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LiveSicilia.it / Cronaca / Alla ricerca del “signor Franco”

Alla ricerca del “signor Franco”

L'ultima sortita: è un ex console israeliano
di Redazione
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Si conoscerebbe il cognome ma non ancora il volto. E’ il misterioso “signor Franco o Carlo” di cui Massimo Ciancimino parla attribuendogli il ruolo cerniera fra Cosa nostra, apparati, istituzioni e politici. Il cognome è Gross. A rivelarlo per la prima volta è stato il libro “I misteri dell’agenda Rossa”, dei giornalisti di Repubblica Franco Viviano e Alessandra Ziniti. Secondo i due cronisti “questo ‘agente’ speciale , non si sa ancora di quale stato, che si faceva chiamare ‘signor Franco’ (…) sarebbe Keller Gross. Compare in una lista insieme a ex alti commissari per la lotta alla mafia, ex capi di polizia, ex dirigente del Sisde”. Ed ecco la lista di cui si parla (mostrata per gentile concessione dell’Aliberti Editore): G. Santovito, R. Maplica, F/C Gross, V. Parisi, D. Sica, G. De Francesco, B. Contrada, L. Narracci, E. Finocchiaro, E. Finocchiaro, F. Delfino, A. La Barbera, M.Finocchi.

Il nome di Gross, “F/C” starebbe proprio a indicare i nomi Carlo e Franco con cui si faceva chiamare, è cerchiato e collegato al nome di Gianni De Gennaro, il superpoliziotto che ha lavorato fianco a fianco con Giovanni Falcone. Bruno Contrada, già condannato a 10 anni per concorso esterno all’associazione mafiosa, e il generale dell’Arma Francesco Delfino, il primo a parlare con Balduccio Di Maggio e che avrebbe dato il la alla cattura di Totò Riina. Inoltre, Lorenzo Naracci sarebbe indagato dalla procura di Caltanissetta per concorso nella strage di via D’Amelio e, recentemente, è stato svelato come Angelo La Barbera, fu questore di Palermo, era a libro paga dei servizi segreti.

C’è pero un’altra pista battuta dalla stampa che porta fino in Israele. Secondo quanto riporta “Il Fatto Quotidiano”, il famigerato “signor Franco” potrebbe essere Moshe Gross, ex console onorario israeliano. Ma che sia lui il trait d’union tra Cosa nostra e le istituzioni pare, agli inquirenti, poco probabile. A indicare agli investigatori il cognome del signor Franco (che si faceva chiamare anche Carlo) è stato Massimo Ciancimino che ha a lungo parlato del misterioso 007, ma che ancora non lo ha riconosciuto in foto.

Pubblicato il 23 Luglio 2010, 14:27
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Commenti
  1. Filius matris ignotae 11 anni fa

    Sull’ultimo numero di “S” (giugno)venivano formulate dieci domande sulle stragi e tra queste anche una relativa a quale uso avessero fatto gli investigatori italiani di un allarme giunto da Stepankov, procuratore di Mosca, in relazione alle stragi del ’92 collegate, secondo il russo, al passaggio del tesoro dal PCUS al PCI. Ora, su “il politico.it”, trovo questo pezzo di PAOLO GUZZANTI:
    “Vi spiego perché hanno ammazzato Falcone e Borsellino, e perché nessuno fiata di fronte alla messa funebre solenne approntata alla svelta dal vecchio PCI per imbalsamarli e santificarli a furor di popolo inquadrato per processioni, prima che qualcuno avesse la malsana idea di indagare sulle vere ragioni della loro inspiegabile morte: “Chi ha ammazzato il povero Ivan?”.

    Ecco la vera storia che nessuno ha il coraggio di raccontare perché ancora oggi si rischia la pelle.

    ***

    L’ambasciatore sovietico, e poi russo Adamishin andò da Cossiga e disse: Fermate questa rapina, i soldi russi del KGB e del PCUS stanno transitando in Italia per essere riciclati. Fate qualcosa.

    Cossiga chiamò D’Alema e gli chiese: State per caso riciclando per conto del KGB su conti gestiti da Cosa nostra?

    Ohibò, disse D’Alema, assolutamente non io, ma posso dire che un grandissimo finanziere – che se ti dicessi il nome cadresti dalla sedia – mi ha offerto l’affare del riciclaggio e io ho detto di no. Dunque il fatto esiste, ma non sono io.

    Allora Cossiga disse ad Andreotti, primo ministro: Volete fermare questa porcheria che sta dissanguando la Russia?

    E Andreotti rispose: NO, perché un gesto del genere sarebbe vissuto dal PCI come aggressivo nei loro confronti e io devo preservare l’equilibrio nel governo. Ma ho un’idea: chiama Falcone e digli di fare qualche passo informale che soddisfi i russi.

    Cossiga chiamò Falcone e gli spiegò la situazione. Falcone disse: ma io sono ormai soltanto un direttore generale del ministero della giustizia, che cosa posso fare?

    E Cossiga: incontra questi russi, tranquillizzali, fai vedere che stiamo facendo qualcosa.

    Falcone incontrò i giudici russi e organizzò meeting riservati, coperto dalla Farnesina che gestì l’affare.

    Poi chiamò Paolo Borsellino e gli spiegò il problema che si era creato.

    Borsellino, vecchio militante del MSI e anticomunista intransigente disse: tu sei un impiegato al ministero, ma io no. Io posso indagare. Aprirò una mia Agenda Rossa su questa faccenda e discretamente cercherò di capire di più.

    Bum!! Capaci.

    Borsellino qualche settimana dopo si dette una manata sulla fronte e disse: cazzo, ho capito chi e perché ha ammazzato Giovanni:

    BUM! Via D’Amelio.

