Goletta verde ammaina la bandiera nera a Campofelice - Live Sicilia

Goletta verde ammaina la bandiera nera a Campofelice

Ambiente
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Liberare il mare e le coste dalle illegalità e dalle speculazioni. È il messaggio che ha lanciato Goletta Verde – la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo di Consorzio Ecogas e Novamont – a Campofelice di Roccella (Pa), sulla costa tirrenica della Sicilia, tra la zona industriale di Termini Imerese e la rinomata città normanna di Cefalù, a due passi dall’antica città di Himera.

Gli attivisti di Legambiente ammainano simbolicamente la Bandiera Nera di nemici del mare consegnata nel 2002 al Comune e festeggiano il cambio di rotta della nuova Amministrazione di Campofelice di Roccella sul futuro dell’antica torre fortificata, simbolo del centro cittadino presente anche nel gonfalone, che si erge sia dai tempi degli arabi su di uno stupendo sperone di roccia sul litorale.

Otto anni fa, infatti, Goletta Verde consegnò la Bandiera Nera di ‘pirata del mare’ all’ora Sindaco Antonino Dolce, per aver approvato un progetto, presentato da una ditta privata, che ipotizzava uno pseudo intervento di recupero dell’antico insediamento, dietro a quale di nascondeva in realtà un progetto speculativo: la costruzione di una mega struttura alberghiero-residenziale, composta da oltre 60 villini a schiera su due livelli, attrezzature ricreative, ristorante, edicola, bazar, parcheggi e quant’altro.

“Grazie alle battaglie e alle segnalazioni di Goletta Verde e grazie al prezioso lavoro di denuncia svolto da Salvalarte Sicilia – commenta Sebastiano Venneri, Vicepresidente Legambiente – siamo riusciti a dare un sostanziale contributo alla sospensione e alla bocciatura di questo progetto speculativo che avrebbe creato l’ennesimo ecomostro in riva al mare, in un tratto di costa dal grande valore paesaggistico. La parola d’ordine contro abusivismo edilizio lungo costa non può che essere ripristino della legalità e demolizioni”.

Il tentativo di lottizzare la Torre Roccella e il tratto di costa su cui sorge è iniziato a metà degli anni ottanta, quando, venne posto il vincolo artistico, storico e monumentale, ai sensi della Legge 1089/39 alla sola Torre, lasciando priva di tutela sia l’area intorno alla Torre, che strutture d’età medievali circostanti. Una scelta motivata dagli organi di tutela e salvaguardia dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali e Ambientali, che non previde neanche un’area di rispetto al Sito vincolato. Ma il vincolo fu esteso nel marzo del 2007, grazie alle denunce di Legambiente.

Scampato il pericolo rappresentato dalla realizzazione del mega albergo-villaggio turistico, la Torre è posto sotto assedio da altri 500 manufatti residenziali. Vicino e intorno alla foce del torrente Roccella, sulla cui sponda sinistra si erge l’omonima Torre, sono state realizzate o sono in via di realizzazione altre sette lottizzazioni, per un totale di 500 unità abitative. Finite tutte sotto i riflettori della magistratura. I manufatti hanno avuto l’attenzione della magistratura per reati legati ad abusi edilizi, in particolare per illeciti legati alle licenze e alle destinazioni d’uso dei manufatti. Acquisite le concessione edilizie per la realizzazione di strutture alberghiere, i manufatti si sono poi ‘trasformati’ in corso d’opera in residence, con singole unità abitative messe in vendita, dopo i necessari ‘ampliamenti’ edilizi.

“La giunta comunale precedente a quella di Dolce – spiega Gianfranco Zanna, Responsabile Beni Culturali Legambiente Sicilia – cadde nell’agosto del 2000 per le improvvise dimissioni dell’allora Sindaco Domenico Longo, che lasciò a seguito di un vile atto d’intimidazione mafiosa, ma durante il proprio mandato non volle mai approvare questo progetto. Al contrario la giunta Longo stava lavorando per l’acquisizione dell’intera zona interessata, per il restauro conservativo del bastione e della torre-castello e per una campagna di scavi archeologici e di ricostruzione del borgo circostante. Tutto finalizzato al recupero del bene e al suo utilizzo per finalità socio-culturale. È questa la posizione che ha sempre sostenuto e appoggiato anche Legambiente. Ci riempie di soddisfazione, quindi, vedere che il percorso è stato ripreso e portato a conclusione dall’attuale Amministrazione di Campofelice di Roccella, grazie all’impegno del Sindaco Francesco Vasta”.


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