"Governo quasi pronto" | Ma le acque sono agitate - Live Sicilia

“Governo quasi pronto” | Ma le acque sono agitate

Giunta entro il 14. E Lombardo vede Lupo
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“Il Pd vuole due, dodici, Cento-rrini che sparano minch…”. Gianfranco Miccichè che mena ceffoni telematici all’assessore Mario Centorrino, esponente tecnico della giunta Lombardo sostenuta dagli stessi miccicheiani, è un’immagine emblematica del momento di caos, tutt’altro che calmo, che la politica siciliana attraversa in questo inizio settembre. Raffaele Lombardo continua la sua navigazione a vista in acque burrascose, cercando di imboccare la strada che porti alla genesi del suo quarto governo. Che, ha assicurato oggi a Prizzi, nascerà “entro la ripresa dell’Ars”, il 14 settembre. Una settimana o poco più, quindi, per partorire la giunta. Chi ci sarà dentro, però, resta ancora un enigma degno della sfinge. “Andiamo avanti con chi ci sta” è il ritornello ripetuto fino a oggi pomeriggio da Lombardo. Già, ma chi ci sta?

Giunto finalmente al bivio, il governatore prende tempo prima di  fare una scelta. Stamattina Lombardo ha incontrato il segretario del Pd siciliano Giuseppe Lupo. Occasione del faccia a faccia, l’invito rivolto dal Pd al presidente della Regione a partecipare a un confronto pubblico nell’ambito della festa democratica che si terrà a Palermo nella seconda metà di settembre. A Lombardo Lupo ha rappresentato la disponibilità del Pd di lavorare a una maggioranza politica con Mpa e Udc, se il governatore romperà con Berlusconi e Miccichè. “Un governo politico che nasca con in programma una verifica dopo il primo anno di vita. Allora si potranno tirare le somme e decidere se proseguire o tornare al voto”, ha spiegato Lupo al governatore. Che ha preso tempo per riflettere e proseguire i suoi incontri. “Di tempo non ce n’é molto, ci sono scadenze importanti a partire dalla manovra correttiva”, osserva Lupo.

I democratici tendono ancora la mano. E scommettono sulla rottura imminente tra Lombardo e Miccichè. Chiedendo al governatore di fare il primo passo nel divorzio dal leader del Pdl Sicilia e dal Cavaliere. Se accadesse il contrario, cioè se fosse Miccichè a mollare per primo, tornando alla casa di Silvio, un soccorso del Pd a Lombardo nelle vesti di crocerossina sarebbe molto più complicato. E l’aria che si respira in questi giorni, con Miccichè quotidianamente critico verso il governo regionale e il suo leader, spinge i democratici a pensare che la rottura sia vicina.

Oggi il sottosegretario alla Presidenza si è scagliato duramente contro Mario Centorrrino, assessore all’Istruzione ritenuto vicino ai democratici, reo di avere attaccato il ministro Gelmini sul tema dei precari della scuola. “Le battute da avanspettacolo, peraltro mal riuscite, non contribuiscono a risolvere i problemi del sistema scolastico italiano e siciliano in particolare”, ha tuonato Miccichè riferendosi a una freddura di Centorrino dopo aver attaccato la Gelmini che proponeva ai precari di rivolgersi a Gheddafi. “Dal professor Centorrino – sottolinea Micciché – ci saremmo aspettati non solo un’analisi meno superficiale e più attenta dei dati esposti ieri “. Parole dure a cui è seguito l’ormai consueto sberleffo sul blog “Sud”: “Zan: ora capisco perché il Pd vuole i tecnici al governo!Zara: perché? Zan: per avere due, dodici, Cento-rrini che sparano minch…” si legge nell’ultima puntata della rubrica satirica “la zanzara”.

In casa Pdl lealista si gongola e si attende il ritorno a Filippi da penitente del figliol prodigo Gianfranco. I cui uomini, però, non sono affatto intenzionati a chiudere l’esperienza al governo al fianco di Lombardo. “C’è una verifica di maggioranza in corso”, minimizza Michele Cimino, vicepresidente della Regione e miccicheiano di prima linea. “Più tardi vedrò Lombardo per parlare di temi economici, il confronto è aperto”, spiega Cimino. Che di ritorno a casa Pdl non parla, anzi. “Siamo autonomi e intendiamo creare una grande forza autonomista nell’interesse della Sicilia”, dice a livesicilia.

Sarà, ma la distanza tra Lombardo e Miccichè si divarica ogni giorno di più. E se il sottosegretario aveva lanciato l’idea di un ritorno al vecchio centrodestra, in un governo con Pdl e Udc, il governatore oggi l’ha rispedita al mittente tranchant: “Tornare al centrodestra e all’alleanza con l’Udc e il Pdl mi pare a dir poco improbabile”. A proposito di Udc, Saverio Romano resta alla finestra, dicendo a Livesicilia di essere disponibile solo a dare vita a governi a termine in vista di elezioni anticipate. “I centristi non si fidano di Lombardo. Ma se avessero la certezza di una sua scelta netta e di un loro ingresso al governo potrebbero rompere gli indugi”, ipotizzava ieri un deputato regionale democratico. Tratteggiando, per lo meno, uno scenario generale in cui i protagonisti si studiano diffidenti e guardinghi come lottatori all’inizio del match. Toccherà a Lombardo sbloccare la partita prima dell’inizio dei lavori dell’Ars.


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