    Il PCI che sapeva perfettamente la storia, si avventò come un branco di jene sui due morti santificandoli alla svelta con un rito abbreviato e intenso di processioni popolari mummificandoli nella sua glassa mediatica affinché NESSUNO MAI potesse rivangare la verità. E’ come il “missile” inesistente di Ustica. E’ come la strage “fascista” di Bologna. Quando il partito copre la merda, tutti devono dire: che profumo di violette.

    Giancarlo Lehner voleva scrivere questa storia avendo una moglie russa che aveva parlato con Stepankov, il procuratore di tutte le Russie che aveva trattato con Falcone e che si era subito dimesso per paura: “Io ho famiglia, ho visto quel che hanno fatto a Giovanni”.

    Giovanni in russo si dice Ivan, e i giornali russi alla morte di Falcone avevano scherzato su “Chi ha fatto fuori il povero Ivan”, sulla falsariga di una filastrocca popolare. Tutti a Mosca sapevano chi e perché aveva fatto fuori il povero Ivan. In Italia nessuno sapeva spiegare perché fosse stato ucciso il povero Ivan. Non era un pericolo attuale per la mafia. E la mafia non uccide “alla memoria” o per vendetta a posteriori. E allora: perché e chi ha ucciso il povero Ivan.

    Lehner disse a un settimanale del suo progetto di libro sulla morte di Falcone. Andreotti lo mandò a chiamare nel suo studio di piazza in Lucina e gli disse: Voglio aiutarla, spero di recuperare i fonogrammi riservati con cui la Farnesina ha preparato gli incontri segreti con i giudici russi. Quella è la prova del fatto che Falcone indagava, senza averne un mandato, ma era andato molto più avanti del semplice contatto diplomatico con i russi, tanto per far vedere che in Italia il riciclaggio del tesoro sovietico era tenuto sotto osservazione. Poi Andreotti chiamò il giornalista e gli disse: Caro Lehner, butti nel cestino il suo progetto di libro, se non vuole lasciarci la pelle.

    Come sarebbe a dire?, fece quello. Sarebbe a dire, disse Andreotti, che dalla Farnesina mi hanno risposto che i dispacci si sono persi e che non si trovano più. Questo vuol dire che l’operazione è stata cancellata e le sue tracce distrutte. Dunque ci troviamo di fronte a un nemico più grande di noi due. Lasci perdere la morte di Falcone, dia retta.

    Alla Camera, in un giorno di votazioni a Camere congiunte, io Lehner e Andreotti abbiamo rivangato il fatto. Giancarlo parlava, Giulio annuiva con un sorriso tirato.

    Nessuno avrebbe potuto attivare il pulsante di Capaci con la certezza di fare il botto al momento giusto, se non ci fosse stato un emettitore di impulsi sulla macchina. Le due operazioni Capaci e D’Amelio sono operazioni di guerra condotte con tecniche di guerra, del tutto ignote alla mafia siciliana.

    Il resto sono chiacchiere da bar dello sport.”

    Rispondi
  2. Filius matris ignotae 11 anni fa

    Silenzio. Riscrivo io. Chi può (e deve) potrebbe ascoltare sui fatti raccontati i protagonisti dei dialoghi di cui sopra e cioè Paolo Guzzanti, Francesco Cossiga, Giulio Andreotti e Giancarlo Lehner? Ovvero: vi sono ragioni fondate (riscontrate)per ritenere “tempo perso” la verifica?

    Rispondi
  3. Idzard 11 anni fa

    E perché non chiedere anche a D’Alema e a Stepankov? Siamo ancora in tempo.

    Rispondi
  4. enrix 11 anni fa

    Stepankov ne ha già parlato, qui in Italia:

    http://segugio.splinder.com/post/21588927/cose-su-falcone-dimenticate

    http://segugio.splinder.com/post/21679330/cose-su-falcone-dimenticate-3

    Rispondi
  5. enrix 11 anni fa

    Il generale Delfino sarà anche venuto agli onori della cronaca in questa vicenda per le dichiarazioni di Martelli in merito alle rassicurazioni da lui ricevute per un imminente arresto di Riina, ma credo proprio che in Sicilia non ci sia mai stato in vita sua.

    La sua presenza nell’elenco “di don Vito” è pertanto anomala, a meno che si trovi nell’elenco proprio per essere stato citato recentemente da Martelli.
    Non so se mi spiego.

    Io, invece di dare la caccia ai consoli onorari d’israele, inizierei con l’accostare questo elenchino di nomi al “papello”, rilevando che la “m” di Malpica è praticamente identica ad alcune “m” presenti sull’elenchino di richieste di Riina, e che la stessa cosa accade per alcune “N”, alcune “A”, alcune “E”, ed altre.
    Inoltre proprio su questo sito di “livesicilia” ci sono numerosi manoscritti di don Vito originali ed autentici scansionati.
    Invito i lettori e la redazione di livesicilia di esaminarli con cura, andando alla caccia di una “A” stampatella maiuscola con il vertice a punta come hanno le “A” di questo elenchino di alte cariche istituzionali (si veda ad. es. la “A” di “A. Ruffini”).
    Sarà un’impresa ardua, perchè don Vito le A le faceva tutte quante con il vertice rigorosamente “a curva”, e non appuntito.
    Buon divertimento.

    Rispondi
  6. enrix 11 anni fa

    C’è di più, un altro dettaglio ancora più importante.

    Lo scrivano di questo elenchini, ha un paio di consuetudini non proprio comuni: “ingrandisce” le iniziali stampatelle maiuscole di OGNI PAROLA, esattamente come lo scrivano del papello”, e soprattutto PIAZZA UN PUNTINO SU TUTTE LE “I” NONOSTANTE QUESTE SIANO MAIUSCOLE, esattamente come lo scrivano del “papello”..

    Non tutti lo fanno, ed infatti DON VITO NON LO FACEVA.

    Si controllino pure i manoscritti di Don Vito. Lui i puntini sulle “I” stampatelle maiuscole, non li metteva proprio MAI.

