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LiveSicilia.it / Cronaca / Palermo, mafia e riciclaggio: scattano tre arresti

Palermo, mafia e riciclaggio:
scattano tre arresti

Ingroia: "intercettazioni fondamentali"
di Martina Miliani
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Affari, di questo stavano discutendo nel maggio 2007 l’imprenditore edile Carlo Fasetti e quello che poi è stato identificato come Giacomo Vaccaro, presunto appartenente alla famiglia mafiosa di Brancaccio. Da un’intercettazione ambientale, compiuta in un prefabbricato nei pressi di Palazzo Gamma, a Palermo, sono iniziate le indagini che hanno portato, stamani, all’operazione antimafia “Cantieri”, coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Francesco Del Bene, Annamaria Picozzi e Sara Micucci della Dda di Palermo ed eseguita dalla guardia di finanza. Le manette sono scattate per Giacomo Vaccaro e gli imprenditori Domenico Licalsi e Carlo Fasetti. Ad un milione di euro ammonta la cifra che Vaccaro avrebbe ceduto ai due imprenditori. Denaro sporco, destinato ad essere ripulito da società e cooperative: la “Euro Costruzioni Generali S.r.l”, la cooperativa “Domus Nostra” e la società “Pangea S.r.l”.

Ingroia alla conferenza stampa ha voluto sottolineare il ruolo delle intercettazioni nell’ambito della mafia finanziaria, “che oltre ad aver fornito uno spunto iniziale alle indagini – spiega – hanno costituito materia probatoria in questo procedimento”, e “la commistione di interessi tra famiglie diverse”. A rivestire il ruolo di direttore dei lavori nei cantieri avviati da Licalsi e Fasetti, era l’ architetto Giuseppe Liga. Secondo quanto rivelato dalle intercettazioni, il tesoriere della famiglia dei Lo Piccolo, e reggente, fino al suo arresto nel marzo di quest’anno, del mandamento di “Tommaso Natale”, avrebbe intrattenuto stretti rapporti con i due imprenditori arrestati. Ma riferimenti alle attività imprenditoriali di Fasetti e Licalsi, si ritrovano anche nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia e nei pizzini trovati ai Lo Piccolo.

“La mafia finanziaria – continua Ingroia – è il piano essenziale del pianeta mafia. Per lo Stato colpire quest’ambito si rivela essere molto più importante della cattura dei latitanti”. Ecco perché il il magistrato ha rinnovato questa mattina la sua preoccupazione per il ddl intercettazioni: “Quando anche uno solo degli strumenti a disposizione della magistratura viene meno, – conclude Ingroia – il meccanismo si azzoppa”.

Attraverso l’operazione “Cantieri” sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni mobili, immobili e finanziari. Oltre a ville, appartamenti, box e terreni situati sia nel territorio di Palermo che a Campofelice di Roccella, anche quattro Porche, intestate a Licalsi e le quote intestate a Fasetti e alla moglie di Licalsi, Lo Nigro Calcedonia, che costituiscono ingenti porzioni del patrimonio delle società “Pangea S.r.l.”, “Progetti Villa S.r.l.”, “Fas.Edil S.r.l”. Un tesoro che vale, allo stato ancora parziale, tra i 5 e i 6 milioni di euro.

Pubblicato il 5 Luglio 2010, 07:45
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