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LiveSicilia.it / Cronaca / Processo Addiopizzo 4, ieri la sentenza Ottant’anni di carcere ai re del racket

Processo Addiopizzo 4, ieri la sentenza
Ottant’anni di carcere ai re del racket

Lo Piccolo condannati a 16 anni
di Martina Miliani
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Con la sentenza di “Addiopizzo 4” sono più di ottanta gli anni inflitti dalla terza sezione penale del Tribunale di Palermo alla macchina del racket dei Lo Piccolo. Il “Barone”, Salvatore e al figlio Sandro, che ieri hanno assistito alla lettura del dispositivo della sentenza dal carcere di Milano Opera, dovranno scontare in prigione 16 anni ciascuno. I due, partendo dal controllo del quartiere di Tommaso Natale, avevano compiuto la scalata che li aveva portati ai vertici della Cosa nostra palermitana. “Addio pizzo 4” è uno dei filoni del processo nato proprio dai pizzini ritrovati nel covo dove gli ex boss di San Lorenzo sono stati tratti in arresto. Anche le dichiarazioni dei colleboratori di giustizia hanno consentito di scoprire la “messa a posto” dei negozi taglieggiati. Antonino Nuccio, il “Pizza”, pentitosi poco dopo l’arresto dei Lo Piccolo, doveva essere uno dei principali perni nella struttura della raccolta del pizzo: attraverso di lui i soldi giungevano dalle tasche dei piccoli esattori, picciotti dello Zen e del centro storico, a quelle dei boss di S.Lorenzo. Per lui sono tre anni e quattro mesi di reclusione da scontare, ma in quest’aula, solo per quanto riguarda il traffico di stupefacenti. Sono otto, invece, gli anni inflitti ad Antonino Liga all’esattore “gentile”: fiori e arance per la compagna, assieme alla riscossione del pizzo.
Questo ha raccontato Settimio Basile, riguardo alle periodiche visite di Liga presso la sua “Basilio Automobili”. Oltre a Basile, sono presenti tra le parti offese: “Tutto per L’edilizia” di Rosario Puccio e la “L&S Company S.r.l.” di Sessa Luciano. Leonardo Ragusa e Rosalia Messina, gestore e titolare del panificio “Pandoro” e Vincenzo Schilaci titolare del “Baretto”, anche loro parti offese, sono stati condannati in abbreviato dal Gup Maro Conte, per favoreggiamento: sei i mesi inflitti a chi ha continuato a negare l’evidenza dei versamenti a Cosa Nostra.
Si sono infine costituiti parte civile, le parti offese Giuseppe Todaro della “Iregel S.r.l” e Marcello Bongiovì e Giuseppe Fanale della “B.F.G Ricevimenti S.r.l.”, assieme a molti altri enti: l’associazione Addiopizzo, l’associazione Pio La Torre, l’associazione SOS Impresa, Associazione Industriali Provincia di Palermo e FAI; e ancora: la Solidaria SCS Onlus, Confindustria Sicilia, Confocommercio, il Comune e la Provincia di Palermo. A loro gli imputati dovranno pagare, oltre alle spese processuali, un ammontare di circa 500.000 €.
Associazione mafiosa è invece l’accusa per l’imprenditore palermitano Salvatore Lo cicero e il boss dell’Arenella Gaetano Fidanzati (anche lui assisteva all’udienza, ma dal carcere di Parma), condannati rispettivamente a 16 e 24 anni di reclusione. Sono invece cadute le accuse per traffico di droga che il pm Luise aveva portato avanti contro i Lo Piccolo, che per questo reato sono stati assolti.

Pubblicato il 10 Luglio 2010, 09:42
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