Sangue in via Cimabue: | "Lo stavano aspettando" - Live Sicilia

Sangue in via Cimabue: | “Lo stavano aspettando”

L'omicidio e le testimonianze
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La macchia di sangue è ancora a terra. Sono passate più di dodici ore, da quando il cuore di Silvio Pellicanò ha smesso di battere. Ma il sangue è ancora lì. Poco più avanti, un buco nel cemento dello spiazzale del condominio. È la traccia di uno dei tre proiettili sparati contro l’uomo, freddato al terzo tentativo. I condomini del civico 41 di via Cimabue, a Palermo, sono ancora sotto choc. Hanno sentito il fragore, qualcuno ha capito subito che si trattava di spari, qualcuno altro non aveva riconosciuto il suono, o non lo credeva possibile. Poi Silvio Pellicanò ha urlato, ha chiesto aiuto mentre il suo assassino scappava via. E poi la disperazione di Elena, la moglie, scesa in cortile quando era già troppo tardi. Una pallottola aveva raggiunto il cuore del settantenne, originario della Calabria. I vicini lo descrivono come una persona tranquilla, nessuno scatto d’ira, mai un atteggiamento sospetto. La prima pista seguita dagli inquirenti è stata quella della rapina, ma in molti, tra i condomini, dubitano che si sia davvero trattato di quello. Quasi tutti temono che l’assassino si trovasse nel cortile già da diverse ore, nascosto.
“Da come si sono svolti i fatti – commenta qualcuno – sembra che aspettassero proprio lui, hanno addirittura aspettato che la moglie e la figlia salissero a casa, prima di colpirlo nel momento in cui si trovava da solo”. “Chissà cosa c’è dietro questa storia – azzarda qualcun altro – sicuramente non si trattava di una mano ‘esperta’, hanno dovuto sparare tre colpi prima di colpirlo. E se non ci fossero riusciti neanche al terzo? Avrebbero continuato a sparare come nel Far West?”. E in effetti sono tanti gli interrogativi che restano il sospeso al civico 41 di via Cimabue. “Come mai – dice il custode dello stabile – è stato colpito proprio nell’unica sera in cui io non ero in casa? L’omicidio è stato proprio davanti casa mia. Noi in estate ceniamo spesso fuori, in cortile. Magari invitiamo qualche amico, restiamo a chiacchierare fino a tardi. E se fossimo stati fuori? Avrebbero sparato lo stesso?”.


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