    Mi rivolgo a ROBERTO PUGLISI, che ho visto di recente capace di grande onestà intellettuale, nonché capace di capire il personaggio con cui realmente abbiamo a che fare: faccia i controlli che ho suggerito qui sopra, Puglisi, perché LÌ C’È LA NOTIZIA, e non negli inesistenti guardaspalle istituzionali di Don Vito.

    Segugio.

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  7. Filius matris ignotae 11 anni fa

    Ho seguito l’indicazione di Enrix. Il procuratore russo Valentin Stepankov venne in Italia per la presentazione del libro “Oro da Mosca” di Valerio Riva e disse: “STEPHANKOV: Come avevo già detto, prima noi avevamo inviato nelle Procure di alcuni stati una rogatoria con i materiali, appunto, sui soldi inviati ai comunisti dei loro paesi.

    Lo stesso tipo di rogatoria abbiamo inviato anche in italia, e la Procura italiana guidata da Giudiceandrea, ha fatto le verifiche del caso, e poi abbiamo ricevuto un documento, una lettera da parte loro.
    In questa lettera si diceva che sono stati preparati alcuni documenti, alcuni materiali che ci avrebbero aiutato ad andare avanti nella nostra inchiesta.

    Dopo aver ricevuto i materiali inviati da noi, loro hanno espresso il desiderio di analizzare, di studiare questi documenti, gli originali di questi documenti, sul posto, e cioè a Mosca.

    Una delegazione della Procura italiana era venuta in Russia, gli abbiamo dato la possibilità di analizzare i documenti che sono stati già acquisiti dai…dagli inquirenti russi. Hanno visto non solo le ricevute, ma anche i verbali degli interrogatori dei funzionari che raccontavano dei metodi di quest’invio dei soldi, come venivano spediti, consegnati questi soldi all’estero.

    Dopodichè noi siamo stati invitati, la parte russa è stata invitata dai colleghi italiani, e noi siamo venuti in italia.
    E i nostri colleghi italiani ci hanno consegnato dei materiali, praticamente i documenti con la risposta alla nostra rogatoria. Però sottolineo: in quella parte dell’inchiesta ci interessava un aspetto solo: se i soldi erano giunti all’estero, e se erano ricevuti qui in Italia, e non nascosti su un conto segreto per, diciamo, seguire gli interessi russi.
    Questi documenti sono stati consegnati, diciamo, ufficialmente. C’è stata una sorta di seduta per la consegna dei materiali, ci hanno spiegato che sono stati eseguiti degli interrogatori, e sono state confermate le consegne, la ricevuta di questi soldi.

    Certo, non posso adesso raccontarvi i dettagli di questi documenti, perché sono passati ormai sette anni, mi ero un po’ scordato. Ma che cosa è successo poi con i soldi, che fine hanno fatto i soldi in Italia, non faceva parte della nostra inchiesta.
    Questa tavola rotonda forse è troppo breve e potremmo fare tante domande ai giudici, ai procuratori, ma non a quelli russi….per quanto riguarda…ecco……invece volevo dire qualcosa per quanto riguarda l’incontro con Falcone.

    Ho avuto due incontri col giudice Falcone. E’ difficile dire se si sia trattato di incontri ufficiali o meno.

    Ci siamo conosciuti nel suo ufficio… l’impressione che ho avuto da questo incontro, è di avere davanti a me un uomo preso completamente dal proprio lavoro, dai problemi che gli stanno davanti…completamente preso da tutto quanto, da questo lavoro. Abbiamo parlato più di un ora, e durante questo colloquio, io gli ho raccontato…senza consegnargli nessun documento, (gli ho detto che li avevo già consegnati ai giudici di Roma), l’ho semplicemente informato sui metodi che venivano utilizzati per la consegna dei soldi in Italia, e lui mi ha risposto che il presidente Cossiga gli ha chiesto di chiarire le circostanze che riguardavano le questioni che avete adesso posto voi, cioè dove andavano, che fine facevano questi soldi, per che cosa venivano spesi.

    Io anche avevo invitato il giudice Falcone a visitare il nostro paese per vedere altri documenti, per approfondire queste questioni, e noi eravamo molto felici di ospitarlo.

    Quando sono tornato in Russia gli ho mandato un invito ufficiale… abbiamo anche ricevuto una sua conferma della visita, ma dopo un telegramma per la conferma, appunto, della visita, abbiamo saputo della tragica morte del Giudice Falcone.

    Secondo appunto l’intesa che avevamo…secondo l’intesa per la visita, praticamente la morte di Falcone è avvenuta tre settimane prima della visita ormai programmata.”

    Rispondi
  8. cm 11 anni fa

    enrix

    ma tu lo sai che esistono i periti, vero? Lo sai che nei processi si fanno le perizie e se i periti sbagliano vanno in carcere?

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  9. Idzard 11 anni fa

    Gent. mo dott Puglisi,
    i documenti sopra riportati da Filius e le considerazioni svolte da Enrix sono, mi sembra, pietre miliari sul tragitto verso la conoscenza dei fatti. Non crede sia il caso di metterli in prima pagina?

    Rispondi
  10. cm 11 anni fa

    enrix

    un’altra cosa. Ho visitato il tuo sito e ho constatato che tu e i tuoi sostenitori avete la tendenza a difendere un pò troppo la gente in divisa. Mi sembra che per loro c’è sempre un attenuante, una giustificazione. Dobbiamo forse farti l’elenco delle varie persone corrotte che hanno disonorato la categoria?

