
”L’intreccio tra Stato-mafia evocato in maniera così generica richiama solo responsabilità immaginarie”, mentre ”ci sono colpe gravissime di pezzi dello Stato molto più concrete”. Lo dice in un’intervista a Repubblica l’ex ministro della Giustizia, Claudio Martelli, per il quale quelle colpe ”sono a portata di mano” ma ”rischiano di scivolare fra le dita”. Per Martelli la relazione di Pisanu ”approfondisce molti punti” ma ”è il contorno a comportare il rischio-polverone. Sappiamo come finisce: la polvere si deposita e tutto resta come prima”. L’ex ministro parla dell’esistenza di ”una zona grigia o meglio oscura”, quella ”degli infiltrati, degli informatori” e si chiede: ”cosa ha dato lo Stato in cambio di notizie sulle cosche?”. ”Elementi certi” sull’intreccio Stato-mafia ”ci sono gia”’, prosegue, ”nelle cose di mafia bisogna seguire il metodo Falcone, seguire le piste una per una, non ammucchiare i fatti”.
Il balletto continua. Ma, come in un quadro di Wassily Kandinsky , nella coreografia c’è un’assenza della rappresentazione realistica della realtà. Perciò, pur in presenta di tanti abili ballerini in scena, lo spettacolo non va oltre la farsa. Anche se è un dramma ad essere rappresentato. Allo sconcertato spettatore non resta altro, allora, che andare dietro alle contraddizioni che rotolano sul palcoscenico alla maniera di tante teste mozzate. Sperando che prima o poi qualcuno riesca a restare impastoiato nelle sue stesse parole.