"Perché non aboliamo le elezioni?" - Live Sicilia

“Perché non aboliamo le elezioni?”

La provocazione di Cateno De Luca
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Governo tecnico? Governo di salute pubblica? Cateno De Luca scrive una lettera aperta al presidente Lombardo. Eccola: “Pregiatissimo Presidente,  avendo appreso dai mass-media la probabile ed imminente nascita di un Governo Regionale formato da soli Assessori Tecnici, condiviso da Lei, dal PD, dal PDL-Sicilia, dal MPA e da altri Parlamentari che sotto mentite spoglie ed a titolo personale fanno il bello ed il cattivo tempo in Aula, nella mia qualità di Parlamentare eletto dal Popolo Siciliano, desidero esprimerLe delle considerazioni che potranno esserLe utili ad individuare quella “retta via” che un Governatore scelto dalla politica ed eletto dai Siciliani deve imboccare al più presto per evitare il baratro istituzionale e finanziario della nostra amata Sicilia.
Premesso  che l’interpretazione moderna del principio sturziano “la Sicilia sopra i Partiti” non significa consegnare il destino dei siciliani ad un Governo di Tecnici che presuppone il fallimento della politica suscitando un sentimento di vergogna per chi fa politica ed è stato eletto al Parlamento Siciliano con le regole democratiche individuate dalla politica, Le esprimo la mia totale contrarietà a questa ipotesi bizzarra che rappresenta una ipocrita foglia di fico per coloro che sono tentati a sostenere un processo di riforme frenato però da una concezione manichea e giustizialista della politica: emblematica in merito è la barzelletta del ciccio toccami che mamma non c’è……!!
Lei non può prendere in giro i Siciliani e sono fermamente convinto, per come io La conosco, che non è Sua intenzione calpestare il furor di popolo che l’ha incoronato Governatore con un Parlamento legittimato da milioni di voti: lungi da me nell’esprimere valutazioni sull’”azione politica” dei Tecnici di cui si è avvalso per i Suoi Governi ma, con la franchezza che ha sempre contraddistinto il nostro rapporto, è doveroso da parte mia manifestarLe un sentimento diffuso tra i colleghi parlamentari di distacco tra l’azione condotta quotidianamente dai suoi Tecnici e le dinamiche quotidiane della società siciliana che si esprime anche attraverso i propri rappresentanti democraticamente eletti.
Credo che non sia neanche Sua intenzione mortificare il Parlamento Siciliano che rappresenta, piaccia o non piaccia, tutti i segmenti della variegata società siciliana:  non è pensabile, che oltre Lei, in Parlamento non esistano altri rappresentanti del popolo che, amando la propria Terra, siano privi di quel senso di responsabilità e di quella cultura di Governo indispensabile per garantire serenità ed operatività, in questo delicatissimo momento, alla Sicilia ed ai Siciliani.
Io sono pronto a sostenerLa, se Lei, sbagliando, porterà avanti l’ipotesi di un Governo formato da soli Tecnici a questa esclusiva condizione: il primo atto che Lei, ed il Suo Governo di Tecnici,  dovrà proporre al Parlamento Siciliano è un Disegno di legge di tale contenuto
“Le elezioni per il rinnovo del Parlamento Siciliano e del Presidente della Regione sono abolite. I componenti dell’Assemblea Regionale Siciliana e del Governo Regionale dall’entrata in vigore della presente legge dovranno essere scelti a sorteggio dall’Albo dei Professori Universitari, tenuto ed aggiornato dagli Atenei siciliani, e dagli Albi degli Ordini Professionali, tenuti ed aggiornati dai singoli Ordini Professionali Siciliani. Non può essere sorteggiato chi ha svolto attività politica e/o ha ricoperto cariche negli Organi elettivi anche per un solo giorno dall’entrata in vigore della presente legge”.
Martedì 25 maggio, per agevolarLe questo percorso, depositerò il predetto DDL al fine di togliere dall’imbarazzo i compagni di viaggio che Lei ultimamente, a prescindere dalla ufficialità, si è scelto nonostante, rasentando il ridicolo e l’umiliazione, tendano pubblicamente a negare la loro vicinanza nei Suoi confronti e nei confronti del Suo Governo.
Presidente, Lei è il Governatore della Sicilia; Presidente, Lei ha dimostrato di saper essere un abile e fine politico; Presidente, Lei rappresenta i sogni e le speranze di quel Popolo che è stato saccheggiato e violentato nella sua Identità ed Autonomia; Presidente…, pur se  umanamente comprendo il Suo stato d’animo, non sto riscontrando più in Lei l’autorevolezza e la determinazione di un uomo prestato alla politica per far progredire il Popolo che rappresenta.
La prego, Signor Presidente, di non aggiungere la Sua autorevole persona a quel lungo elenco di Amministratori Regionali che hanno strumentalizzato i sentimenti dei Siciliani nascondendosi dietro “forme di Governo verginali” che alimentano ulteriormente il distacco tra l’idem sentire dei Siciliani ed i Palazzi del potere che sono la regia del destino di tutti noi Siciliani.
Per quanto mi sono permesso di esprimerLe, La invito a presentarsi in Parlamento e se ritiene che la Sicilia possa essere ancora governata da Lei, lanci pubblicamente  un sincero e definitivo appello ai Parlamentari “liberi e forti” che, per evitare di indebolire ulteriormente la Sicilia, potrebbero, disattendendo gli ordini romani di scuderia sostenerLa con una Giunta formata esclusivamente da Parlamentari eletti dai Siciliani.
Non commetta, Signor Presidente,  l’ulteriore errore di farsi indicare dalle forze politiche i “Tecnici di area” per formare una nuova Giunta Regionale in quanto, amplierà sicuramente quel distacco dei Siciliani nei confronti dei Palazzi del Governo Regionale.
Ognuno di noi come Lei, Signor Presidente, è stato eletto dal Popolo Siciliano; ogni Parlamentare deve passare dalle forche caudine del consenso; la maggior parte degli attuali Parlamentari Siciliani ha dimostrato di essere cosciente che il consenso oggi si conquista con grandi scelte rivoluzionarie ispirate da autentico amore e rispetto per la nostra Terra.
Si presenti in Parlamento, Signor Presidente, e dia la possibilità ad ogni singolo Parlamentare di autodeterminarsi nell’esclusivo interesse della Sicilia, anche mettendoci la propria faccia in un nuovo Governo che deve garantire vere riforme e diffusa serenità.
Se questo, non è possibile, faccio appello al Suo grande senso di responsabilità: si dimetta e spieghi ai Siciliani le vere ragioni ed i condizionamenti che hanno impedito ad un Governatore e ad un intero Parlamento, democraticamente eletto, di poter svolgere i propri compiti e le proprie funzioni”.


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