    Rispondi
  11. Filius matris ignotae 11 anni fa

    Sempre durante la presentazione del libro di Valerio Riva dell’8.11.’99, vi è il documento registrato di quest’altro dialogo:
    “CLAUDIO MARTELLI: A Stepankov, sì, vorrei chiedere se le carte innanzitutto che sono state trasmesse a Roma erano tutte quelle in suo possesso in quel momento, immagino di sì. Se ve n’erano altre, che potevano interessare…
    l’Italia, le autorità giudiziarie o…. gli storici, o eventualmente il parlamento della repubblica.
    Questo sarebbe importante saperlo, da lui.
    RIVA: Lo chiediamo subito a Stepankov.
    STEPANKOV: Sicccome l’inchiesta ha avuto luogo nel 91-92, in quel momento noi abbiamo avuto dei dossier particolari del PCUS, sull’invio, qua in Italia, dei soldi. Una parte di questi documenti e…la natura di questi documenti…è quello che vediamo nel libro di Valerio Riva. Si. Abbiamo mandato….(l’interprete ha problemi tecnici e si interrompe, Riva decide di riassumere le parole di Stepankov per sopperire ai problemi tecnici di audio )
    RIVA: Allora, la prima risposta è che …c’era una parte di documenti, che è stata poi trasmessa qui, e che sostanzialmente è riversata nel libro che io e Bigazzi abbiamo fatto, e che sta in questi 240 documenti che sono pubblicati. Ma…
    STEPANKOV: …quindi, secondo appunto il nostro avviso, tutti i documenti che servivano alla parte italiana per comprendere quale era l’ampiezza, quali erano le somme e in quali anni venivano spedite, noi avevamo inviato proprio questo tipo di documenti all’ Italia… ai colleghi italiani.
    RIVA (riassume) : I documenti che loro avevano inviato riguardavano esclusivamente la quantità delle somme che erano state inviate in Italia, al partito comunista, e in quali anni. E basta.
    STEPANKOV: Inoltre abbiamo inviato,… ma solo parzialmente, non completamente, …abbiamo inviato alcuni documenti che potessero illustrare che si è trattato non semplicemente di un diretto aiuto finanziario ai partiti, ma venivano aiutate anche le case editrici, i giornali, e singole società…cioè…una o due…credo si trattasse di una o due società.
    RIVA (riassume) : …ma solo in modo parziale, che indicavano che esistevano dei finanziamenti che non andavano direttamente ai partiti, ma che arrivavano per vie traverse, come per esempio: finanziamenti a case editrici, finanziamenti ai giornali, e, in particolare, un certo numero ma limitato di eventi in cui si finanziavano delle società che svolgevano operazioni di carattere commerciale e finanziario. Ma solo parzialmente. E il resto?
    STEPANKOV: Appunto, questa documentazione complementare poteva chiarire meglio i rapporti tra i comunisti italiani e il PCUS.
    Nell’ambito invece della nostra inchiesta c’erano altri documenti, c’erano altri dati, che testimoniavano il fatto che il Comitato Centrale del PCUS riceveva dei documenti e le richieste, per esempio, di sostenere una certa società, oppure vendere il petrolio, i prodotti petroliferi a queste società a prezzi vantaggiosi, per poter aiutare, in questo modo … appunto questo tipo di documenti noi non l’abbiamo spedito, abbiamo detto che se la parte italiana è interessata, può venire in Russia.
    RIVA (riassume) : Allora, degli altri documenti, che riguardavano, per esempio…un caso è anche citato nei documenti che noi abbiamo pubblicato … il petrolio, poteva essere, il petrolio russo, poteva essere venduto a dei prezzi, diciamo così, “di favore” in modo da far guadagnare altre somme, ….assicurare dei margini di guadagno, ma anche altre forme di finanziamento, diciamo, indiretto… queste carte non sono state mandate e la visita di Giovanni Falcone a Mosca, insieme con i suoi collaboratori del Ministero di Giustizia e della Procura Generale… avrebbero potuto indagare su tutti questi altri documenti che non erano stati inviati perché non facevano parte dell’inchiesta a cui era dedicato Stepankov.
    Vorrei chiedere un’ultima cosa a Stepankov: è mai più venuto, in Russia, qualcuno a chiedere quest’altra parte dei documenti?
    STEPANKOV: Soltanto una visita, dei procuratori di Roma De Ficchy, Ionta, Giudiceandrea…erano 5 o 6 persone … appunto, il giudice Falcone doveva venire… dopo la morte tragica di Falcone non ci è pervenuta nessuna richiesta per venire a vedere questi documenti… e nell’ottobre del 93, …quando mi sono dimesso dalla procura, non sono più informato di questi fatti, non so come si sono poi sviluppati i rapporti con i colleghi italiani e se c’erano stati altri rapporti, altri contatti.
    RIVA: Sono venuti, in una prima visita, Giudiceandrea, Ionta e De Ficchy…con loro doveva venire Falcone, come sappiamo non è andato. Da quel momento in poi nessuno più ha richiesto di vedere gli altri documenti che erano a disposizione
    E Stepankov dice: io so che questo non è avvenuto fino all’ottobre del 93, quando io mi sono dimesso.
    Da quel momento in poi io non sono più informato su cosa sia successo tra le autorità…tra la magistratura italiana e la magistratura sovietica.
    E’ sufficiente? Vuol fare altre domande Martelli?
    MARTELLI: Si, adesso lui non lo sa … questa è una materia che si dovrebbe sapere in Italia…quanto meno sapere se c’è stato un tentativo oppure no… e valutare oggi, sul piano storico, politico e anche penale, se esistono i presupposti per una visita a Mosca, eventualmente rintracciare questi documenti, valutarli, e prendere le decisioni del caso.
    A questo punto Riva domanda ad Andreotti se vuole commentare, Andreotti ringrazia ma si ritrae, e quindi Riva dichiara chiusa la conferenza.”

    Com’è intuitivo, sarà problematico accettare qualunque verità ci verrà offerta a conclusione delle nuove indagini se non sarà stato chiarito oltre ogni possibile dubbio lo scenario sopra descitto.

    Rispondi
  12. oliviero 11 anni fa

    Si gioca a ping pong. La sinistra urla allo scandalo che la destra è mafia perchè ha a che fare con le stragi quindi la contromossa è ovviamente dire che le stragi sono opera dei comunisti. Chi vincerà la partita?
    Non so se ridere o piangere comunque lo schifo è l’unica certezza.

