L’ultima e irrimediabile slavina dell’esperienza di sindaco di Diego Cammarata è quella paroletta dal sen fuggita, “psicopatico”, con cui, in un’ormai celebre intercettazione di munnizza e dintorni, il medesimo definisce il condirettore o il direttore del Giornale di Sicilia. Non sappiamo.
Sappiamo che non gliela perdoneranno. Il quotidiano di via Lincoln non disdegna le frequentazioni col potere ed è saggio e moderato, cautissimo addirittura, quando si tratta di picconare la statua di un santo di santa palermitana politica. Però proprio non si tollerano le offese personali che devono essere lavate via col sangue, cioè con l’inchiostro e in tipografia. Povero, povero Diego.
E’ una concezione assolutistica e proprietaria dell’informazione che non desta sospetto in una terra in cui si ragiona col primo pronome personale. Io detengo l’arma nucleare della carta stampata in una città che non legge e che mi permette di agire in sistema di quasi monopolio. Io amministro con sagace oculatezza e gioco le mie carte con prudenza, perché le ramificazioni dei salotti e dei rapporti mi consigliano tranquillità, sorrisi e amicizia. Ma se tu mi pesti i piedi, se tu ledi il mio onore, la mia immagine, allora il giornale silente diventa una formidabile macchina da guerra. Sfortunato l’avversario che incappi nelle sue falci e tra i suoi ingranaggi.
E’ pure vero che il Gds ha raccontato con puntualità ciò che proprio non era possibile ignorare senza perdere la faccia: l’epopea dei rifiuti a Palermo infelicissima. E un sindaco abituato – come quasi tutti i sindaci eccezion fatta per un periodo Olandiano – alla mansuetudine del quinto potere locale, letteralmente, ha perso la bussola. Come – si sarà chiesto l’attonito Diego – ieri era tutto un tripudio reciproco, un inciucio di Martini con l’olivetta e oggi mi massacri? Cammarata ha letto con terrore negli articoli di via Lincoln il senso del proprio declino. Generalmente, le buone regole della stampa tranquilla prevedono che si attacchino soltanto le carovane e i soldati abbandonati da tutti, sul viale del tramonto. Mai quando sono in sella col pennacchio e con la sciabola. Ma quando possono ricambiare la sparatoria, sparando a loro volta.
Come si vede, il quadro non è proprio incoraggiante. Da un lato c’è un uomo solo e stordito, il sindaco, che arranca nel deserto della sua insipienza, con la mappa di una Palermo che non ha mai più trovato. L’assenza annunciata al Festino, spacciata per rispetto, è vera e purissima mancanza di coraggio. Dall’altro c’è un’informazione cittadina che si lascia spesso accarezzare e fa le fusa, secondo convenienza o bon ton da salotto. La mano un tempo amica si azzanna soltanto – se proprio si deve – quando il potente non è più tale.
io penso che gli rimanga un ultima saggia decisione…….SI DIMETTA…..ma il problema è un altro……..che Lui saggio non è..
EVVIVA PALERMO ED EVVIVA SANTA ROSALIA
Dott. Puglisi, non le faccio mancare le mie critiche quando lo ritengi opportuno…
Stavolta, però, onore al merito… ha scritto un gran bell’articolo!
Nonostante si sia scomodato (chissà poi perché) il talentuoso “polentone” Daverio, il Festino 2010 sarà miserrimo al limite dello squallore, ma se la SANTUZZA facesse il miracolo di far dimettere Dieguito Cammarata resterebbe negli annali come quello del 1624 quando Palermo fu liberata dalla peste!
Bene, il sindaco ha dato dello psicopatico a chi sa chi. La rosa è comunque ristretta (2 nomi). A questo punto, io che non sono primo cittadino ma che pago le amare tasse di questa città, mi concedo la libertà di apostrofare qualcuno dei citati nell’articolo con le parole DEBOLE, FANGO e CATO DI MUNNIZZA. Stabilite voi per chi sono…
Credo che alla fine per una volta Cammarata abbia espresso solo ciò che pensano la maggior parte di coloro che conoscono i personaggi in questione…. Anzi ad onor del vero è stato anche fin troppo gentile e moderato nei termini. Io li sentiti definire a destra come a sinistra con espressioni molto meno cortesi.
ORBENE
NELLE CONVERSAZIONI PRIVATE SCAPPA LA BATTUTACCIA
IPOTIZZO CHE PEPI NELLE CONVERSAZIONI PRIVATE ABBIA DETTO COSE MOLTO PIU’ PESANTI SUL SINDACO.
