
Invece potrebbe entrarci benissimo, egregio mister Lippi, se solo lei sapesse  cogliere il senso un palmo oltre il suo sigaro. Tanto il Mondiale, con i suoi gloriosi ronzini, non lo rivinceremo mai. Oppure sì. Ma lei non sa, non vede e non capisce l’essenziale, l’architrave.
La bellezza del talento, per chi ama il calcio – la struggente e sconfinata bellezza – avrà sempre un suono più puro del tintinnio falso di una vittoria trovata. E’ una sacra inviolabile legge di pertinenza degli occhi e del cuore. E’ una cosa evidente,  grande come l’America.


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