    Rispondi
  13. Idzard 11 anni fa

    Un momento. Qui non mi pare che si giochi. La storia è un susseguirsi di fatti allineati, gli uni accanto agli altri, in ordine logico e cronologico. Ed è così per definizione. Capisco il senso di sgomento che può prendere chi legge, ma se si vuole la verità, come tutti diciamo, dobbiamo prepararci anche a ciò che non vorremmo sapere. E la storia si studia sui documenti, non sui libri (o articoli) che qualcun altro scrive per noi, invitandoci poi a ripetere la lezioncina a memoria. E sembriamo tutti tanti dischi… Quelli di sopra sono documenti e tali vanno considerati, a meno che qualcuno non sia in grado di dimostrarne la falsità. Fare considerazioni su chi scrive, senza valutare che cosa scrive, è un giochino che volentieri lascio a chi è animato da intenzioni diverse dalle mie: io voglio sapere, se non è troppo disturbo (scusi Puglisi, le ho rubato la frase), chi e perché ci ha tolto Falcone e Borsellino. Non ho ”verità” preconfezionate da difendere. Una considerazione di stile: quando due o più persone discutono animatamente, passa agli insulti chi è a corto di argomenti.

    Rispondi
  14. enrix 11 anni fa

    CM

    “enrix

    ma tu lo sai che esistono i periti, vero? ”

    Si, sono quelle persone che ti fanno notare che se lo scritto attribuito ad uno che non ha mai messo i puntini sulle “I” è pieno di puntini sulle I, può essere uno scritto falso.

    “Ho visitato il tuo sito e ho constatato che tu e i tuoi sostenitori avete la tendenza a difendere un pò troppo la gente in divisa.”

    Allora vedremo di compensare per par condicio, passando a difendere un po’ i mafiosi.

    Rispondi
  15. Nathan 11 anni fa

    Visto che oggi, qui, si parla con tanta franchezza e di verità che non ci vogliamo sentir dire, avanzo un’altra riflessione. Si può fare “un’operazione” del genere senza prevedere il sistematico e conscio appoggio della stampa (non tutta per fortuna)? Delle grandi firme?
    Sono mesi che mi appello agli uomini liberi di centrodestra e centrosinistra per sospendere il giudizio su tutti gli attori di queste gravissime e tristissime vicende.
    Occhi aperti signori.

    ps: i miei sinceri complimenti e ammirazione per il lavoro di enrix.
    pps: tutti i tifosi della squadra oggi prima in classifica nel campionato della verità sulle stragi accusino, offendano, sminuiscano quanto vogliono tutti quelli che non si accontentano delle favolette con il lupo Riina perchè domani, anche per queste cose, per gli sportivi il sapore della verità, della giustizia, del ricordo di Falcone, di Borsellino, di tutti gli altri, sarà più dolce, molto più dolce. Anche se ancora dovremo aspettare 20 anni. La libertà sa essere molto paziente e altrettanto ostinata.

    Rispondi
  16. davide 11 anni fa

    che menti raffinatissime…..

    Rispondi
  17. antonella serafini 11 anni fa

    beh, certo che sentire chi archivia le indagini di falcone parlare di trattative e nomi scomodi fa davvero ridere. Scarpinato a volte per onestà intellettuale dovrebbe spiegare cosa c’era che non andava approfondito nell’inchiesta Mafia e Appalti di Falcone da volerla archiviare quando il cadavere di borsellino era ancora caldo. Poi.. sentire sta gente che fa i paladini dell’antimafia.. che dire, alla faccia di enrix, che ha fatto un lavoro di ricerca senza salotti, riflettori e senza la piovra dell’antimafia certificata iso

    Rispondi
  18. cm 11 anni fa

    -Si, sono quelle persone che ti fanno notare che se lo scritto attribuito ad uno che non ha mai messo i puntini sulle “I” è pieno di puntini sulle I, può essere uno scritto falso.-

    però la differenza con te è che sono persone laureate, che fanno i periti per mestiere e che vengono nominate dalla magistratura. Spesso sono anche docenti universitari, con una reputazione di scienziati alle spalle, non impiegati comunali detective per hobby.

    -Allora vedremo di compensare per par condicio, passando a difendere un po’ i mafiosi.-
    La mafia ha sempre avuto talpe nelle forze dell’ordine. Però nelle forze dell’ordine ci sono anche gli agenti della scorta saltati in aria insieme a Falcone e Borsellino. Sempre nelle forze dell’ordine ci sono quelle degne persone che hanno letteralmente massacrato di botte fino alla morte gente che aveva commesso piccoli reati. Nel contempo ci sono anche i morti di Nassyria. Vedi tu se ti è possibile fare difese a oltranza della categoria.

    Rispondi
  19. cm 11 anni fa

    idzard

    anch’io voglio la verità. Riepilogando i fatti sono che: due giudici antimafia sono stati fatti saltare in aria tutti e due a Palermo, cioé nella capitale della mafia. Due giudici che erano riusciti a fare qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima: erano riusciti ad intrufolarsi nelle famiglie mafiose, mettendo figlie contro padri, mogli contro mariti. Addirittura si erano rivolti alle donne, castigate all’ubbidienza verso i capifamiglia. Questo mentre la mafia si fonda sulla fedeltà verso la famiglia. Prima viene la famiglia e poi la persona. Scusa se è poco tutto questo. Mi sembra che questo sia già abbastanza per decidere di fare fuori un giudice. Fare fuori qualcuno? Una sciocchezza per la mafia. Basta uno dei tanti killer di cui si serve a piantare una raffica di colpi a qualcuno, se non fosse che quel qualcuno era scortato. Qualcun altro ha qualche altro modo oltre una bomba per eliminare una persona scortata? Se i giudici non fossero stati scortati gli avrebbero solo sparato o forse li avrebbero trovati morti in qualche ufficio con qualcosa di meno rumoroso di una sparatoria. E qui chi e cosa andiamo a scomodare? Addirittura la Russia e il KGB? Ovviamente non posso provare niente ma a me sembra una gran bella storiella preconfezionata. E poi come si spiegherebbero le altre bombe a via dei Georgofili e a Maurizio Costanzo? E c’è poi il piccolo particolare che Spatuzza ha detto di aver preparato lui la macchina imbottita di tritolo ed è stato già accertato che ha detto la verità.

