Falsone nel carcere di Binnu | Impugnato il 41 bis - Live Sicilia

Falsone nel carcere di Binnu | Impugnato il 41 bis

Il boss estradato dalla Francia
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Giuseppe Falsone si trova nello stesso carcere di Bernardo Provenzano. Il superlatitante di Campobello di Licata, arrestato dalla polizia il 25 giugno scorso, è rinchiuso da qualche giorno nel carcere di massima sicurezza di Novara, lo stesso dove, da anni, si trova lo “zio”, Binnu Provenzano. Una casualità o una scelta strategia degli inquirenti? Una domanda, alla quale, le fonti ufficiali, al momento non danno risposta. Certo è che Giuseppe Falsone, “Linghi Linghi” per Cosa Nostra, a Bernardo Provenzano era legatissimo. e di lui era un figlio mafioso diletto. Numerosi sono stati i pizzini, ritrovati nel covo di Montagna dei cavalli e che certificavano la corrispondenza tra il boss vate e il giovane sanguinario, messo a capo di Cosa nostra agrigentina. E fu proprio grazie al placet di Binnu, che Falsone si impossessò di un trono, conteso, fino all’ultimo, con un altro capo della mafia agrigentina, quel Maurizio Di Gati, diventato po i uno dei più eloquenti collaboratori di giustizia. Nei pizzini di Bernardo Provenzano, Giuseppe Falsone era indicato con il numero 18 e con un soprannome, “u ragiuneri”. Tramite la corrispondenza epistolare tra Binu e “u ragiuneri” vennero fuori i conflitti tra i due astri nascenti della mafia: Messina Denaro e Falsone. Ne venne fuori un’immagine di Binnu riconciliatore, ma anche accondiscendente, quando Falsone gli chiede il fiat per mettersi in affari con la grande distribuzione. Ora i due boss potrebbero ritrovarsi faccia a faccia, ma in un contesto e in una terra decisamente lontani, rispetto ai tempi in cui si facevano temere da un capo all’altro della Sicilia.
Intanto Falsone attende l’interrogatorio di garanzia, che dovrebbe svolgersi tra l’8 e il 9 prossimi. Il legale del boss ha già impugnato, ai fini di un ricorso, il decreto del carcere duro, un 41 bis, firmato di fretta e furia dal Guardasigilli Alfano, proprio mentre Falsone era estradato in Italia.

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