Zen, gli sfollati: | "Torniamo nelle case" - Live Sicilia

Zen, gli sfollati: | “Torniamo nelle case”

Troppo caldo nelle tende
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“Tutti sotto un tetto”. E’ questo il nome che è stato scelto per il comitato dei sensatetto dell’insula 3 dello Zen, che nasce come megafono per la voce di quelle famiglie che da quasi un mese dormono nelle tende bloccando i lavori del cantiere. Si trasformerà in associazione il comitato, quando verrà trovata una soluzione per questi attendati, che già si dicono pronti a soccorrere in prima emergenza gli altri senza tetto. E ieri sera il comitato è stato battezzato dalla prima iniziativa. Ha risuonato musica allo Zen 2, accompagnando le molte visite di solidarietà giunte in via Rocky Marciano, al padiglione 19. L’associazione “Lievito onlus”, con suor Luisa e suor Francesca, che si occuperanno di accompagnare i bambini in gita, ogni settimana, da qui alla fine dell’estate. Castellammare sarà la prima meta che raggiungeranno questo giovedì. E poi l’associazione “Amici di Leo”, che da ieri ha messo a disposizione il banco alimentare per i senza casa. A loro è arrivata anche la solidarietà di alcuni consiglieri comunali: Antonella Monastra e Nadia Spallitta per Altra Storia, e Fabrizio Ferrandelli di Italia dei Valori.
Intanto, il numero delle tende sul cemento si è dimezzato: “Stiamo lentamente tornando nelle case – spiega Vincenzo di Blasi,  presidente del comitato – . Ma non è un’occupazione: il caldo non ci permette di continuare a vivere nelle tende. Nel caso ci venga richiesto di lasciare gli appartamenti non opporremo resistenza  – continua di Blasi – e torneremo a manifestare
dall’interno delle nostre canadesi e sopra i tetti per il nostro diritto alla casa”. Un diritto, che padre Gianni Notari ha definito “inalienabile”,  nella  lettera che ha spedito ieri ai senzatetto.
Salendo le scale che portano agli appartamenti ancora incompleti si può immaginare la piazza dell’insula. Solo immaginare, perchè per adesso, a dividere i due padiglioni è ancora una cintura di lamiere, stretta attorno ai cumuli di terra del cantiere, che non ospitano più nessun mezzo: “Sabato
hanno portato via tutto – continua di Blasi-. Abbiamo chiesto ad uno
di lavoratori del cantiere, e ci ha detto che il costruttore non ne vuole più sapere”. Nonostante i numerosi tentativi di sgombero, 4 fino ad adesso, gli ex abusivi hanno continuato a tenere i lavori del cantiere bloccati, portando avanti la protesta. “Palermo resiste” sta scritto sulla targa che sabato, durante la festa del Mediterraneo Antirazzista a Ballarò, è stata consegnata alle famiglie.


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