    Rispondi
  20. davide 11 anni fa

    infatti Russia e Kgb fanno parte delle solite teorie di depistaggio,che servono a confezionare scenari fantasiosi per non dire assurdi per non farci vedere quello che è sotto gli occhi di tutti ,ovvero che per tanti decenni una parte delle strutture statali che si occupano di sicurezza in italia ha avuto rapporti e interessi in comune con la mafia, e tutti quelli che hanno osato scoperchiare questa “pentola” o venivano fatti fuori fisicamente o calunniati con maldicenze varie.

    Rispondi
  21. Idzard 11 anni fa

    cm
    Condivido buona parte del suo scritto. Solo sulle ultime frasi ho qualcosa da eccepire e per farlo ricorro a chi ne sa più di me.
    – Gioacchino Genchi sostiene di non avere mai parlato di attentato a Costanzo. In quella strada c’è una sede dei Servizi e Costanzo passava di là nel momento della deflagrazione. Possiamo allora ipotizzare che la ” bomba per Costanzo” e quella di via Georgofili siano state un mezzo per cercare di ottenere dallo stato deviato ciò che era stato loro promesso in cambio del lavoro fatto.
    – Spatuzza dice di avere messo lui il tritolo nella macchina. Gli credo. Ma Spatuzza dice anche che quel tritolo era un tipo speciale, che non si trovava in commercio e che aveva ricevuto l’ordine di usare solo quello. Ciò è confermato dalla frase che Borsellino pronunciò qualche giorno prima di morire ”E’ arrivato a Palermo l’esplosivo per me”.
    – Subito dopo l’attentato a Falcone, il cronista che si occupò di raccontare l’accaduto scrisse che l’esplosivo adoperato era di fabbricazione russa ed era ad esclusiva disposizione dei Servizi. Lo stesso tipo di esplosivo si verificò essere stato usato in via D’Amelio.
    Come vede, non c’è alcuna contraddizione logica tra quello che che lei pensa e ciò che sostengo io.
    Un’ultima osservazione: i documenti riportati da Filius, su indicazione di Enrix, e di cui da tempo sentivo parlare (grazie Enrix e Filius) sono preziosi perché portano a scenari, diversi da quelli ipotizzati, ma che rispondono agli interrogativi rimasti per anni insoddisfatti. Pertanto, non mi sento di accantonarli con l’espressione ”favoletta” solo perché scomodi e difficili da digerire. Non mi sento di cacciarli via con una parola, come con un gesto si scaccia una mosca fastidiosa. Staremo a vedere gli eventi e intanto continuo nelle mie ricerche di documenti. Saluti.

    Rispondi
  22. enrix 11 anni fa

    @ CM
    però la differenza con te è che sono persone laureate, che fanno i periti per mestiere e che vengono nominate dalla magistratura. Spesso sono anche docenti universitari, con una reputazione di scienziati alle spalle, non impiegati comunali detective per hobby.

    Bene, allora che ne incarichi qualcuno alla svelta, la magistratura, di questi laureati, perchè qui c’è un tizio che gli ha consegnato un foglietto dicendo che è scrittura di suo padre dove anche un profano vede che ci sono differenze macroscopiche rispetto a quella vera di suo padre, il quale, puoi controllare tu stesso, non usava mai due segmenti ad angolo acuto per scrivere una “A” stampatella maiuscola, ma sempre un arco curvo, nè metteva mai (correttamente) un puntino sulle I stampatelle maiuscole come ha messo invece il tizio che ha scritto questa roba qui.
    E come ha fatto, tra l’altro, anche l’anonimo scrivano del famoso papello di Riina, saltato fuori dal cappello a cilindro del rampollo Ciancimino esattamente come questo nuovo capolavoro.

    “La mafia ha sempre avuto talpe nelle forze dell’ordine.”

    Esatto, come ad esempio Pippo Ciuro, quello che mentre il ROS (quel ROS che secondo Ciancimino aveva fatto un accordo con Provenzano per dargli copertura) incastrava Miceli, Guttadauro, Cuffaro e Michele Aiello (il braccio finanziario di provenzano a palermo, portato in galera dal ROS tanto per dare meglio copertura al boss) e intercettava gli Eucaliptus arrivando quasi ad acciuffare Provenzano, correva ad avvisare i mafiosi.

    “Però nelle forze dell’ordine ci sono anche gli agenti della scorta saltati in aria insieme a Falcone e Borsellino.”

    Certo, e c’era anche quel tenente Canale che Borsellino chiamava “fratello” che si è subito 13 anni di infamante giudizio fondato su alcune bugie fattuali opportunamente confezionate da alcuni valorosi pentiti.

    “Vedi tu se ti è possibile fare difese a oltranza della categoria.”

    Vedi tu che io non difendo a oltranza la categoria, però ho difeso a suo tempo Canale, così come ora difendo Mori, poichè ho ottime ragioni per ritenere che sia innocente.

    Rispondi
  23. enrix 11 anni fa

    @ DAVIDE

    “infatti Russia e Kgb fanno parte delle solite teorie di depistaggio,che servono a confezionare scenari fantasiosi per non dire assurdi”

    E certo. Infatti, come è noto, Falcone era uno che usava come pretesto indagini assurde fantasiose per farsi pagare dallo stato le vacanze a Mosca.