MA ORECCHIO NON SENTE, CUORE NON DOLGA.
L’ANALISI SULL’USO DEI GIORNALI DA PARTE DEI PALERMITANI E’ LO SPECCHIO FEDELE DI UNA SUBCULTURA DELL’INFORMAZIONE.
AL FINE DELL’INCARTAMENTO DEL PESCE O DI ALTRE MENO NOBILI ATTIVITA’, IL GIORNALE DI SICILIA VALE ABBASTANZA.
IO DA QUANDO E’ AUMENTATO DI 10 CENT. NON LO COMPRO PIU’ PER PRINCIPIO.
NON ACCETTO CHE LO VENDANO PIU’ DI ALTRE TESTATE.
DALTRONDE SE MUORE QUALCUNO CHE CONOSCO LA MIA OTTANTAQUATTRENNE ZIA MONACA MI AVVISA SUBITO.
IN PASSATO HO MANDATO, QUANDO AVEVO UN RUOLO ISTITUZIONALE , ALCUNO COMUNICATI STAMPA. MI SI RISPONDEVA SPESSO CHE NON C’ERA SPAZIO .
IN COMPENSO LEGGEVO_; LA SIGNORA M.R. HA SMARRITO LE CHIAVI IN UNA TRAVERA SI VIA GOETHE.
SPERAVO DI LEGGERE IL MIO COMUINICATO IL GIORNO DOPO!!!!
NOOOOO, TROVAVO LA NOTIZIA MOLTO PIU’ SERIA: LA SIGNORA M.R. HA TROVATO LE CHIAVI.
DI FRONTE A TALE POCHEZZA NON MI SENTO DI CONDANNARE CAMMARATA PER UNA DELLE POCHE ANALISI GIUSTE CHE HA FATTO.
Se il massimo che salta fuori dalle intercettazioni è l’affermazione secondo cui uno tra Ardizzone e Pepi è psicopatico non mi pare ci sia da insorgere a favore de IL Giornale di Sicilia. Piuttosto il dialogo conferma la pochezza dell’amministratore. Ciò di cui si preoccupa è cercare di far passare sotto silenzio il problema, piuttosto che risolverlo.
Carissimi secondo me il problema è più grave di quello che sembra, e cioè dimettendosi questo chiamiamolo “personaggio” chi avrà il coraggio di diventare primo cittadino? chi avrà l’arduo compito di riportare la città quantomeno allo stato in cui si trovava prima che questo individuo ci mettesse le sue zampe? mha…. staremo a vedere e che S. Rosalia ci metta la sua mano, a proposito di quest’ultima credo che l’individuo (non oso chiamarlo sindaco mi vergognerei)non vuole partecipare alla festa solo per il fatto di essere folgorato dalla nostra Santuzza.
CERTO CHE SE CON TUTTO IL RISPETTO, LUI DEFINISCE PSICOPATICO IL CONDIRETTORE O IL DIRETTORE DEL GDS, GIUSTO PERCHE’ COME SI IPOTIZZA DALLE INTERCETTAZIONI, NON TROVANO I LORO ABITUALI LUOGHI DI RESIDENZA PULITI A DOVERE, I CITTADINI LUI COME LI DEFINIREBBE, E SOPRATTUTTO LUI STESSO COME POTREBBE ESSERE DEFINITO DA NOI POVERI CITTADINI CIRCONDATI DALLA MUNNIZZA, E DAL DEGRADO PIU’ ASSOLUTO? A NOI PALERMITANI L’ARDUA SENTENZA.
Sig. Sindaco Cammarata, Lei è una vittima ed un protomartire. Questa città non la merita! Vada via al più presto!!!!! Lei ha bisogno di grandi metropoli, di grandi spazzi dove elargire i Suoi sorrisi. Los Angeles,New York, Dubai, lì si che potrebbe fare un buon lavoro. Parta presto, non getti più le Sue perle dinnanzi ai porci. Buon viaggio ….. questo ce lo siamo liquidato; avanti il prossimo!!!!
Provate a rovistare tra le righe dellOrdinanza del Consiglio dei Ministri del 19 febbraio 2010 che proroga lo stato di emergenza in Sicilia in materia di Bonifiche dei siti inquinati e tutela delle acque.
Si scoprirebbe che questa Ordinanza, non in perfetta continuità con quelle precedenti, “affida” a Società private a capitale pubblico, la gestione molto lucrosa di questa Emenrgenza….
Alle prossime puntate il resto del racconto….(che per alcuni è una favola…economica)…