Totò, non avere paura di sbagliare - Live Sicilia

Totò, non avere paura di sbagliare

Il Bar dello sport
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2 min di lettura

Dai Totò, non avere paura di sbagliare una presa. La tua carriera non può fermarsi al pallone insaponato che ha preceduto di un niente il gol di un Carneade estone. Sarai un grande portiere. E se Prandelli si dimostrerà tanto stupido da crocifiggerti per un solo errore, affari suoi. Ma noi crediamo che Prandelli sia galantuomo e intelligente. Forse con le Far Oer parerà un altro. Tu non sarai mai accantonato. Dico, l’avete visto Viviano? Ha il labbro pendulo. Non vola, salta. Ha l’occhio senza guizzi del merluzzo passato sul banco del pescivendolo. Uno così dovrebbe difendere la porta della Nazionale?
Osservate con quanta grazia si muove Totò Sirigu. Ammirate la precisione scientifica dello stacco da terra e l’atterraggio docile. Nelle palle degli occhi di Walterino arde il tizzone di una impenetrabile sicurezza, talvolta sbagliata. E’ stato proprio l’eccesso di sicurezza che ha consigliato una malferma presa contro la malefica palla saponetta, quando sarebbe stato più opportuna una respinta alla Garellik, anche di piede, anche di gluteo. Invece Totò si è fidato dell’amicizia del pallone, compagno di giochi in mille avventure. Ha fatto male e dovrà imparare presto la regola che conduce alla soglia del mito: alcuni palloni si fingono cortesi per ingannarti meglio. Sono cattivi.

E poi ci sono le mani di Totò, anzi le manone. Qualcuno in terra sarda, nella sua patria, le vide e sentenziò: “Ragazzino vai in porta”. Sono manone con ditone possenti. Rattoppano le falle nell’ozono a ogni presa. Rimbombano di tuoni, fulmini e saette quando respingono. Saprebbero acchiappare, all’occorrenza, le nuvole o la luna. Si tratta di fare esperienza e di portare pazienza e tante carezze alla rima. Si tratta di percorrere la strada agra e dolce dei grandi portieri, che è costellata di buche, papaveri e papere. Perché il portiere veramente eccelso non è colui che non prende gol. E’ il saggio che riesce a rialzarsi dopo ogni sconfitta. C’è sempre un’altra occasione. C’è sempre un nuovo raggio di sole sulla riga bianca.


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