    Rispondi
  24. cm 11 anni fa

    enrix

    ieri sera sono andato di nuovo nel tuo sito, l’ho sbirciato per bene e sono finito nella parte dove parli della presunta lettera a Berlusconi.
    Ho letto e riletto la tua teoria.
    Non so che scuola hai fatto, se che diploma o altro titolo hai, ma sicuramente non hai mai fatto disegno tecnico. Se tu avessi fatto disegno ti renderesti conto da solo che non puoi fare affidamento su quello che pensi di avere dedotto. Sapresti che se tracci una linea dieci volte usando dieci squadre diverse o peggio ancora la famosa riga, la linea non ti coincide mai perché sono le squadre stesse o peggio ancora le righe che sono storte possibilmente da quando le compri. Figurati cosa puoi dedurre dalla scoperta che prendendo due soldi di squadretta in un foglietto non molto grande trovi che dei segni sono più o meno all’incirca allineati. All’incirca perché più zummi più non sono allineati. E’ una tua fantasiosa supposizione senza prove il discorso dei fogli incollati. E poi non ti sembra strano che io prendo un foglio, lo metto su un altro foglio a coprirlo parzialmente e guarda caso il bordo del foglio si va a sovrapporre sull’asticella della t? Nè più sotto nè più sopra, ma proprio sull’asta della t.
    Per me quei tre segnetti sono solo quello che rimane di una parola cancellata. Per me, visto che si tratta di una bozza corretta e ricorretta, lì c’era un pasticcio come quello sotto dove c’è la parola ALTROVE, scritta, ripassata, tagliata etc… Evidentemente sopra le parole PER QUESTA c’era scritto qualcosa, forse a matita, poi cancellato, probabilmente con una semplicissima gomma da cancellare. Forse la parola QUESTA è stata scritta più volte, come sotto ALTROVE. Quei tre segnetti per me potrebbero essere resti della parola QUESTA cancellata, i tre segnetti potrebbero essere parte della s, parte della t e parte della a. Perché sono più o meno allineati? Mi spiego anche questo. Se cancelli qualcosa con una gomma e passi la gomma in senso orizzontale in un foglio, se la gomma ti lascia qualcosa quello che ti rimane è quasi allineato.

    Continua……

    Rispondi
  25. cm 11 anni fa

    -continuazione x enrix.

    Altra cosa che ho notato.
    Chi ha scritto non fa le lettere sempre allo stesso modo, addirittura le fa in modo diverso anche dentro la stessa parola. Guarda la parola triste. La prima t è diversa dalla seconda t. E non solo la t. Anche la p è fatta in modi diversi. La p di politica in posizione politica è diversa dalla p poco più sotto di perché. Stesso discorso per la s. Dove è scritto SE SI DOVESSE VERIFICARE la s di se è diversa dalla s di si.
    Alla luce di questo puoi mettere la mano sul fuoco che una persona che scrive così non mette mai i puntini sulle i maiuscole e fa le a sempre in un modo e mai in un altro?

    Io piuttosto parto dalle certezze. Le certezze sono che: il discorso è incompleto quindi almeno ci deve essere un altro foglio dopo e almeno un altro foglio prima, visto che il discorso è già iniziato da un pezzo. Dico almeno perché non lo sappiamo quindi i fogli potrebbero essere anche di più. In sostanza quello che abbiamo è un terzo o forse anche meno di una bozza, una brutta copia di qualcosa che non si sa nemmeno se è stata spedita o no. Non si capisce bene di cosa si parla. Il tutto è pure una fotocopia. Il punto per me è: o salta fuori tutta la lettera completa, così da capire bene tutto il discorso o almeno dovrebbe saltare fuori qualcos’altro che confermi quelle poche cose che dice questo foglio. Così com’è, se io devo mettermi a fare il giudice da strapazzo, è da mettere in un cassetto.

    Rispondi
  26. davide 11 anni fa

    scenari da menti raffinatissime…….

    Rispondi
  27. antonella serafini 11 anni fa

    x cm
    sai, dai tempi della riga, è sopravvenuto qualcosa che si chiama pc, e con questo il photoshop, che non usa righe mal costruite, ma lavora in digitale… e spostare di un millimetro la riga è pressoche’ impossibile. Ad ogni modo, per capire quei due segnetti sarebbe stata utile una perizia da parte dei PM CHE NON C’E’ MAI STATA, tant’è vero che adesso dovrà pensarci la difesa. Non si capisce come sia possibile esaminare dei documenti e poi restituirli il giorno dopo a ciancimino perchè hanno un valore affettivo, senza prima periziarli.

    La lettera intera è saltata fuori per un libro con la licata, ma non per il tribunale (il che la dice lunga). O è falsa la prima, o la seconda. Ma sempre davanti a uno che fa frode processuale, ci troviamo. E che di quelle lettere ha testimoniato sotto giuramento. Ora, ti consiglio una cosa: le prossime udienze, valle a vedere, o sentile in diretta, che ci sarà da scrippellarsi dalle risate 🙂

    complimenti, enrix, dovresti fare il giornalista

    Rispondi
  28. cm 11 anni fa

    antonella

    infatti passo le ore davanti al pc e anch’io so usare photoshop e compagnia, solo che il tuo amico non parla nè di pc nè di programmi, ma parla di forbici e colla, di tracciare linee che uniscono questo punto con quest’altro punto. Voi, non io! Io ribadisco che o con la riga dei tempi di mia nonna o con tutti i programmi di fotoritocco, quei segni sono quello che rimane di una parola cancellata e azzardo pure che la parola è -questa- e i segni sono quello che rimane di -sta-. Del resto il foglio è stracolmo di correzioni, di frasi prima scritte in un modo e poi riscritte. Poi se uno in quella lettera ci vuole vedere anche ET, l’extraterrestre, liberissimo pur di considerare il tutto una semplice supposizione e non altro. Riguardo ai pm, cosa ne sapete voi di quello che fanno? Cosa ne sapete se stanno cercando dei riscontri alla lettera? Che sarebbe l’unica cosa sensata da fare, fra l’altro.

