Siciliano ucciso ad Hannover, il cognato:| "Non si ammazza la gente così" - Live Sicilia

Siciliano ucciso ad Hannover, il cognato:| “Non si ammazza la gente così”

Un testimone: "E' stata un'esecuzione"
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La seconda vittima della sparatoria di ieri mattina in un bar di Hannover si chiamava Giuseppe Longhitano. L’uomo, 49 anni, era originario della provincia di Catania e, secondo quanto si apprende da fonti italiane ad Hannover, era parente di un dipendente del ristorante ‘Little Italy’, il locale in cui lavorava anche il pizzaiolo Franco Siccu, 47 anni, prima vittima del duplice omicidio.

E’ stata una vera esecuzione. Franco Siccu si è inginocchiato davanti al suo assassino e l’ha pregato di non premere il grilletto, ma invano: l’uomo gli ha sparato alla testa senza pietà. E’ il racconto di una testimone oculare intervistata dalla Bild, secondo quanto scrive oggi il tabloid nella sua versione online. L’assassino, ha detto la testimone, ha sparato prima all’amico di Siccu e poi ha puntato la pistola contro il suo connazionale.

“Franco si è inginocchiato davanti all’uomo, lo ha implorato ‘no’, per favore non…”, ha riferito la testimone. Ma l’assassino ha sparato per la seconda volta, anche questa volta puntando alla testa da una distanza ravvicinata. Siccu, come è noto, è deceduto in ospedale poco dopo, mentre Longhitano è morto durante la notte.

“Questa tragedia è successa per una stupidata di un pazzo. Non si ammazza la gente così, a sangue freddo…” dice il cognato di Giuseppe Longhitano che – ha detto all’Ansa il cognato che ha voluto mantenere l’anonimato – si trovava in Germania da circa 20 anni e da qualche anno faceva il pizzaiolo nel ristorante Mamma Raffaele di Hannover. “Pippo era mio cognato, era sposato con mia sorella, lavorava in questo ristorante da quando l’abbiamo aperto, a febbraio del 2008, quindi da due anni e qualche mese”, ha spiegato. “Noi siamo in Germania dall’inizio degli anni Sessanta e lui era qui da una ventina d’anni – ha proseguito -. Era sposato e aveva due figli grandi, uno di 20 anni e l’altro di quasi 19, che vivono ad Hannover e anche la moglie vive qui”.

Ancora scosso dalla perdita del parente, il cognato di Longhitano ha poi spiegato che la vittima “era di Bronte” (in provincia di Catania) e che i parenti “arriveranno stasera” dall’Italia. “Sono choccato – ha detto -. Morire per una stupidata di queste…”. E poi ha aggiunto: “Questa tragedia é successa per una stupidata di un pazzo. Non si ammazza la gente così a sangue freddo, non si va vicino e si spara in testa”. “Come hanno detto i testimoni, non è che c’é stata una discussione o che cosa – ha proseguito -. Si è soltanto parlato un poco del pallone, del fatto che l’Italia ha quattro stelle, la Germania tre. Questa era la discussione, una discussione futile” sulle coppe mondiali delle rispettive nazionali di calcio. Il ristorante Mamma Raffaele si trova in un quartiere di Hannover a circa tre km dal bar ‘Columbus’, dove è avvenuto il duplice omicidio. “Negli anni passati, nel quartiere a luci rosse ci sono stati degli episodi di violenza – ha concluso -, ma ultimamente la situazione era tenuta sotto controllo”.

Intanto si è chiusa in un muto silenzio la famiglia di Giuseppe Longhinato. Nella casa di Bronte, paese famoso nel mondo per il suo pistacchio, a 35 chilometri da Catania, dove vivono la sorella e la madre dell’uomo i giornalisti, almeno per il momento, “non sono graditi”. Le due donne sono nella loro abitazione di viale Sardegna, nella circonvallazione del paese etneo, dove entrano e escono stretti familiari e amici fidati, senza rilasciare commenti o dichiarazioni. Giuseppe Longhinato ha un altro fratello che è emigrato anche lui all’estero 24 anni. Dal giorno della sua partenza l’uomo non era più rientrato a Bronte, tranne lo scorso anno quando ha trascorso nel suo paese d’origine alcuni giorni in ferie.


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