    Rispondi
  29. enrix 11 anni fa

    cm

    io non ho molta voglia di discutere con lei di un foglietto sul quale ho scritto un libro di 140 pagine, senza che lei lo abbia letto. Mica posso farle il riassunto in questa bacheca.
    Apprezzo comunque la sua buona volontà nel cercare di giustificare la presenza di un’indirizzo “per conoscenza” al vertice di un testo senza nè capo nè coda (come se fosse una cosa normale), ma comunque si metta il cuore in pace, perchè i suoi argomenti sono vecchi.
    E’ già saltata fuori un’altra parte di quel foglio, tagliata nella versione prodotto in tribunale da Ciancimino, vale a dire il foglio integrale completo di 4 righe di testo mancanti prima sotto alla parola “convocherò”.
    Con il foglio originale alla mano, completo del ritaglio prima mancante, si evidenzia che l’indirizzo in testa è stato sovrapposto, altrimenti ci troveremmo di fronte ad un foglio A4 alto più di 33 cm (lei ne ha mai visto uno, alla scuola di disegno tecnico?).

    Comunque complimenti per come sa usare la squadretta.

    Rispondi
  30. cm 11 anni fa

    enrix

    io la squadretta la usavo per fare i disegni nei fogli da disegno e prendevo anche voti alti, per tua informazione. Chi la usa nei documenti esibiti nei tribunali per aiutare qualcuno se non altro a recuperare pezzettini di faccia perduta per strada sei tu e non io.
    L’intestazione nel foglio senza senso? Te la spiego subito. I fogli erano più di uno e anziché mettere i numeretti alle pagine 1234…100 hanno messo: al presidente, al presidente, al presidente… al presidente. Per la cronaca queste sono deduzioni fatte in pochi minuti e non con lavoro certosino come hai fatto tu. Comunque nemmeno io ho voglia di discutere con chi vede ET nei documenti. Sai, io negli extraterrestri non ci credo.
    Comunque auguri a te e a quelli che difendi. O forse dovrei dire buona fortuna, perché servirà tanta fortuna per dimostrare che sono immacolati come la Madonna.
    Ti saluto.

    Rispondi
  31. enrix 11 anni fa

    Ma guardi che io non pretendo tanto, mica ne voglio la beatificazione: mi basta che sia acclarato che l’accusa di collusione con Provenzano non sta in piedi, così come provano i fatti.

    Per quanto riguarda i foglietti che lei vede bizzarramente numerati con i vari nomi dei presidenti, pensi che secondo Ciancimino erano soltanto due (2). Così ha affermato al processo Mori.

    INGROIA: … Questo è il secondo foglio, lei ha detto.
    CIANCIMINO: Sì.
    INGROIA: Lei sa… da quante pagine era composta?
    CIANCIMINO: Due.
    INGROIA: Due?
    CIANCIMINO: Sì.

    Sugli extra-terrestri invece, stia sereno che non ci credo neppure io.
    Però credo nelle fotocopie non conformi agli originali. Lei no?

    Comunque in quella scuola dove le hanno insegnato ad usare così bene la squadretta, dovrebbero anche averle insegnato che sulle “I” stampatelle maiuscole i puntini non si mettono. Vito Ciancimino ad esempio a scuola questo lo aveva imparato bene, perchè lui non li metteva proprio mai.

    A differenza di chi ha scritto questo fogliettino qui sopra, nonchè il papello.

    La saluto anch’io.

    Rispondi
  32. cm 11 anni fa

    L’ultima cosa e chiudiamo.
    Riguardo a

    -INGROIA: … Questo è il secondo foglio, lei ha detto.
    CIANCIMINO: Sì.
    INGROIA: Lei sa… da quante pagine era composta?
    CIANCIMINO: Due.
    INGROIA: Due?
    CIANCIMINO: Sì-

    Massimo Ciancimino non ha scritto quella lettera e neanche qualunque altro foglio porti in tribunale. Lui porta documenti scritti da altri. Lui può anche pensare di sapere qualcosa che invece non sa e perciò dice inesattezze. Devono essere gli addetti ai lavori a fare le verifiche e gli accertamenti dovuti.

    Rispondi
  33. enrix 11 anni fa

    “Lui porta documenti scritti da altri”

    Nella fattispecie, per essere precisi, ne ha portato uno soltanto, preso da un gruppetto composto senz’altro da più di due fogli, visto che inizia con il rimasuglio di una frase, e termina con una frase cui manca un pezzo.
    Non c’è bisogno di essere addetti ai lavori per capire che Ciancimino, tanto per cambiare, non ha detto la verità: è sufficiente un buon corso di lingua italiana, tipo quelli che ti fanno alla scuola dell’obbligo.
    Abbia più fiducia in se stesso, caro CM, e meno nella buona fede degli altri, quando esprimono certe “inesattezze”.
    Il cervello per pensare e capire ce l’abbiamo tutti, anche lei.
    Mica solo gli addetti ai lavori.

    Rispondi
  34. Anello (al naso) 11 anni fa

    @ cm
    Se non ricordo male, in passato, Massimo Ciancimino ammise di avere usato lo pseudonimo “mc” su Live Sicilia. Domando scusi, ma “cm” mi fa pensare alla stessa persona… Ovviamente libero di scrivere, ma…quanto sapore in più… Baciamo le mani.

    Rispondi
  35. Idzard 11 anni fa

    Ah…ecco perché…

    Rispondi
  36. cm 11 anni fa

    Carissimo Don Anello
    Vossia sbagghiò. Trattasi solo di coincidenza.
    I miei ossequi.

    – Ma se entrava mmd lo prendevi per Matteo Messina Denaro e correvi a chiamare i carabinieri? –

    Rispondi
  37. Anello (al naso) 11 anni fa

    Peccato…(se è vero che ho sbagliato). Certo, per mmd avrei chiamato i carabinieri, ma anche il parroco. Maria Maddalena dove la mettiamo? Nulla mi sfugge. Comunque, baciamo le mani.

    Rispondi

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